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Lunelli (Altagamma): il consumatore va amato

Scritto da Isabella Naef

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Il consumatore deve essere messo al centro delle strategia dei marchi del lusso, deve essere amato. Con queste parole, ieri, Matteo Lunelli, presidente di Altagamma ha aperto la settima edizione dell’Altagamma consumer and retail insight.

Il 57 per cento dei consumatori true-luxury si asterrà nel breve periodo dall’effettuare spese significative

La presentazione, come era prevedibile, è stata caratterizzata dall’analisi dell’impatto di Covid-19 sul mondo luxury, con il consueto focus sull’evoluzione del comportamento dei consumatori e delle strategie di distribuzione delle imprese.

"E' un momento in cui il consumatore esce da un periodo che lo ha particolarmente colpito. In questo periodo tutti abbiamo pensato le relazioni in modo diverso", ha aggiunto Lunelli.

Guardando ai dati, l'indagine True-luxury global consumer insight, presentata da Nicola Pianon, senior partner e managing director di Bcg, ha confermato come la crisi Covid-19 non abbia risparmiato il mercato dell'alto di gamma, con il 57 per cento dei consumatori true-luxury che si asterrà nel breve periodo dall’effettuare spese significative.

L’approccio emotivo verso la ripresa è anch’esso cauto, con il 43 per cento dei consumatori che pensa che, dopo la crisi, la ripartenza non sarà rapida. Unica eccezione i cinesi che si mostrano più ottimisti (77 per centovs. 43 per cento).

Tra i principali trend rilevati dallo studio, inoltre, per quanto riguarda il turismo di fascia alta, l’Italia risulta in calo come destinazione preferita presso il fondamentale target dei viaggiatori cinesi. I viaggi di lavoro sono previsti calare con un trend di lungo periodo (secondo il 54 per cento degli intervistati) mentre si stima che i viaggi di svago (leisure), pur in diminuzione nell’immediato (secondo il 60 per cento degli intervistati) si riprenderanno dopo il periodo successivo all’emergenza.

Il 43 per cento dei consumatori top (e più della metà negli Usa) dichiara di voler spendere più in esperienze di lusso e meno per l'acquisto di prodotti, con una preferenza per categorie più esclusive e private, come l’home design, il wellness e l’alta cucina.

Tra le tendenze, inoltre, va evidenziata la polarizzazione dei valori del lusso: “sobriety is the way” in Occidente, “extra is cool” in Cina.

Per i consumatori cinesi aumenterà del 14 per cento la preferenza per prodotti con forte riconoscibilità del brand, confermando una tendenza pre-Covid19. Gli occidentali la vedranno diminuire del 9 per cento, mostrando un maggiore apprezzamento per un lusso più discreto, per lo slow fashion e la qualità intrinseca al prodotto.

Il consumo dei cinesi (che vale il 35 per cento del mercato luxury e che è tradizionalmente svolto in gran parte all’estero) si rivolgerà ora soprattutto al mercato interno.

Emerge in maniera sempre più chiara anche la necessità di andare verso il "clienteling 2.0", che significa garantire che la relazione sia alimentata senza soluzione di continuità sia in negozio sia online, combinando le capacità umane e dei dati utilizzando strumenti avanzati.

Nella nuova realtà, i consumatori true-luxury apprezzeranno molto la personalizzazione digitale.

“Il lusso esperienziale è diventato più intimo e a corto raggio a seguito della crisi legata al Covid-19. Il 54 per cento dei consumatori true-luxury non prevede di riprendere i viaggi internazionali prima di sei mesi", ha sottolineato Pianon.

Foto: Pexels

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