Liu Jo uomo punta all'estero e presenta a Pitti Uomo la nuova collezione
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Liu Jo uomo va all’estero e prevede un giro d’affari generato nei mercati oltre confine pari al 10 per cento del fatturato complessivo entro fine 2022.
Questo quanto affermato da Marco Marchi, amministratore unico di Liu Jo. Marchi, che ha scelto Pitti per la presentazione della collezione uomo di Liu Jo, marchio la cui licenza in esclusiva fa capo a Co.ca.ma srl, e ha ribadito l’importanza di presenziare alla kermesse, proprio in un momento in cui la pandemia da Covid-19 ha fatto rinunciare molti brand. “Abbiamo deciso di portare avanti questa iniziativa la scorsa estate, quando la situazione pandemica era molto diversa. Poi abbiamo comunque deciso di essere presenti nonostante le complessità del momento, di agire con ottimismo e la scelta si è rivelata premiante perchè desideriamo far crescere la linea uomo all’estero e puntare sul wholesale”, ha sottolineato Marchi.
Per Liu Jo uomo l’obiettivo è di passare da un 5 per cento di export ad almeno un 10 per cento entro fine anno
L’obiettivo è di passare da un 5 per cento di export “ad almeno un 10 per cento entro fine anno”, ha aggiunto Antonio Ricciardi, direttore commerciale di Co.ca.ma, azienda licenziatiaria a livello produttivo e distributivo di Liu Jo uomo. Numeri alla mano, Co.ca.ma. srl ha chiuso il 2021 con ricavi pari a 46 milioni di euro registrando una crescita del 35 per cento sul fatturato del 2021. L’export, come anticipato, vale oggi il 5 per cento ma è destinato a crescere significativamente in seguito alla strategia di internazionalizzazione attuata dal brand a partire dall’autunno inverno 21.
A due stagioni dall’apertura verso i mercati esteri il brand ha già consolidato la propria presenza nei primi mercati aperti, Portogallo e Polonia, per poi andare a posizionarsi presso wholesaler in Belgio, Francia, Spagna, Europa dell’est e Russia. Con un totale di punti vendita che per la fall winter 22 dovrebbero essere 229, a cui si aggiungono le 301 italiane, il marchio si appresta a quintuplicare il giro d’affari del proprio canale Wholesale.
Marco Marchi: “in questo momento l’Italia sta vivendo un momento straordinario anche grazie a un presidente del Consiglio autorevole come Mario Draghi”
Alla forte spinta data allo sviluppo del canale wholesale si affianca, sempre in un’ottica di sviluppo multicanale, anche il canale ecommerce che, nel 2021, ha raggiunto con il solo brand Liu Jo Uuomo un giro d’affari pari a 300.000,00 euro, “in crescita del 30 per cento sull’esercizio precedente”, ha affermato Ricciardi. “Le donne già nostre clienti sono state le migliori ambasciatrici delle collezioni uomo di Liu Jo facendole apprezzare a mariti, fidanzati e amici”, ha detto Marchi, sottolineando che il minimo comun denominatore tra la linea uomo e quella dedicata alla donna è un’estetica condivisa che fa del made in Italy, della maglieria e del denim i cavalli di battaglia anche per crescere all’estero. “Sono ottimista e come imprenditore vedo il bicchiere mezzo pieno, in questo momento l’Italia sta vivendo un momento straordinario, siamo tra i Paesi più virtuosi anche grazie a un presidente del Consiglio autorevole come Mario Draghi, riconosciuto e apprezzato ovunque. Negli ultimi venti anni non abbiamo avuto prestigio, siamo semplicemente sopravvissuti, e in questo momento in virtù della nostra capacità di adattamento, del nostro tessuto economico e sociale dinamico abbiamo delle opportunità da cogliere”, ha osservato Marchi.
Ed è proprio alla capacità di adattarsi dell’uomo contemporaneo che punta la collezione Liu JO Men’s collection per l’autunno inverno 22-23. Battezzata Flow/er, un gioco di parole e suffissi, con la radice del sostantivo flo, flusso e il rimando alla parola flowe, fiore, la collezione racchiude i due concetti chiave del fluire e dello sbocciare. Il risultato è la presenza di pattern considerati dei classici dell’armadio maschile come il pied de poule, il madras, il camouflage, il check e la riga resi attuali con cromie e grandezze nuove. La contaminazione con colori esuberanti come il fucsia, il lapis e il cedro ha il compito di incuriosire i consumatori. Atro utilizzo inusuale dei pattern è il “pattern-block” in fantasia madras o pied de poul declinati in total look che comprendono abito in jersey, camicia, bomber e cappellino con visiera. Si evolve e si riadatta anche il camouflage, disegnato nella collezione dalle stesse sagome dei fiori sfumati. Il tema jeans, fondamentale nel dna del brand Liu Jo, abbraccia anche felpe e t-shirt. Le proposte di maglieria, invece, sono enfatizzate da colori intensi come il dark green e il rosso. I pantaloni chino, infine, sono proposti in fit più leisure e in una nuova e più ampia gamma di tessuti che, alla gabardina classica affianca raso e velluto sia con effetto lavato, sia mille righe. Ampliamento anche nella proposta cargo, che viene proposto anche in jersey piquet e in flanella.