La congiuntura e la minaccia "surreale" dei dazi americani
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Secondo Confcommercio le attuali minacce dell’amministrazione americana nei confronti dell’Europa appaiono surreali. Infatti, scrive, oggi 24 marzo, l'Ufficio studi di Confcommercio, nel 2023, le esportazioni europee di beni verso gli Usa sono state pari a circa 504 miliardi di euro e le importazioni oltre 347 miliardi di euro (saldo di 157 a favore dell’Europa). Al contrario, le esportazioni di servizi dell’Europa a 27 verso gli Usa valgono quasi 319 miliardi di euro, mentre le importazioni europee di servizi dagli Usa superano i 427 miliardi di euro (saldo di 108 a favore degli Stati Uniti). Insomma, secondo i dati della Confederazione generale italiana delle imprese, che associa oltre 700.000 imprese, il vero saldo complessivo che andrebbe a detrimento dell’economia statunitense, direttamente provocato dall’interscambio con l’Europa a 27, è di circa 52 miliardi di dollari, pari allo 0,18% del Pil Usa. "Nella valutazione del quadro congiunturale italiano, assumeremo, quindi, che ragionevoli negoziazioni portino a un assetto degli scambi non troppo dissimile da quello attuale", si legge in una nota.
Consumi in calo a febbraio (-0,9%); recupera l’abbigliamento (+1,4%)
Gli indicatori congiunturali ufficiali relativi ai primi due mesi dell’anno in corso indicano una crescita, magari stentata, ma non riduzione. Tutto ciò considerato, le stime dell’Icc, Indicatore dei consumi Confcommercio, permangono positive nella metrica dei dati destagionalizzati: +0,2% e +0,1% a gennaio e febbraio. Nella metrica grezza, la variazione dei giorni di calendario deprime i parametri, consegnando alle statistiche due segni meno, con febbraio (-0,9%) penalizzato dal confronto con l’analogo mese bisestile del 2024.
"Al di là dei dettagli tecnici, appare ancora irrisolta la questione del maggiore reddito disponibile reale che non si trasforma in maggiori consumi. Nei primi due mesi dell’anno, il sostegno ai consumi deriva dalla fruizione del tempo libero e dal turismo: servizi e beni ricreativi, alberghi e ristoranti, trasporti aerei e telecomunicazioni sono in aumento, anche sensibile. Per contro, alimentari, mezzi di trasporto, mobili ed elettrodomestici appaiono in riduzione. Vestiario e calzature assumono una posizione intermedia tra questi estremi", si legge nella nota di Confcommercio. A gennaio le stime parziali delle presenze turistiche in Italia mostrano crescite robuste, soprattutto per la componente straniera (+8% rispetto al 2024 e +18,2% rispetto a gennaio 2019).
Per Confcommercio: presupposti per ripresa consumi, ma obiettivo Pil +0,8% ancora da costruire
Il Pil mensile sarebbe cresciuto in termini tendenziali e destagionalizzati di sette decimi a marzo, dopo due moderati aumenti in gennaio e febbraio (+0,3% e +0,1%). La crescita del primo trimestre sarebbe allo 0,4% rispetto all’analogo trimestre del 2024. "Pertanto, in questo scenario, che non potrà avvalersi di correzioni statistiche favorevoli come lo scorso anno, la crescita a 0,8% nel complesso del 2025 richiede un’accelerazione. Possibile ma, ancora una volta, tutta da realizzare", spiegano gli esperti dell'Ufficio studi.
Le dinamiche tendenziali
Anche nel mese di febbraio 2025 le dinamiche delle diverse funzioni di consumo che compongono l’Indicatore consumi confcommercio sono molto articolate, ulteriore sintomo delle difficoltà dei consumi d’instradarsi in un percorso di crescita. Tra le diverse funzioni di spesa le dinamiche più positive, nel confronto annuo, si confermano quelle relative ai beni e ai servizi per la comunicazione (+5,3%). Permane in territorio positivo anche la domanda per gli alberghi e i pasti e le consumazioni fuori casa (+1,3%), segmento che continua a beneficiare del positivo apporto della componente estera della domanda. A febbraio, apprezzabili segnali di recupero hanno interessato i consumi di abbigliamento e calzature (+1,4%), migliorando i non brillanti risultati dei saldi di gennaio.