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La pelletteria prosegue nel recupero post pandemia nei primi sei mesi

Scritto da FashionUnited

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Pexels, Pixabay
Incremento per produzione industriale del +12,4 per cento e fatturato (+15 per cento) per la pelletteria nei primi sei mesi del 2022. I dati, come sottolinea Assopellettieri sono stati ostenuti dai recuperi sul mercato interno (+12,2 per cento) e soprattutto dell’export (+18,3 per cento in valore, nonostante un sensibile rallentamento, in termini di volume, nei mesi di aprile e maggio).

Pelletteria: bene le vendite nell’Unione europea (+19,6 per cento in valore) e i mercati nordamericani

Bene le vendite nell’Unione europea (+19,6 per cento in valore); brillano i mercati nordamericani (Usa +67,5 per cento e Canada +89,5 per cento), la Corea del Sud (+44,3 per cento), gli Emirati Arabi (+87 per cento) e il Giappone (+27,7 per cento), tutti già decisamente al di sopra dei livelli pre-Covid del 2019.

Numeri alla mano, inoltre, emerge che i nuovi lockdown hanno rallentato, come ampiamente previsto, l’export verso la Cina in aprile e maggio (-26,3 per cento tendenziale in valore nel bimestre), che limita così la crescita a un +9,2 per cento nel cumulato 6 mesi), mentre crollano Russia e Ucraina (-53,5 per cento e -77,2 per cento nei 4 mesi successivi lo scoppio del conflitto).

Il settore, si legge in una nota, prosegue dunque nel recupero post-pandemia, ma ancora una volta a due velocità: se le griffe internazionali del lusso corrono, molte sono le aziende tuttora in difficoltà tra le Pmi. Insomma, la prima metà del 2022 si è chiusa, secondo l’analisi condotta dal Centro studi di Confindustria moda per Assopellettieri, con dinamiche positive in tutte le principali variabili congiunturali, segnando la prosecuzione del consolidamento post-pandemia. "Dietro i dati medi indiscutibilmente favorevoli, soprattutto sul versante dell’export, che ha superato in valore del 5,1 per cento i livelli del 2019, si cela però una situazione molto disomogenea tra le imprese del comparto, che vede la presenza, accanto ai grandi brand internazionali del lusso, di un gran numero di realtà di dimensioni marcatamente più ridotte (l’80 per cento del totale ha meno di 10 dipendenti)", ha specificato la nota.

Quanto all'esame per merceologia si evidenziano incrementi a due cifre nelle vendite estero sia per i beni in pelle (+20,9 per cento in valore sui primi 6 mesi 2021, ma sempre al di sotto dei livelli di tre anni addietro, -5 per cento circa), sia per le tipologie realizzate in altri materiali (cresciute del +12,8 per cento).

Le borse sono di gran lunga il prodotto più venduto

Le borse sono ovviamente di gran lunga il prodotto più venduto (coprono oltre 2/3 in valore dei flussi in uscita nel periodo analizzato) e fanno segnare un aumento del +21,2 per cento; seguono a distanza gli articoli di piccola pelletteria (portafogli, borsellini, portachiavi e oggetti da tasca o borsetta), con una quota del 16 per cento (e una crescita di poco sotto la media globale dell’export, +17,4 per cento). Le cinture (+13,3 per cento) e la voce “valigie e articoli da viaggio” (+11 per cento) mostrano invece recuperi un po’ meno marcati; quest’ultima, peraltro, presenta addirittura una contrazione per i prodotti realizzati in pelle (-5,5 per cento).

Durante gli Stati generali della pelletteria italiana, che si sono svolti a Firenze la settimana scorsa, il presidente di Assopellettieri Franco Gabbrielli, ha sottolineato: "un tema che ci sta molto a cuore è la salvaguardia del know-how artigianale, accanto all’evoluzione delle competenze di filiera. Gli Stati Generali della Pelletteria 2022 sono l’occasione per esaminare lo scenario attuale e i suoi protagonisti, mettendo in evidenza e analizzando i trend che stanno cambiando la struttura stessa del settore, prime fra tutti la verticalizzazione delle filiere e le aggregazioni".

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