Italia al 50esimo posto dell’International Property rights Index 2018
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"È fondamentale che Governo e Parlamento sostengano le nostre aziende con misure a difesa della proprietà intellettuale. Nel mondo 6 miliardi di persone subiscono le conseguenze di livelli inadeguati nella tutela della proprietà intellettuale. L’Italia resta ben distante dagli altri paesi del G7", ha sottolineato Roberto Race, segretario generale di Competere.eu, a proposito del posizionamento dell'Italia nell'International Property rights Index 2018.
L’indice, realizzato dalla Property Rights Alliance, di cui fa parte il think thank italiano Competere.eu, è stato presentato mercoledì scorso, a Johannesburg. Competere è un think tank indipendente nato per elaborare e implementare politiche per l’innovazione e lo sviluppo sostenibile ed essere di supporto alla politica, alle istituzioni e alle imprese nel favorire l’innovazione sociale e dei processi economici e il confronto tra idee.
Il team di Competere è composto da esperti, accademici e professionisti.
L’Italia si colloca al cinquantesimo posto della classifica
Lo studio misura come viene tutelata la proprietà in oltre 125 paesi rappresentanti il 98 percento del Prodotto interno lordo mondiale e il 93 percento della popolazione.
L’Italia si colloca al cinquantesimo posto della classifica, dopo il Botswana e subito prima della Jamaica, perdendo una posizione rispetto all’anno precedente e ben 10 rispetto al 2014 con un punteggio finale di 5.9.
Insomma, l'Italia rimane ben distante dagli altri Paesi del G7 ed è ancora più staccato dai Paesi che guidano la classifica come la Finlandia (8.7), la Nuova Zelanda (8.6), la Svizzera (8.6), la Norvegia (8.5) e Singapore (8.4), che occupano le prime cinque posizioni dell’indice internazionale.
L’indice si compone di 3 voci principali che riguardano il “sistema politico e giuridico”, la “tutela dei diritti fisici” e la “tutela dei diritti intellettuali”. Per la prima volta, gli Stati Uniti non sono più al primo posto per quanto riguarda la voce “tutela della proprietà intellettuale” cedendo il primato alla Finlandia.
L’Italia è insufficiente nelle prime due voci, soprattutto per quanto riguarda la stabilità politica e l’efficienza e l’efficacia della giustizia civile, oltre agli alti livelli di corruzione percepiti, e l’insufficiente tutela della proprietà fisica, dove non riesce ad andare oltre a un punteggio di 5.9.
“I diritti di proprietà", ha aggiunto Race, "sono un indicatore chiave del successo economico e della stabilità politica e una componente fondamentale dell’innovazione. Non è un caso, infatti, che ai primi posti di questa speciale graduatoria si trovino da anni i paesi che innovano di più, come quelli Scandinavi, gli Stati Uniti, Singapore e la Svizzera. Non ha senso parlare di attrazione degli investimenti esteri e di competitività del nostro tessuto industriale senza tutelare nelle sue diverse implicazioni la proprietà intellettuale".
Foto: Competere.eu website