• Home
  • News
  • Business
  • In aumento certificazioni e strategie di equità ma la parità di genere non c'è

In aumento certificazioni e strategie di equità ma la parità di genere non c'è

Scritto da Isabella Naef

loading...

Scroll down to read more

Business

In Italia una donna su tre non ha un conto corrente intestato a proprio nome Credits: Pexels, Christina Morillo

Da una parte si allunga la lista delle aziende, anche della moda e del lusso, che ottengono la certificazione per la parità di genere, si moltiplicano le strategie delle imprese in materia di equità e inclusione e proliferano convegni, corsi e programmi che mettono al centro l'uguaglianza di genere, dall'altro ci sono dati e numeri che parlano chiaro: in Italia la partecipazione femminile al mercato del lavoro è distante da livelli Ue. Come se non bastasse, inoltre, in Italia una donna su tre non ha un conto corrente intestato a proprio nome e accede con difficoltà a prestiti e previdenza complementare. Ieri, Giornata mondiale del risparmio, infatti, Acri, l’associazione delle Fondazioni di origine bancaria e delle Casse di Risparmio spa, ha messo in evidenza che le donne, scontando un grave divario salariale, accedono con più difficoltà a prestiti e forme di previdenza complementare.

In Italia il tasso di partecipazione femminile al mercato del lavoro tra i 15 e i 74 anni è ancora lontano dai livelli europei

In Italia il tasso di partecipazione femminile al mercato del lavoro tra i 15 e i 74 anni "è ancora lontano dai livelli europei: nel 2023 è pari al 49,3 per cento contro il 61,8 per cento della Ue a 26, un divario che aumenta nel tempo, da 11,6 punti percentuali del 2018 a 12,5 punti del 2023 e che rappresenta uno dei principali problemi per la crescita di lungo termine del nostro Paese". Questi i dati che sono contenuti nello studio di Confcommercio: "Imprenditoria femminile, terziario di mercato e crescita economica", presentato il 30 ottobre.

In Italia una donna su tre non ha un conto corrente intestato a proprio nome e accede con difficoltà a prestiti e previdenza complementare

"Se l'Italia avesse un tasso di partecipazione femminile pari a quello europeo si avrebbero quasi 2,8 milioni di occupate in più (di cui il 68 per cento al Sud) e un incremento di un punto percentuale della quota di imprenditrici nel terziario di mercato (dal 36,2 per cento al 37,2 per cento) genererebbe circa 2 miliardi di euro di Pil in più", sottolinea il rapporto.

Con oltre 3,5 milioni di nuovi occupati negli ultimi 30 anni, il terziario di mercato in Italia si conferma il principale settore a creare crescita e occupazione e il 68 per cento delle imprenditrici italiane, oggi, opera in questo settore; inoltre l’incidenza delle donne imprenditrici sul totale degli imprenditori (donne e uomini) è maggiore nel terziario di mercato (36,2 per cento) rispetto al totale economia (30,6 per cento).

Ciononostante, come anticipato, oggi in Italia il tasso di partecipazione femminile al mercato del lavoro tra i 15 e i 74 anni è ancora lontano dai livelli europei (nel 2023 è pari al 49,3 per cento contro il 61,8 per cento della Ue a 26).

“È necessario ripensare in tema di welfare ma anche di gestione dei territori e delle città, spazi e tempi che siano a misura di persona, attraverso l’individuazione di strumenti e politiche per una più equa armonizzazione fra vita privata e lavoro. Solo attraverso strumenti di welfare, destinati non solo alle lavoratrici dipendenti, ma anche e soprattutto alle imprenditrici e mirati a una genitorialità condivisa, si riuscirà a superare il gender gap, stimolare la crescita economica del nostro Paese, incrementare l’occupazione e l’imprenditoria femminile e contrastare il calo demografico", ha affermato Anna Lapini, presidente di Terziario donna Confcommercio, in occasione del Forum di Terziario donna Confcommercio che si è svolto a Roma, il 30 ottobre.

Riepilogo
  • Basso tasso di partecipazione femminile al mercato del lavoro in Italia, inferiore alla media UE.
  • Una donna italiana su tre non possiede un conto corrente, ostacolando accesso a prestiti e previdenza.
  • Maggiore partecipazione femminile al lavoro migliorerebbe l'economia italiana e ridurrebbe il divario di genere.
Acri
anna lapini
Giornata mondiale del risparmio
parità di genere
terziario donna confcommercio