Istat: la fiducia è in peggioramento nell’industria
loading...
Guardando alle singole serie componenti l’indice di fiducia dei consumatori, l'Istituto nazionale di statistica rileva un aumento di tutte le variabili a eccezione dei giudizi sulla situazione economica familiare e di quelli relativi alla possibilità di risparmiare in futuro che rimangono stabili rispetto al mese scorso. Coerentemente, anche i quattro indicatori calcolati mensilmente a partire dalle stesse componenti presentano un’evoluzione positiva: il clima economico, corrente e futuro registrano gli incrementi più marcati passando, rispettivamente, da 84,9 a 92,9, da 96,1 a 99,7 e da 92,9 a 96,4; il clima personale sale in misura più contenuta (da 98,1 a 100,2).
Con riferimento alle imprese, la fiducia è in peggioramento nell’industria (l’indice è in diminuzione sia nel settore manifatturiero sia nelle costruzioni dove cala, rispettivamente, da 106,4 a 104,3 e da 164,4 a 155,8) e nei servizi di mercato (da 103,9 a 103,3) mentre migliora decisamente nel commercio al dettaglio (da 108,5 a 113,5), spiega l'Istat in una nota.
Quanto alle componenti degli indici di fiducia, sia nella manifattura sia nelle costruzioni si deteriorano tutte le componenti dell’indice. In relazione ai servizi di mercato, migliorano sia i giudizi sugli ordini, sia quelli sull’andamento degli affari mentre le attese sugli ordini sono in peggioramento. Infine, nel commercio al dettaglio la dinamica positiva delle aspettative e, soprattutto, dei giudizi sulle vendite si associa ad un aumento delle scorte di magazzino.
Confcommercio: nell’ambito del commercio a soffrire perdite di fatturato più profonde potrebbero essere le imprese di minori dimensioni
"I dati sulla fiducia delle famiglie e delle imprese rilevati ad agosto, seppure di non semplice e univoca interpretazione, sono il segnale di come il nostro sistema economico continui a mostrare un’inaspettata capacità di reazione ai molteplici e gravi fattori di criticità", ha commentato l’Ufficio studi di Confcommercio ai dati Istat di oggi.
In particolare, secondo Confcommercio, le famiglie non evidenziano ancora particolari stress da eccesso di inflazione. "Ciò non toglie che dopo la fine dei saldi e della stagione turistica verranno al pettine i nodi sulle perdite di potere d’acquisto di redditi e ricchezza liquida, con compressione della spesa e del Pil nella parte finale dell’anno. Tuttavia, alla luce della complessiva tenuta della fiducia, il fenomeno potrebbe avere dimensioni meno negative di quanto temuto".
Nell’ambito del commercio, infine, a soffrire perdite di fatturato più profonde potrebbero essere ancora le imprese di minori dimensioni. "Non va trascutato, infine, il progressivo calo della fiducia tra gli operatori del manifatturiero e di molti settori dei servizi di mercato (turismo e trasporto), sui quali, oltre alla crisi energetica, comincia a pesare anche il rallentamento di molte attività produttive dislocate a monte e a valle nelle catene internazionali di fornitura", ha concluso l’Ufficio studi di Confcommercio.