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Istat: a dicembre aumentano disoccupati e inattivi

Scritto da Isabella Naef

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Stando ai dati provvisori diffusi oggi dall'Istat, a dicembre tornano a calare gli occupati e si registra un incremento dei disoccupati e degli inattivi. Numeri alla mano, la diminuzione dell’occupazione (-0,4 per cento rispetto a novembre, pari a -101mila unità) coinvolge le donne, i lavoratori sia dipendenti sia autonomi e caratterizza tutte le classi d’età, con l’unica eccezione degli ultracinquantenni che mostrano una crescita; sostanzialmente stabile la componente maschile. Nel complesso il tasso di occupazione scende al 58 per cento (-0,2 punti percentuali).

Per Confcommercio: persi la metà dei posti di lavoro creati tra luglio e novembre

Il numero di persone in cerca di lavoro torna a crescere (+1,5 per cento, pari a +34mila unità) in modo generalizzato e solo per 15-24enni si osserva una diminuzione. Il tasso di disoccupazione sale al 9 per cento (+0,2 punti) e tra i giovani al 29,7 per cento (+0,3 punti).

A dicembre, il numero di inattivi cresce (+0,3 per cento, pari a +42mila unità) tra donne, 15-24enni e 35 49enni, mentre diminuisce tra gli uomini e le restanti classi di età. Il tasso di inattività sale al 36,1 per cento (+0,1 punti). "Nonostante il calo di dicembre, il livello dell’occupazione nel trimestre ottobre-dicembre 2020 è superiore dello 0,2 per cento a quello del trimestre precedente (luglio-settembre 2020), con un aumento di 53mila unità", spiega l'Istat, in una nota.

Nel trimestre calano le persone in cerca di occupazione (-5,6 per cento, pari a -137mila) e aumentano gli inattivi tra i 15 e i 64 anni (+0,1 per cento, pari a +17mila unità). Le flessioni congiunturali dell’occupazione registrate tra marzo e giugno 2020, unite a quella di dicembre, hanno portato l’occupazione a un livello più basso di quello registrato nel dicembre 2019 (-1,9 per cento, pari a -444mila unità). La diminuzione coinvolge uomini e donne, dipendenti (-235mila) e autonomi (-209mila) e tutte le classi d’età, a eccezione degli over50, in aumento di 197mila unità, soprattutto per effetto della componente demografica. Il tasso di occupazione scende, in un anno, di 0,9 punti percentuali.

A dicembre 2020, le ore pro capite effettivamente lavorate settimanalmente, calcolate sul complesso degli occupati, sono pari a 28,9, livello di 2,9 ore inferiore a quello registrato a dicembre 2019; la differenza scende a 2,5 ore tra i dipendenti, per i quali il numero di ore lavorate è pari a 28,0. Nell’arco dei dodici mesi, diminuiscono le persone in cerca di lavoro (-8,9 per cento, pari a -222mila unità), mentre aumentano gli inattivi tra i 15 e i 64 anni (+3,6 per cento, pari a +482mila).

"Non sorprende l’interruzione a dicembre del processo di graduale recupero dei livelli occupazionali iniziato in estate. Le restrizioni allo svolgimento di molte attività e la conseguente caduta produttiva hanno pienamente manifestato gli effetti sul mercato del lavoro in un mese in cui l’avvio della stagione invernale e le festività di fine anno generano occasioni per i lavoratori stagionali. Si sono persi la metà dei posti di lavoro creati tra luglio e novembre e il valore assoluto della riduzione (101mila unità), se si prescinde da marzo e aprile 2020, è il più grave da gennaio 2013", ha commentato, attraverso un comunicato stampa, l’Ufficio studi di Confcommercio.

Inoltre, il calo interessa tutti i segmenti dell’occupazione e quest’evidenza indica una debolezza da non sottovalutare per formulare previsioni attendibili sulla crescita del 2021, a oggi ancora ottimistiche nei documenti del governo, ha aggiunto Confcommercio. Guardando all’intero 2020, oltre alla contrazione del numero di dipendenti a termine (-365mila unità) e dei lavoratori autonomi (-162mila), colpisce la fuga verso l’inattività (+539mila persone tra i 15 ed i 64 anni), determinata per quasi il 76 per cento da persone tra i 15 e i 49 anni (51 per cento se ci si concentra sul segmento 25-49 anni, il più orientato al lavoro).

Foto: Pexels

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