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Istat: l’indice di fiducia aumenta nella manifattura e nel commercio al dettaglio

Scritto da Isabella Naef

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Confcommercio: nel manifatturiero atteggiamento più positivo Credits: Pexels, Edgars Kisuro

A novembre 2024 sia l’indice del clima di fiducia dei consumatori, sia l’indicatore composito del clima di fiducia delle imprese sono stimati in diminuzione (da 97,4 a 96,6 e da 93,4 a 93,1 rispettivamente). Questi i dati Istat diffusi il 28 novembre.

Tra i consumatori, l'Istat evidenzia un peggioramento soprattutto delle opinioni sulla situazione economica generale e su quella futura: il clima economico cala da 99,7 a 97,8 e quello futuro si riduce da 95,0 a 93,8. Più contenuto il calo del clima personale (da 96,6 a 96,2) e di quello corrente (da 99,2 a 98,7).

"Con riferimento alle imprese, l’indice di fiducia aumenta nella manifattura (da 85,8 a 86,5) e, soprattutto, nel commercio al dettaglio (da 103,8 a 106,7) mentre diminuisce nelle costruzioni (da 103,9 a 101,5) e nei servizi di mercato (l’indice passa da 95,2 a 93,7)", si legge in una nota dell'Istituto nazionale di statistica.

Quanto alle componenti degli indici di fiducia, nella manifattura i giudizi sul livello degli ordini migliorano mentre le aspettative sul livello della produzione diminuiscono; le scorte sono giudicate in decumulo rispetto al mese scorso. Nelle costruzioni, il saldo dei giudizi sugli ordini si rafforza in presenza di un deciso deterioramento delle aspettative sull’occupazione presso l’azienda.

Passando al comparto dei servizi di mercato, l'Istat evidenzia un diffuso peggioramento di tutte le componenti; invece, nel commercio al dettaglio giudizi e aspettative sulle vendite registrano un’evoluzione positiva e il saldo dei giudizi sulle scorte rimane sostanzialmente stabile.

"A novembre 2024 il clima di fiducia delle imprese scende per il terzo mese consecutivo rimanendo su un livello minimo da aprile 2021. Il calo è dovuto al peggioramento nel comparto dei servizi di mercato e in quello delle costruzioni. L’indice di fiducia dei consumatori evidenzia un’evoluzione sfavorevole dovuta principalmente al peggioramento sia delle attese sulla disoccupazione sia delle opinioni sull’opportunità di acquistare beni durevoli nella fase attuale", hanno commentato gli esperti dell'Istat.

Per Confcommercio, il lieve calo della fiducia delle famiglie e delle imprese registrato a novembre, pur sintomatico delle difficoltà e delle incertezze che gravano su questa parte finale dell’anno, contiene alcuni elementi che portano a guardare con cauto ottimismo ai prossimi mesi. Segnali che provengono principalmente dal mondo delle imprese.

"Tra gli operatori del manifatturiero, del commercio e del turismo emerge, infatti, un atteggiamento più positivo. In particolare le imprese del commercio segnalano un recupero delle vendite, attuali e future, possibile indicazione di come le famiglie, al di là delle preoccupazioni su un prossimo deterioramento della situazione economica e del mercato del lavoro, comincino ad avere un atteggiamento più favorevole al consumo. Atteggiamento che, se confermato, potrebbe costituire un importante elemento per la crescita del 2025", ha commentato l’Ufficio studi di Confcommercio.

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