Istat: inflazione in netto calo a ottobre
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A ottobre l’inflazione evidenzia un netto calo, scendendo a +1,7 per cento, dato che non si registrava da luglio 2021 (+1,9 per cento)
La decelerazione del tasso di inflazione si deve prevalentemente al forte rallentamento su base tendenziale dei prezzi degli energetici, sia non regolamentati (da +7,6 a -17,7 per cento) sia regolamentati (da -27,9 a -31,7 per cento) e, in misura minore, di quelli degli alimentari non lavorati (da +7,7 a +4,9 per cento) e lavorati (da +8,9 a +7,3 per cento), spiega l'Istat in una nota. Tali effetti risultano solo in parte compensati dall’accelerazione dei prezzi dei servizi relativi all’abitazione (da +3,7 a +4,0 per cento) e dei servizi relativi ai trasporti (da +3,8 a +4 per cento).
La decelerazione del tasso di inflazione si deve al rallentamento dei prezzi degli energetici
L’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi rallenta anch’essa (da +4,6 a +4,2 per cento), così come quella al netto dei soli beni energetici (da +4,8, registrato a settembre, a +4,2 per cento).
Si arresta la crescita su base annua dei prezzi dei beni (nulla la variazione tendenziale da +6,0 per cento), mentre quella dei servizi resta stabile (a +4,1 per cento), riportando il differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni su valori ampiamente positivi (+4,1 punti percentuali, dai -1,9 di settembre), prosegue l'Istat nella nota.
Rallentano ulteriormente in termini tendenziali i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +8,1 a +6,1 per cento) e quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +6,6 a +5,6 per cento).
La diminuzione congiunturale dell’indice generale si deve principalmente ai prezzi degli energetici non regolamentati (-1,9 per cento), dei servizi culturali, ricreativi e per la cura della persona (-0,9 per cento) e dei servizi relativi ai trasporti (-0,6 per cento); tali effetti sono stati solo in parte compensati dall’incremento dei prezzi degli energetici regolamentati (+13,8 per cento) e dei servizi relativi all’abitazione (+0,4 per cento).
L’inflazione acquisita per il 2023 è pari a +5,7 per cento per l’indice generale e a +5,1 per cento per la componente di fondo.
L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) aumenta dello 0,1 per cento su base mensile e di 1,8 per cento su base annua (in netta decelerazione da +5,6 per cento di settembre); la stima preliminare era +1,9 per cento.
L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (Foi), al netto dei tabacchi, registra una diminuzione di 0,1 per cento su base mensile e un aumento di 1,7 per cento su base annua.
Confcommercio: "decisa frenata, ma da confermare nei prossimi mesi"
"Il dato definitivo della deflazione di ottobre (-0,2 per cento su settembre) costituisce una confortante indicazione sul buon funzionamento del sistema produzione, ingrosso, distribuzione. Non solo in undici mesi l’inflazione è scomparsa, almeno temporaneamente, ma la riduzione congiunturale dei prezzi appare diffusa e, quindi, potenzialmente solida. Il crollo del tasso tendenziale è principalmente dovuto ai beni energetici, ma va rilevato che la media di lungo termine della variazione dei prezzi dei beni alimentari in ottobre è pari a 0,2 per cento contro un dato osservato pari a zero. Quindi, anche altri settori hanno contribuito al raffreddamento del fenomeno. Le buone notizie vanno confermate nei prossimi mesi. La lotta contro l’aumento generalizzato dei prezzi non può dirsi conclusa e le tensioni geopolitiche possono generare impulsi esogeni ad oggi non quantificabili". ha sottolineato l’Ufficio studi di Confcommercio commentatndo i dati Istat definitivi sull'inflazione.