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Istat: indice fiducia in calo per il manufatturiero

Scritto da Isabella Naef

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Ad agosto 2021 l’Istat stima una diminuzione sia dell’indice del clima di fiducia dei consumatori (da 116,6 a 116,2) sia dell’indice composito del clima di fiducia delle imprese (da 115,9 a 114,2).

Il lieve calo della fiducia dei consumatori, ha spiegato l’Istituto nazionale di statistica in una nota, è la sintesi di variazioni eterogenee tra le sue componenti. In particolare, la componente personale scende da 112,2 a 110,8 e quella futura da 123,5 a 122,5 mentre il clima economico aumenta da 129,6 a 132,4 e quello corrente rimane sostanzialmente stabile (da 111,9 a 112,0).

Anche per le imprese si stima una riduzione della fiducia in tutti i comparti oggetto di rilevazione (l’indice scende nella manifattura da 115,2 a 113,4, nelle costruzioni da 158,6 a 153,8 e nei servizi da 112,1 a 111,8); fa eccezione il commercio al dettaglio dove l’indice è in aumento (da 111,3 a 113,9).

Con riferimento alle componenti degli indici di fiducia, nell’industria manifatturiera peggiorano sia i giudizi sugli ordini sia le aspettative sulla produzione; le scorte sono giudicate in accumulo. Per quanto attiene alle costruzioni, tutte le componenti dell’indice sono in peggioramento.

In relazione ai servizi di mercato, i giudizi sugli ordini e quelli sull’andamento degli affari segnalano un netto recupero; le attese sugli ordini sono in decisa diminuzione. “Il quadro complessivo è in miglioramento nel commercio al dettaglio, dove tutte le componenti dell’indice registrano una dinamica positiva. Tuttavia, a livello di circuito distributivo, la fiducia è in aumento solo nella grande distribuzione (l’indice di fiducia aumenta da 113,2 a 118,9) mentre nella distribuzione tradizionale l’indice scende da 104,6 a 102,0”, ha sottolineato l’Istat.

“Il peggioramento del sentiment di famiglie e imprese rispetto a luglio non desta particolare preoccupazione, visto che la fiducia permane su livelli storicamente elevati. Su queste battute d’arresto, potrebbero aver pesato le incertezze sull’uso del green pass nelle attività aziendali e i timori delle famiglie sulla tenuta prospettica dell’occupazione”, ha spiegato l’Ufficio studi di Confcommercio. “Tutto ciò potrebbe essersi riflesso nella riduzione del clima futuro delle famiglie e nella contrazione piuttosto generalizzata delle attese delle imprese su vendite e ordini. Per non peggiorare significativamente il clima di fiducia, Governo e Istituzioni dovrebbero indicare con chiarezza le scelte da adottare per fronteggiare l’eventuale recrudescenza della pandemia”, ha aggiunto l’associazione.

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