Itema completa l’acquisizione di Lamiflex
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Itema, azienda attiva nella fornitura di soluzioni avanzate per la tessitura, ha completato l’acquisizione di Lamiflex, realtà italiana che si occupa di produzione di componenti in materiale composito. L’operazione porta a compimento il processo di integrazione già avviato nel 2017 e, a seguito dell’accordo raggiunto con gli eredi della famiglia fondatrice, Itema diventa socio unico di Lamiflex spa. Massimo Zocche è il nuovo direttore generale dell’azienda.
Fondata nel 1976 da Luigina Bernini e Luigi Castelli, Lamiflex ha sedi a Ponte Nossa (Bergamo) e Hong Kong. “Lamiflex rappresenta un asset strategico per il Gruppo Itema, di cui è il principale fornitore di componenti in materiale composito per telai a pinza”, si legge in una nota.
“Sono convinto che in un mercato sempre più dinamico e in costante evoluzione, dobbiamo saper fare squadra per progettare applicazioni innovative e trovare nuove soluzioni: le competenze tecnologiche di Lamiflex nel mondo dei compositi si sposano con il pluriennale know how di Itema nel comparto meccanotessile e aprono la strada a innumerevoli ulteriori opportunità di crescita”, ha sottolineato Angelo Radici, presidente del consiglio di amministrazione di Lamiflex.
“L’ingresso di Massimo Zocche come nuovo direttore generale di Lamiflex darà un forte contributo allo sviluppo dell’azienda e dell’intero Gruppo Itema grazie alla visione strategica derivante dalla sua profonda conoscenza del mondo industriale e dei processi di evoluzione digitale”, ha sottolineato l’amministratore delegato del Gruppo Itema, Ugo Ghilardi. “Si apre un nuovo capitolo nella storia di Lamiflex, in cui cresceremo insieme per costruire un futuro più solido e prospero. Entro il 2026 puntiamo a raddoppiare il fatturato annuo attuale di 20 milioni di euro e a crescere in termini di persone. Il numero di dipendenti Lamiflex è infatti passato da 102 nel 2017 a 130 nel 2021 e proseguiremo su questo trend con nuove assunzioni nel 2022”.
Il 60 per cento di Itema fa capo alla famiglia eredi di Gianni Radici (i fratelli Angelo, Maurizio, Paolo, Maria Grazia e Bruna Radici). La rimanente quota è controllata dalle famiglie Arizzi e Torri.