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Il made in Italy di Daniele Fiesoli fa rotta su Corea e Cina e si rafforza in Scandinavia

Punta sul mercato Dach, sulla Scandinavia, sulla Corea e sulla Cina, il marchio Daniele Fiesoli. L'etichetta, che ha sede a Signa, in provincia di Firenze, ha archiviato il 2024 con un giro d'affari superiore a 15 milioni di euro e chiuderà l'anno in corso, in crescita. A preoccupare il marchio, nome conosciuto della maglieria made in Italy, è il futuro. Come spiega a FashionUnited, Daniele Fiesoli,
fondatore dell’omonimo brand made in Italy, il cui fatturato arriva per un 65% dall'estero e per un 35% dal mercato domestico, è il 2026. "Le cose che ci preoccupano non dipendono da noi", spiega Fiesoli, il cui primo mercato dopo l'Italia, è la Germania.

Daniele Fiesoli Credits: Daniele Fiesoli

A turbare il designer, la cui storia nella moda comincia nel 1985, quando Fiesoli entra nel settore come agente di un piccolo maglificio fiorentino; ma nel 1990, spinto dal desiderio di creare qualcosa di proprio, crea la sua prima collezione, seguita dalla fondazione della Woolgroup e poi, nel 2000, dal lancio del marchio eponimo, sono soprattutto gli equilibri geopolitici.

Su questo fronte, non c'è strategia che tenga, sul resto, invece, Fiesoli ha le idee molto chiare, a partire dalla sua convinzione che, a ripagare l'etichetta fino a oggi, sia stato in primo luogo il "senso di sicurezza che diamo ai nostri clienti. Forniamo assistenza, continuità, solidità di prodotto e prezzi corretti", racconta a FashionUnited. Guardando alla collezione attualmente in vendita, solo per fare qualche esempio, il marchio propone un lupetto uomo rasato, 100% in lana merino extrafine, tinto filo, a 138 euro, una camicia teddy di superfine merinos, a 300 euro, un cardigan rasato, lana merino, tinto filo, a 222 euro.

La tracciabilità della filiera

"Sono stato una sorta di Don Chisciotte del made in Italy, a partire dal 2000", aggiunge, parlando di tracciabilità della filiera e di quanto questa possa costituire effettivamente un valore aggiunto riconosciuto sia sul territorio nazionale, sia all'estero, proprio dove l'etichetta punta a svilupparsi ulteriormente. "L'obiettivo è di portare l'Italia al 20% e di far crescere ulteriormente gli altri Paesi".

Come anticipato, la Scandinavia e il Benelux, si confermano regioni ad alto potenziale, in virtù di una crescita costante e spontanea. "Il nostro prodotto sposa bene il gusto scandinavo, il consumatore del nord Europa ama le linee pulite ed è attento al volume e alla qualità. Quello italiano è sicuramente maggiormente emozionale". "In Italia, il brand continua a guadagnare quote di mercato grazie a un mix di qualità di prodotto, servizio eccellente e posizionamento competitivo", sottolinea Fiesoli. Anche la Cina è tra gli obiettivi del marchio: "stiamo cercando un partner idoneo".

I progetti con l'intelligenza artificiale

Quanto alla futura strategia nel carniere del marchio, figura anche il potenziamento dell'ecommerce, gestito internamente, e la sperimentazione dell'intelligenza artificiale che, malgrado sia uno strumento dai risvolti e dai confini ancora non chiari, "va affrontata ed è necessario imparare a utilizzarla", ha sottolineato Fiesoli. Nascono così le collaborazioni del brand con l’Università di Pisa e l’Istituto europeo di design, che coinvolgono studenti in progetti dedicati all’integrazione dell’intelligenza artificiale nei processi produttivi e creativi, fino allo sviluppo di nuovi linguaggi di comunicazione.

Inoltre, la linea donna, attualmente pari al 15% del fatturato globale, è destinata a diventare uno dei pilastri strategici dell’azienda. Grazie a una distribuzione più strutturata e una produzione ottimizzata, l’obiettivo per il 2025 è di portare questa categoria almeno 20% del totale.

La sostenibilità e il progetto Seminare bellezza

Si chiama Seminare bellezza il progetto che trasforma ogni capo in un messaggio silenzioso ma duraturo. Su ogni cartellino, un piccolo atto di cura: carta ecologica, semi di fiori selvatici. "Un seme oggi, un fiore domani: la moda che si fa gesto, la bellezza che mette radici", racconta Fiesoli, specificando che per il marchio il lusso non è l’eccesso, ma l’intenzione. È l’equilibrio tra ciò che è fatto dall’uomo e ciò che nasce dalla terra. "Seminare bellezza è una promessa gentile: piantare fiori per nutrire le api, esseri fondamentali per la biodiversità e la nostra sopravvivenza. I semi melliferi, scelti insieme ad Arpat, Associazione Regionale Apicoltori Toscana, trasformano un semplice cartellino in un gesto che conta. E raccontano una moda che non si esaurisce nel prodotto, ma vive nel tempo", aggiunge lo stilista.

Daniele Fiesoli Ss 26 Credits: Daniele Fiesoli

La collezione donna primavera estate 2026

Per la primavera estate 2026, “Collezione N_01” è un esercizio di equilibrio tra il dentro e il fuori, tra ciò che accarezza la pelle e ciò che si espone al mondo.

Nata da un dialogo continuo tra leggerezza e struttura, morbidezza e tensione, la collezione reinterpreta l’intimo come abito del quotidiano. Top, body, bustier e sottovesti perdono la loro funzione convenzionale per farsi protagonisti della silhouette: capi nati per stare sotto, oggi pensati per stare sopra.

I materiali raccontano questa dualità: taffetà impalpabile, viscosa liquida, lino grezzo, cotone soffice e seta vibrante si alternano con sapienza. Le texture si confrontano, si sovrappongono, si armonizzano: la trasparenza incontra la tattilità, la flessibilità convive con la struttura, la leggerezza danza con il volume. Ogni pezzo sembra disegnato sul corpo, senza costringerlo, ma seguendone la silhouette.

La palette cromatica è neutra, fredda, sofisticata: una gamma senza tempo che esalta i contrasti di texture e volumi, in un continuo gioco di chiaroscuro tra luce e ombra. Il layering non è solo un codice estetico, ma uno strumento narrativo: racconta la stratificazione dell’identità, la sensualità sussurrata, l’intimità che si fa scelta.

Daniele Fiesoli Ss 26 Credits: Daniele Fiesoli

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