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Istat: Pil a +2,7 per cento nel secondo trimestre

Scritto da Isabella Naef

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Nel secondo trimestre del 2021 l'Istat stima che il prodotto interno lordo (Pil), espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2015, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, sia aumentato del 2,7 per cento rispetto al trimestre precedente e del 17,3 per cento in termini tendenziali.

Il secondo trimestre del 2021 ha avuto una giornata lavorativa in più sia rispetto al trimestre precedente sia rispetto al secondo trimestre del 2020. La variazione congiunturale è la sintesi di una sostanziale stazionarietà del valore aggiunto nel comparto dell’agricoltura, silvicoltura e pesca e di un aumento sia in quello dell’industria, sia in quello dei servizi. Dal lato della domanda, vi è un contributo positivo sia della componente nazionale (al lordo delle scorte), sia della componente estera netta, ha specificato in una nota l'Ufficio studi dell'Istat.

"Il quadro che ci restituisce la lettura dei dati diffusi oggi (il 30 luglio, ndr) dall’Istat e dall’Eurostat, i più importanti per valutare lo stato di salute dell’economia, è indubbiamente incoraggiante. Il nostro Paese sembra aver agganciato la ripresa in modo più dinamico rispetto ad altri grandi partner europei quali Francia e Germania. A questo dato si accompagna anche una ripresa dell’inflazione meno accentuata, in Germania si è ormai superato il 3 per cento": questo il commento dell’Ufficio Studi Confcommercio ai dati Istat.

La crescita del Pil del 2,7 per cento congiunturale registrata nel secondo trimestre, prosegue la nota di Confcommercio, lievemente migliore rispetto alle nostre stime di un +2,6 per cento, consolida le attese di un recupero nel 2021 prossimo, se non superiore, al 5 per cento. Andamento positivo a cui hanno contribuito anche i servizi e la domanda per consumi, che si confermano, ancora una volte, un motore indispensabile per la crescita, ha spiegato l'associazione.

Al di là di questi elementi, per Confcommercio, "permangono, comunque, molti fattori che spingono alla prudenza nel valutare le prospettive per i prossimi mesi. La ripresa necessita di un reale consolidamento, che vada al di là dei rimbalzi statistici. In quest’ottica un ruolo cruciale è rappresentato, oltre che dall’efficacia Pnrr e del programma di riforme, dalla domanda per consumi che, seppure in ripresa, è ben lontana dai livelli pre-crisi".

Foto: Pexels

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