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L’Osservatorio consumi Confimprese-Ey: abbigliamento a -31 per cento

Scritto da Isabella Naef

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Pexels, Ksenia Hernaya
Continua la discesa del settore abbigliamento-accessori che chiude il mese di marzo a -31,3 per cento. In recupero, invece, la ristorazione a -8,7 per cento. Il retail non food scende a -8,7 per cento. Questi alcuni dei dati dell’Osservatorio permanente sull’andamento dei consumi nei settori ristorazione, abbigliamento e retail non food elaborato da Confimprese-Ey che evidenzia un rallentamento delle vendite nel mese di marzo 2022, che chiude a -19,3 per cento rispetto a marzo 2019, anno pre- pandemia.

I consumatori tagliano le spese sugli acquisti fashion

A sorpresa, si legge in una nota, il travel recupera e chiude a -18,6 per cento dopo due anni di crisi. Perdono terreno i centri commerciali -25,8 per cento e le high street -27 per cento. "La prossimità conferma le mutate abitudini d’acquisto dei consumatori con una flessione contenuta a -7,9 per cento. Le regioni confermano il trend negativo registrato dall’area Nord-est con il Veneto a - 31,9%. Tra le province peggiori figura Padova a -37 per cento, mentre tra le città sorprende l’andamento positivo di Napoli che chiude a +35,4 per cento", specifica la nota. Insomma, l'abbigliamento-accessori è il comparto che soffre di più e che non mostra al momento segni di recupero con una chiara evidenza dell’orientamento dei consumatori che, dopo due anni di pandemia, prediligono ora i consumi fuori casa, con la ristorazione in recupero relativo a -8,7 per cento. Peggiora, di contro, il retail non food, che chiude marzo 2022 a -8,7 per cento, in controtendenza rispetto alle performance dei mesi precedenti. Dopo la corsa agli acquisti dovuta al perdurare della pandemia, che ha contributo a mutare le abitudini di acquisto degli italiani orientati, durante i mesi di lockdown, a una maggiore cura degli spazi domestici e a un utilizzo più frequente dei canali digitali per gli acquisti, le ultime indicazioni di mercato segnalano invece una battuta d’arresto del comparto, spiegano gli esperti di Confimprese-Ey.

I peggiori trend si rilevano in outlet -28,4 per cento e high street -27 per cento

"Il mese di marzo mostra un discreto recupero della ristorazione, che peraltro deve affrontare significativi problemi sul lato dei costi e della disponibilità di materie prime ed energia. Conferma, invece, una fortissima contrazione il comparto abbigliamento-accessori, che vede ulteriormente aggravarsi la situazione. Questo scenario desta preoccupazione, anche perché aggravato dall’aumento dall’inflazione e dal conflitto in Ucraina, che pone seri dubbi su una ripresa a breve termine del retail. Un segnale di distensione arriva dal travel, che con una flessione contenuta del -18,6%, fa ben sperare in un ulteriore recupero nei prossimi mesi, che saranno cruciali sia per l’andamento della situazione geopolitica sia per quello dei consumi", ha sottolineato Mario Maiocchi, direttore Centro studi retail Confimprese.

Quanto ai settori merceologici, anche il primo trimestre marzo 2022, rispetto a marzo 2019, mostra risultati analoghi a quelli rilevati nel mese con un costante peggioramento di abbigliamento- accessori fermi a -30,9 per cento, la ristorazione a -8,5 per cento e il retail non food che conferma il riallineamento con i livelli pre-pandemia e raggiunge la parità a +0,7 per cento.

"Resta, dunque, da capire come il settore abbigliamento-accessori possa risollevarsi da una crisi che dura da due anni e che non accenna a trovare un punto di equilibrio. È evidente che i consumatori, complici la stagione e l’allentamento delle restrizioni sul fronte sanitario, non rinunciano al fuori casa ma tagliano le spese sugli acquisti fashion", sottolinea il rapporto.

Nei canali di vendita i peggiori trend si rilevano in outlet -28,4 per cento e high street -27 per cento, seguiti dai centri commerciali -25,8 per cento. A sorpresa il travel, dopo due anni di crisi, recupera punti percentuali e chiude il mese a -18,6 per cento, Un segno, quest’ultimo, da ricondurre al desiderio di un ritorno alla normalità da parte degli italiani. Continua, di contro, il buon andamento dello shopping di prossimità (aree periferiche delle metropoli e cittadine di provincia) che, con -7,9 per cento, conferma le mutate abitudini di acquisto dei consumatori e fa pensare a un trend ormai consolidato anche per il futuro.

Nelle aree geografiche lo stato dell’arte conferma la flessione con il Nord-est che registra l’andamento più negativo a -28,8 per cento, seguito da Nord-ovest -19,9 per cento e Centro -17,4 per cento. Il Sud tiene maggiormente e abbandona il double digit per chiudere a- 6,6 per cento.

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