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La moda pre-loved vale tra i 100 e i 120 miliardi di dollari in tutto il mondo

Scritto da Isabella Naef

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Business
Courtesy of Vestiaire Collective
Il valore stimato del mercato della vendita di moda pre-loved è compreso tra i 100 e i 120 miliardi di dollari in tutto il mondo, ossia più del triplo rispetto al 2020, secondo una nuova ricerca realizzata da Boston Consulting Group (Bcg) e Vestiaire Collective, piattaforma attiva nella rivendita di moda di seconda mano. Il report, intitolato “What an accelerating secondhand market means for fashion brands and retailers” (Mercato dell’usato in accelerazione: che cosa significa per i marchi e i rivenditori di moda) è stato pubblicato ieri, 5 ottobre.

Il mercato del seconda mano rappresenta già dal 3 al 5 per cento del settore complessivo dell’abbigliamento

Il mercato del seconda mano rappresenta già dal 3 al 5 per cento del settore complessivo dell’abbigliamento, delle calzature e degli accessori e potrebbe crescere fino al 40 per cento. Sebbene gli articoli di seconda mano costituiscano circa un quarto degli armadi degli acquirenti di pezzi pre-loved, si prevede che nel 2023 costituiranno il 27 per cento degli armadi. I consumatori della Generazione Z sono i più propensi ad acquistare (31 per cento) e vendere (44 per cento) articoli di seconda mano, seguiti dai millennial.

“Bcg ha analizzato nel dettaglio il mercato globale della rivendita fin dai suoi albori”, ha spiegato Sarah Willersdorf, responsabile globale del settore lusso presso Bcg e coautrice del rapporto. “È ormai certo che i consumatori hanno abbracciato la seconda mano e stanno cambiando il modo in cui acquistano e vendono i loro vestiti. Per i marchi, entrare in questo mercato costituisce un’enorme opportunità per attrarre clienti nuovi e già esistenti, motivati da sostenibilità, convenienza ed esclusività”.

La sostenibilità è una forza trainante sempre più importante per chi acquista articoli di seconda mano

Il report si basa su due indagini globali condotte su 6.000 consumatori nel 2020 e su 2.000 consumatori nel 2022. Sebbene l’economicità sia stata citata come la motivazione principale per l’acquisto di articoli di seconda mano da oltre la metà degli intervistati, questa tendenza è in calo. La varietà del catalogo è stata indicata come il secondo principale fattore che spinge al consumo di articoli di seconda mano. Il 40 per cento degli acquirenti considera l’usato come un modo per consumare moda in modo sostenibile, e altrettanti consumatori scelgono il mercato della seconda mano per l’ampia scelta e i pezzi unici che offre. Anche il “brivido della caccia al tesoro” e l’opportunità di negoziare con i venditori sono fattori sempre più popolari per l’acquisto di abbigliamento di seconda mano, con il 35 per cento degli intervistati che li ha indicati come forze trainanti.

Il 60 per cento di coloro che vendono articoli di seconda mano vuole ripulire il proprio guardaroba per fare spazio. Lo stesso numero ha anche dichiarato di essere motivato a recuperare il valore residuo del proprio articolo e spenderlo per acquistare articoli di seconda mano (39 per cento), di prima mano (20 per cento), o altro (39 per cento).

Sebbene la vendita sia un comportamento sempre più diffuso tra gli acquirenti, non tutti gli acquirenti hanno venduto personalmente i loro articoli sul mercato dell’usato. Il 30 per cento dei non venditori ha qualcosa da vendere ma non è riuscito a trovare il tempo per mettere in vendita i propri articoli. Invece di vendere, il 30 per cento degli intervistati preferisce regalare i propri articoli ad amici o enti di beneficenza. Un quarto degli acquirenti ha dichiarato di non sapere quali capi del proprio guardaroba vendere.

“Siamo orgogliosi di constatare che la sostenibilità e la consapevolezza ambientale siano un incentivo per i clienti ad acquistare e vendere, anche per le aziende che desiderano integrare la circolarità nel loro modello di business. Sebbene i brand abbiano a disposizione diverse strade per esplorare questo mercato, internamente o con un partner esterno, la collaborazione con una piattaforma consolidata come Vestiaire Collective presenta vantaggi significativi, tra cui l’accesso a una community di oltre 23 milioni di appassionati di moda in tutto il mondo, nonché più di un decennio di esperienza in materia di dati, prezzi e logistica", ha sottolineato Fanny Moizant, cofondatrice e presidente di Vestiaire Collective.

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