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Il lusso e i trend di consumo dei prossimi anni

Scritto da Isabella Naef

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Conferme, cambi di traiettoria e novità: sono i tre trend che caratterizzeranno il consumo del lusso nei prossimi anni secondo "True-luxury global consumer insight" indagine realizzata da The Boston consulting group (Bcg) in collaborazione con Fondazione Altagamma.

Lo studio, presentato ieri a Milano, durante la conferenza “Altagamma consumer and retail insight”, da Antonio Achille, partner e managing director di The Boston consulting group, ha analizzato oltre 10mila consumatori "top" del lusso e ha una copertura geografica con focus su 10 paesi chiave per il settore, che rappresentano l'80 percento del mercato mondiale: Italia, Francia, Uk, Germania, Usa, Giappone, Brasile, Cina, Sud Corea, Russia.

Il trend "conferme" vede il "made in" come asset irrinunciabile. La provenienza dei prodotti si conferma un aspetto fondamentale, con circa l'80 percento dei consumatori che dichiara di verificare l'origine dei prodotti acquistati, soprattutto nei paesi emergenti. "In tutte le categorie del lusso personale, il made in Italy è in testa alle classifiche di preferenza eccetto che per gli orologii, dove la Svizzera rimane il paese di riferimento, e le automobili, dove la Germania fa da padrone", si legge nel rapporto di Bcg.

Nella classifica delle città dello shopping preferite Milano scende dal secondo posto del 2013 al quinto posto

Inoltre, circa l'80 percento dei consumatori risulta "active adovcates" cioè è solito raccomandare i propri brand preferiti, soprattutto per la qualità riscontrata nei prodotti e per lo stile.

Per quanto riguarda la tendenza "cambi di traiettoria", il rapporto mette in luce che i valori intrinseci (qualità, esclusività, artigianalità, classicità senza tempo) continuano ad avere un peso preponderante (circa il 66 percento), ma perdono circa 7 punti percentuali a favore degli aspetti esteriori (riconoscibilità del brand e della componente estetica, sensualità e coolness). Il cosiddetto "passa parola", sia nella sua componente fisica che digitale (social media e blog), diventa la prima leva di influenza, superando la carta stampata. Si passa da un'influenza del 44 percento dei consumatori nel 2013 a un'influenza del 49 percento nel 2014.

"Il canale preferito dai consumatori online di lusso risulta essere il sito web dei brand, scelto del 37 percento dei rispondenti (circa 1,9 volte la rilevanza del secondo preferito, le piattaforme online generaliste). La qualità di navigazione e del servizio sono indicati da questi consumatori come molto più rilevanti della possibilità di trovare prezzi scontati", spiega il rapporto.

La tendenza novità, infine, vede la sostenibilità sociale e ambientale crescere significativamente di importanza, passando da una rilevanza di circa l'8 percento nel 2013 al 13 percento nel 2014, una crescita di oltre 5 punti percentuali. La crescita è trainata da Europa e Stati Uniti dove la sostenibilità più che raddoppia in importanza. Altro fattore chiave di questa tendenza è l'importanza della qualità della manifattura, il "made in", vede gli Stati Uniti e il Regno Unito riconosciuti sempre più come centri di qualità. Il "Made in Us" sale al 10 percento nel 2014 indicato come preferito per abbigliamento, gioielli e borse, mentre il "made in Uk" sale al 7 percento nel 2014 (+3pp vs. 2013), riconosciuto principalmente per abbigliamento, borse e gioielli.

Inoltre, nella classifica mondiale delle città dello shopping preferite, lo studio evidenzia interessanti spostamenti. Milano scende dal secondo posto del 2013 al quinto posto, per poi risalire al quarto nella previsione al 2015. New York City sale dal quarto posto del 2013 al secondo nel 2014, confermato nelle previsioni al 2015. Parigi si conferma sempre al primo posto e Londra al terzo.

Nelle città dello shopping emergenti, Dubai, Singapore e Los Angeles accrescono la loro importanza e salgono nella classifica avvicinandosi sempre più alle top 5 città dello shopping.

Foto: Antonio Achille, partner e managing director di The Boston consulting group
Altagamma
Boston Consulting Group