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Le startup della moda: Re-Bello e la sostenibilità

Scritto da Isabella Naef

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L'innovazione è fondamentale nel settore della moda, così come è importante l'utilizzo del web, delle nuove tecnologie, l'attenzione all'ambiente e alla sostenibilità. Molte idee imprenditoriali, infatti, nascono dalla sensibilità e della conoscenza di studenti e ragazzi sensibili a questi temi: FashionUnited ha selezionato alcune delle startup più interessanti del panorama italiano e ha deciso di raccontarle a partire da oggi e per tutto il mese di agosto.

Oggi tocca a Re-Bello, marchio altoatesino con sede a Pineta di Laives, in provincia di Bolzano. Daniel Tocca, fondatore e ceo dell’azienda che oggi conta 15 dipendenti, spiega come il brand è riuscito a convincere sia la clientela italiana, sia quella internazionale e ad arruolare una stilista come Ivana Omazic, che ha un passato alla direzione creativa di Martin Margiela e Jil Sander.

Come e quando è nato Re-Bello e cosa significa?

L’idea nasce nel 2012, a Rotterdam, città dove stavo studiano Entrepreneurship and new business venturing alla alla Rotterdam School of management. Mi sono sempre interessato alla moda e ogni volta che andavo a fare shopping nella mia città, ossia Bolzano, oppure a Milano, notavo che tutta l’offerta che rientrava nel settore di moda sostenibile in realtà mancava totalmente della componente fashion. Per dirla alla tedesca le collezioni di questo genere assomigliavano a kartoffeln sack, ossia sacchi di patate. Da lì ho cominciato a pensare seriamente “perché non creiamo un marchio fashion di moda sostenibile?” Nasce così Re-bello, dove “Re” sta per rivoluzionare e “bello” indica la componente di stile e bellezza della

Quindi ha cominciato a progettare il business plan in Olanda?

Ne ho parlato con due miei amici di Bolzano, Daniel Sperandio ed Emanuele Bacchin, che erano a Milano per studiare all’Università Luigi Bocconi. Il nome è da subito piaciuto a tutti e abbiamo iniziato a parlare in maniera più concreta di questa idea. Facevamo le riunioni via Skype, io in Olanda e loro a Milano.

Che tipo di importanza ha avuto sin da subito la componente “sostenibile” e quella “moda”?

Il senso estetico è stato sempre un fattore fondamentale così come il nostro desiderio di investire nella ricerca e nello sviluppo di nuovi materiali. Bisogna pensare che il cotone non ci sarà per sempre. Il Dna del nostro brand si esprime attraverso l'utilizzo esclusivo di fibre eco-sostenibili, caratterizzate da comfort superiori a quelle utilizzate a oggi nel settore moda, e la ricerca effettuata attraverso collaborazioni con i centri di ricerca delle più avanzate università e con gli stessi produttori. Le collezioni Re-Bello sono prodotte con fibre come eucalipto, bamboo, cotone organico, lana riciclata, cipresso. La ricerca e lo studio di queste materie sono continui e rappresentano il principale impegno aziendale, raggiungere l'eccellenza attraverso lo studio e l'innovazione. Ne sono solo esempi la fibra di ortica e il pregiato Pet riciclato dalle bottiglie d'acqua.

Dove avete trovato i finanziamenti per cominciare a produrre e a fare ricerca?

Siamo partiti nel 2012 con 10mila euro e quasi subito abbiamo trovato un business angel che ci ha dato 150mila euro. Con le nostre prime magliette e con le felpe siamo entrati in 100 punti vendita, da Amsterdam a Roma. Nel 2014 c’è stato il secondo investimento importante: 500mila euro da LVenture Group e Italian brand factory. Grazie a questa iniezione di capitali abbiamo messo a punto l’ecommerce, siamo riusciti a tirare a bordo una designer di alto livello come Ivana Omazic e ad allargare l’offerta a un total look uomo e donna.

La prima collezione firmata dalla Omazic è la primavera estate 2016?

Esatto, la collezione attualmente in vendita nei negozi è stata disegnata da Ivana, così come sarà disegnata da lei la linea autunno inverno 2016-17.

In che fascia di prezzo vi collocate e che tipo di strategia distributiva avete messo a punto?

Il nostro è un posizionamento medio alto. L’idea è di proporre un prodotto valido ma anche competitivo,non vogliamo avere ricarichi esagerati. Giusto per fare un esempio posso dire che le t-shirt partono dai 39 euro in su e gli abiti da 80 euro in su. Al momento abbiamo 10 agenti monomandatari. Proprio in questo momento io sono in Olanda per costruire la mia rete di vendita, vado direttamente dai potenziali clienti per presentare il brand. Per ora puntiamo a consolidare la nostra presenza in Italia, Germania, Olanda, Spagna, Danimarca, Austria e Svizzera. Le prossime tappe saranno il Giappone, gli Usa, la Corea e la Cina.

Qual è il target di Re-Bello?

Il nostro brand coinvolge un target di persone con uno specifico lifestyle, ossia persone con una mentalità aperta e che amano la moda. Un target che ama vestirsi bene e ha interessi sociali di alto livello.

Nei piani dell’azienda rientra anche una rete di monomarca?

Sì, certo, nel 2017 prevediamo anche l’apertura di un monobrand, a Bolzano, dove si trova il nostro quartier generale, oppure a Milano.

Qual è vostro fatturato 2015 e quali le previsioni per il 2016?

Il fatturato 2015 è ammontato a 770mila euro e prevediamo di chiudere il 2016 a quota 1,5 milioni di euro.

Che tipo di difficoltà avete incontrato nel lancio della startup?

Nessuna, anzi, ci hanno aiutato, nel senso che la provincia di Bolzano offre anche alcune sovvenzioni per l’innovazione (Re-Bello ha ricevuto un premio di 200mila euro in qualità di impresa innovativa,ndr). Ma devo dire che se un progetto è valido deve funzionare a prescindere dal territorio dove ha sede la startup. L’idea non è vincente se è molto aiutata e finanziata.

La prossima settimana su FashionUnited.it la storia di un'altra startup Foto: Daniel Tocca Foto: La collezione Re-Bello Scritto da Isabella Naef
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