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Industria conciaria: export a quota 3,8 miliardi nel 2016

Scritto da Isabella Naef

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Il settore della conceria italiana ha archiviato il 2016 con un export pari a 3,8 miliardi di euro, ossia una quota superiore al 76 percento del fatturato, raggiungendo i mercati di 114 Paesi. Il bilancio dello scorso anno si è chiuso pressoché in linea con quello precedente, con un calo contenuto in quantità (-1,7 percento) e valore (-3,4 percento).

Questi i dati diffusi ieri mattina, alla Borsa di Milano durante l'assemblea di Unione nazionale industria conciaria. Deboli le destinazioni moda, in crescita “quelle dell’imbottito, soprattutto per interni auto (+8 percento)” e con l’arredo che è tornato in area positiva, come ha spiegato Gianni Russo, presidente Unic.

"Siamo 1200 aziende molto diverse per dimensioni e vocazioni operative. Se volessimo utilizzare un termine alla moda, potremmo dire che la conceria italiana presenta una spiccata biodiversità", ha detto Russo. Fattore vincente che, a prescindere dalle oscillazioni congiunturali, permette alla conceria italiana di mantenere saldamente il suo ruolo di leader internazionale, perché “cresciamo e progrediamo sul mercato, adeguandoci al nuovo che avanza”.

L’assemblea Unic 2017 è stata l’occasione per presentare l’edizione numero 15 del rapporto di Sostenibilità, che si articola in un percorso scandito da 7 parole chiave, spiegando le ragioni per cui la pelle italiana genera "emozione", crea "valore" ed è "naturale", "pulita", "sicura", "etica" e "innovativa".

L’assemblea, inoltre, ha confermato per il biennio 2017-2018 la presidenza di Gianni Russo e la vicepresidenza di Graziano Balducci, Alessandro Iliprandi, Rino Mastrotto, Piero Rosati, Giuseppe Walter Peretti.

Foto: Unic press office
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