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L'alto di gamma nel 2022 sale a 1.400 miliardi, in crescita del 21 per cento

Scritto da Isabella Naef

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Matteo Lunelli, courtesy of Altagamma
Nel 2022 il mercato luxury globale crescerà del 21 per cento, sfiorando quota 1.400 miliardi di euro, mentre si stima per i beni di lusso personali un +22 per cento, con 353 miliardi di euro. Lo scenario, quindi, si prospetta positivo anche per il 2023, quando la marginalità delle imprese dell’alto di gamma si prevede in crescita del +6 per cento.

Questo quanto emerso, ieri, a Milano, durante il ventunesimo Osservatorio Altagamma, che si è svolto alla presenza del Ministro delle Imprese e del made In Italy, Adolfo Urso.

I risultati si inquadrano all’interno di un percorso che si prevede di crescita anche nel lungo termine: nel 2030 il valore di mercato dei personal luxury goods dovrebbe salire a circa 540-580 miliardi, un aumento del 60 per cento o più rispetto al 2022, come ha sottolineato Stefania Lazzaroni, direttrice generale di Altagamma, presentando l'Altagamma Consensus 2023, realizzato con il supporto degli analisti finanziari.

Altagamma riunisce 113 brand dei 7 settori della moda, del design, della gioielleria, dell’alimentare, dell’ospitalità, dei motori e della nautica. Ieri, Claudia D’Arpizio e Federica Levato, senior partner di Bain & Company, hanno poi illustrato i dati dall’Altagamma-Bain Worldwide luxury market monitor.

“L’alto di gamma, dopo il forte rimbalzo successivo allo scoppio della pandemia, ha completato il percorso di ripresa, registrando nel 2022 il record storico con un +21 per cento  a livello mondiale”, ha detto Matteo Lunelli, presidente di Altagamma. “Il cambio del nome in Ministero delle imprese e del made in Italy non solo un cambiamento lessicale, ma una chiara indicazione della nuova mission che questo governo vuole dare: promuovere, tutelare e valorizzare il nostro marchio nel mondo. Il made in Italy di eccellenza rappresentato da Altagamma è il fiore all’occhiello della nostra industria manifatturiera ed è stato capace di mantenere un ruolo da protagonista in un contesto mondiale in un periodo estremamente difficile, dando un contributo al PIL significativo", ha sottolineato il ministro delle imprese e del made In Italy, Adolfo Urso.

I consumatori cinesi saranno i best performer nel 2023 con un +10 per cento

Numeri alla mano, stando all'Altagamma Consensus 2023, realizzato da Altagamma con il contributo di 21 tra i maggiori analisti internazionali specializzati, dopo un 2022 record rispetto ad altri settori e superando con decisione i livelli pre Covid-19, per il 2023 si prevede ancora una crescita solida e positiva, malgrado l’incertezza macroeconomica. L’aumento dei costi energetici, l’inflazione crescente, la carenza di materie prime, le tensioni geopolitiche e il calo del potere d’acquisto di alcune fasce di consumatori incideranno in parte sulle performance, che rimarranno comunque alte. L’Ebitda medio per il 2023 è previsto in crescita del +6 per cento.

L’Europa è prevista in crescita del 5 per cento, grazie all’aumento dei viaggi internazionali (soprattutto dagli Usa, grazie al cambio euro-dollaro favorevole, ma anche dai Paesi Arabi) che compenseranno la più debole domanda interna. Anche per gli Stati Uniti, con lo sviluppo di nuovi territori e una domanda interna più forte che in Europa, si prevede una crescita del 5 per cento. In crescita anche America Latina e Giappone (+6 per cento) grazie allo sviluppo, al di là delle capitali, di città importanti trainate dallo sviluppo immobiliare. Cina e Asia sono più difficili da stimare: in particolare in Cina le politiche sul lockdown per il contenimento del Covid-19 potrebbero portare effetti imprevisti. Il mercato dovrebbe comunque beneficiare di un’apertura e grazie all’effetto di rebound i consumi potrebbero crescere del 9 per cento. La Cina sul lungo periodo resta il più grande mercato del lusso, trainato dalla prosperità della classe media, dalle nuove generazioni e dallo sviluppo di nuovi poli. Per il Middle East si prevede un +7 per cento, con aree come gli Emirati Arabi (ma anche la Turchia) che, non avendo imposto sanzioni, si stanno avvantaggiando dei consumi dei russi.

La situazione macro-economica mondiale favorisce la polarizzazione tra fasce più ricche e fasce meno abbienti della popolazione: a livello mondiale la classe media soffre, a esclusione di quella cinese che grazie alle politiche di «common prosperity» attuate dal Governo tende a rafforzarsi e a trainare i consumi: i consumatori cinesi saranno i best performer nel 2023 con un +10 per cento. L’effetto rebound dei consumi beneficerà i consumatori asiatici in generale, che vedranno un incremento dell’8 per cento. Meno brillanti saranno invece i consumi dei giapponesi (+5 per cento). Si attesteranno a +5 per cento i consumi degli americani. In Usa i consumatori di fascia alta sono meno influenzati dagli aumenti dei costi grazie a un mercato del lavoro più forte e ai risparmi accumulati. Cauto lo spending europeo, che si attesta sul +4 per cento: l’aumento dell’inflazione e dei costi inciderà notevolmente sui consumi, in particolare di beni di lusso.

