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Lavoro: 531mila assunzioni a settembre, incertezza per il commercio

Scritto da Isabella Naef

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Andrea Piacquadio Credits: Pexels

Sono 531mila i lavoratori ricercati dalle imprese (con un contratto a tempo determinato superiore a un mese o a tempo indeterminato) per il mese di settembre, 7mila in più (+1,3 per cento) rispetto a quanto programmato un anno fa. Per l’intero trimestre settembre-novembre 2023 le assunzioni previste superano di poco 1,4 milioni, in aumento dell’1,9 per cento rispetto all’analogo periodo del 2022. In crescita la domanda per servizi alle persone e logistica, mentre aumenta l’incertezza per commercio e turismo.

La difficoltà di reperimento si attesta al 48 per cento

Questi i dati del Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere in collaborazione con Anpal. L'analisi mette in evidenza che continua a crescere la difficoltà di reperimento segnalata dalle imprese che coinvolge il 48 per cento delle assunzioni programmate, in aumento di 5 punti percentuali rispetto a dodici mesi fa, con quote comprese tra il 60 e il 70 per cento per molte figure tecnico – ingegneristiche e di operai specializzati.

A livelli inferiori rispetto al 2022 le previsioni di assunzione delle imprese commerciali

Il Bollettino del Sistema informativo Excelsior indica che le grandi imprese (con oltre 250 dipendenti) e le piccole imprese (10-49 dipendenti) a coprire completamente l’incremento complessivo rispetto al 2022 delle assunzioni programmate (rispettivamente, con +4,4mila e +4,3mila nel mese e +11mila e +12mila nel trimestre); mentre le imprese di minore dimensione (1-9 dipendenti) prevedono per settembre un calo delle assunzioni (-3mila).

Il comparto manifatturiero nel complesso programma 99mila entrate a settembre 2023 (dato analogo rispetto a 12 mesi fa) e 275mila entrate nel trimestre (-0,2 per cento). Tra i principali settori manifatturieri il Bollettino segnala le previsioni della meccatronica con 25mila contratti a settembre e 69,5mila nel trimestre e dalla metallurgia (20mila e 55mila, rispettivamente). Più distanziate le industrie alimentari (13mila e quasi 40mila) e quelle della moda (11mila e 33mila).

Le costruzioni programmano a settembre 60,5mila assunzioni e 196mila nel periodo settembre novembre (+3,5mila nel mese e +15mila nel trimestre). Previsioni positive soprattutto per i servizi alle persone (111mila contratti nel mese e 238mila nel trimestre), grazie in particolare alle assunzioni nel settore dell’istruzione e servizi formativi privati, e trasporti e logistica (44mila e 126 mila), mentre si collocano su livelli inferiori rispetto allo stesso periodo del 2022 le previsioni di assunzione delle imprese commerciali (59mila nel mese pari a -2,2 per cento rispetto all’anno precedente e 185mila nel trimestre pari a -0,8 per cento) e di quelle del turismo (69mila, cioè, 7,3 per cento sul 2022 e 193mila pari a -2,2 per cento).

Le previsioni del mese di settembre si basano sulle interviste realizzate su un campione di circa 90mila imprese. Le interviste sono state raccolte nel periodo dal 17 luglio al primo agosto 2023.

Le imprese dichiarano difficoltà di reperimento per oltre 252mila assunzioni a settembre (il 48 per cento del totale), confermando come causa prevalente la “mancanza di candidati” con una quota del 31,7 per cento, mentre la “preparazione inadeguata” si attesta al 12 per cento. I gruppi professionali con mismatch più elevato sono gli operai specializzati (64,2 per cento la quota di entrate difficili da reperire), i conduttori di impianti fissi e mobili (53,2 per cento) e le professioni tecniche (49,5 per cento). In particolare, le figure più difficili da trovare sono gli attrezzisti, operai e artigiani del trattamento del legno (74,1 per cento e un picco dell’87,7 per cento nel Nord Ovest), gli operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni (73,6 per cento, con un massimo nel Nord Est dell’80,9 per cento), i meccanici artigianali, montatori, riparatori, manutentori macchine fisse e mobili (73,1 per cento, al 76,7 per cento nel Nord Ovest) e i fabbri ferrai costruttori di utensili (72 per cento, ma fino all’81,5 per cento nel Centro).

A livello territoriale evidenziano maggiori difficoltà di reperimento le imprese delle regioni del Nord Est, dove il 53,4 per cento del personale ricercato è difficile da trovare, una quota notevolmente superiore a quella registrata nel Sud e Isole (43,5 per cento) e nel Centro (45,9 per cento), mentre il valore nel Nord Ovest (47,4 per cento) si mantiene vicino alla media. In particolare, per le principali regioni in termini di flusso di assunzioni emergono le seguenti quote di difficoltà di reperimento: in Lombardia 122mila contratti e difficoltà di reperimento pari a 46,5 per cento, nel Lazio 56mila e 38,0 per cento, per il Veneto 52mila e 54,4 per cento, in Emilia-Romagna 49mila e 51,9 per cento e, infine, in Campania 42mila e 41 per cento.

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