Tutte le categorie merceologiche vedranno un aumento delle vendite

Tutte le categorie merceologiche vedranno un aumento delle vendite non solo grazie a un aumento dei prezzi, ma anche a un aumento dei volumi. Crescite a valore, dunque. Si riconferma la leadership degli accessori che continuano nel loro trend positivo: +8,5 per cento, per la pelletteria e +7 per cento per le calzature. A causa del divaricamento della forbice sociale, tuttavia, l’entry price soffre e la domanda è più debole per i prodotti aspirazionali. L’abbigliamento (+6 per cento) e la cosmesi (+5,5 per cento) confermano il tasso di crescita del 2022.

Per quanto concerne i canali distributivi, continuerà a prosperare il canale retail, sia fisico, sia digitale, che permette un rapporto diretto con i consumatori e un controllo maggiore di tutti i touchpoint, consentendo ai brand di rafforzare una strategia omnichannel. Per il retail digitale si prevede una crescita dell'8 per cento, in espansione dunque, ma più moderata rispetto agli anni precedenti segnati dal boom dell’online per la pandemia. I negozi fisici segnano un +7 per cento e continuano a essere rilevanti per il comparto grazie ad approcci sempre più personalizzati e phygital che migliorano il coinvolgimento del consumatore. Molti brand luxury guardano inoltre a città secondarie e territori nuovi che si stanno sviluppando nei mercati in espansione (per esempio in Usa e negli Emirati Arabi). Il wholesale fisico resta fragile con un +3,5 per cento, mentre dopo le crescite a doppia cifra degli anni passati il wholesale digitale assisterà a una normalizzazione del canale con un +5,5 per cento.

Altagamma–Bain Worldwide luxury market monitor 2022, realizzato da Bain &Company ha messo in luce che l'industria globale dell’alto di gamma nel complesso raggiungerà quest'anno un valore di mercato di circa 1,4 trilioni di fatturato, in crescita del 21 per cento rispetto al 2021 (ai tassi di cambio attuali). In particolare, il mercato mondiale dei beni personali di lusso toccherà quota 353 miliardi nel 2022, segnando un +22 per cento a cambi correnti rispetto al 2021, nonostante gli indicatori macroeconomici in peggioramento a livello globale e le sfide in Cina.

L'esito finale per quest’anno dipenderà in gran parte dalla revoca delle restrizioni legate alla pandemia in Cina, dall'evoluzione della fiducia dei consumatori di lusso europei e americani di fronte all'aumento l'inflazione e alle pressioni sul costo della vita e dalla potenziale recessione nelle economie degli Stati Uniti e dell'Europa.

Nonostante le sfide economiche continue, nel 2022 il mercato luxury ha comunque generato una crescita positiva per il 95 per cento dei marchi, con Usa, Europa e Asia (esclusa la Cina) che si confermano in testa alla crescita.

Claudia D'Arpizio: "per l'anno prossimo tutti hanno un budget, ma in molti mi hanno rivelato di sentirsi un po' come il pianista del Titanic"

"Tutti i settori sono cresciuti, il lusso è un mercato che sembra "recession proof" anche se non è così", ha detto Claudia D'Arpizio. "Per l'anno prossimo tutti hanno un budget, tutti hanno un piano, ma in molti mi hanno rivelato di sentirsi un po' come il pianista del Titanic". Insomma, avvisa D'Arpizio, l'impatto della recessione ci sarà bisogna vedere che peso avrà". Detto questo, però, il mercato del lusso sembra oggi meglio equipaggiato per far fronte alle turbolenze economiche, grazie alla base di consumatori più ampia e più concentrata, e a fattori come la centralità del cliente e gli ecosistemi multi-touchpoint in grado di garantire maggiore resilienza di fronte alle turbolenze interne ed esterne.

Le prospettive per il mercato dei beni di lusso personali fino al 2030 sono molto positive, grazie a fondamentali solidi di mercato e a nuovi pool di profitti abilitati dalla tecnologia che porteranno il valore del mercato a quota 540-580 miliardi di euro entro la fine del decennio in corso, dai 353 miliardi di euro stimati per il 2022, con un aumento del 60 per cento o più.

Quanto alle nuove generazioni, la gen y e la gen z hanno rappresentato l'intera crescita del mercato nel 2022. Al 2030, la spesa della “gen z” e della gen alpha è destinata a crescere circa tre volte più velocemente rispetto alle altre generazioni, fino a costituire un terzo del mercato, in virtù di un’attitudine più precoce di questi consumatori verso il lusso.

Il Ministro delle Imprese e del made In Italy, Adolfo Urso, courtesy of Altagamma
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