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Meno di 1 ruolo apicale su 3 negli organi societari della moda è occupato da donne

Scritto da Isabella Naef

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Nel tessile le donne rappresentano il 17,8% dei dirigenti Credits: FashionUnited, immagine generata con l'ausilio dell'Intelligenza artificiale

Meno di 1 ruolo apicale su 3 negli organi societari della moda italiana è occupato da donne nel 2024. Un dato che stride con il "fioccare" di certificazioni sulla partità di genere che molte etichette dell'industria del fashion hanno ottenuto negli ultimi due anni. Sembra che sulla carta questa parità esista, ma poi siano molte, moltissime, le variabili che non fanno quadrare i conti su questo fronte.

Sta di fatto che, numeri alla mano, nei consigli di amministrazione aziende associate a Camera nazionale della moda, la presenza femminile è del 25,8% (-1,2 punti percentuali rispetto al 2023), nei collegi sindacali è del 27,4% (+2,3 pp rispetto al 2023), tra i procuratori raggiunge il 35,6% (-1 punto percentuale rispetto al 2023). A dipengere questo mesto quadro è l’Osservatorio “Donne e moda: il barometro 2025”, promosso dall’Ufficio Studi di Pwc Italia in collaborazione con “Il Foglio della moda”, inserto mensile del Foglio, curato dalla giornalista Fabiana Giacomotti.

Nel tessile le donne rappresentano il 17,8% dei dirigenti

Proseguendo nel lettura dei dati emerge che la manodopera femminile nell’industria tessile-abbigliamento è del 59,3% nel 2023, +30 punti percentuali rispetto alla media dell’industria manifatturiera (28,9%).

Nel tessile le donne rappresentano il 59,1% degli impiegati, il 45,7% degli operai, il 27,5% dei quadri e il 17,8% dei dirigenti. Nell’Abbigliamento, le donne sono il 73,8% degli impiegati, il 64,3% degli operai, il 45,4% dei quadri e il 31,6% dei dirigenti.

Il 69% delle donne manager nelle piccole e medie aziende ha più di 45 anni, solo il 2% ha meno di 30 anni. I manager uomini under 30 sono 7 volte più frequenti.

La ricerca, giunta alla quinta edizione, fotografa la presenza femminile e le mansioni ricoperte dalle donne lungo tutta la filiera del sistema moda, sia in termini quantitativi che qualitativi. Per realizzarla, Pwc ha condotto un’analisi su più livelli coinvolgendo le principali associazioni di categoria. Sono state considerate le visure di 106 aziende associate alla Camera nazionale della moda italiana evidenziano la partecipazione femminile negli organi societari (cda, collegi sindacali, procuratori); gli ultimi dati disponibili di Confindustria Moda e Confindustria Accessori Moda (su 68.135 imprese)che mappano le mansioni della manodopera femminile nell’industria tessile e dell’abbigliamento, nel settore conciario e degli accessori.

Infine, è stata analizzata una ulteriore indagine su 195 piccole e medie imprese artigiane associate a Cna Federmoda rileva la presenza femminile nei comparti produttivi della filiera moda.

“A cinque anni dalla prima edizione dell’Osservatorio donne e moda, la presenza femminile negli organi societari delle imprese del settore è aumentata di 2,4 punti percentuali. Restringendo il campo ai soli consigli di amministrazione, l’incremento della partecipazione femminile è stato di 4,5 punti percentuali sul 2020", ha detto, attraverso una nota, Erika Andreetta, partner Pwc Italia Emea luxury community leader. "Questi segnali incoraggianti confermano una crescente sensibilità da parte delle aziende ma la strada per la parità di genere nella moda italiana è ancora lunga. Risulta evidente l’urgenza di agire centralmente con misure concrete e incentivi che accelerino la competitività delle imprese e ne tutelino, di conseguenza, il capitale umano. Farlo significherebbe mettere il lavoro femminile al centro dell’agenda politica ed economica del Paese, generando un effetto domino positivo: preservazione delle filiere, risorse per welfare e formazione, occupazione qualificata e valorizzazione delle competenze femminili, anche in ambito tecnico e Stem”, ha aggiunto Andreetta.

Meno di 1 ruolo apicale su 3 negli organi societari della moda italiana è occupato da donne

L’analisi delle visure di 106 aziende associate alla Camera della moda italiana evidenzia una partecipazione femminile del 30,6% negli organi societari dei grandi marchi nel 2024. Sebbene il dato segni un lieve calo rispetto al 2023 (-0,3 punti percentuali), la presenza femminile negli organi societari della moda italiana è aumentata di 2,4 punti percentuali rispetto al 2020.

Nel dettaglio, nel 2024 la presenza femminile nei cda ha raggiunto il 25,8% (-1,2 punti percentuali rispetto al 2023), il 27,4% nei collegi sindacali (+2,3 pp rispetto al 2023) e il 35,6% tra i procuratori (-1 pp rispetto al 2023).

L’età media delle donne che ricoprono posizioni apicali negli organi societari è di 52 anni, più bassa di oltre tre anni rispetto a quella degli uomini che ricoprono gli stessi ruoli.

Nel tessile e abbigliamento la presenza femminile diminuisce significativamente nei ruoli dirigenziali

La presenza femminile diminuisce significativamente nei quadri e nei ruoli dirigenziali. Nel tessile le donne occupano solo il 27,5% delle posizioni quadro (rispetto al 72,5% occupate dagli uomini) e il 17,8% delle posizioni dirigenziali (rispetto all' 82,2% occupate dagli uomini). Nel segmento dell’abbigliamento la percentuale di donne quadro sale al 45,4% del totale (rispetto al 54,6% di uomini) e raggiunge il 31,6% nelle posizioni dirigenziali (rispetto al 68,4% di uomini). Nel settore conciario e degli accessori, inclusi i segmenti calzaturiero, pelletteria, pellicceria e concia, le donne rappresentano il 49,6% degli occupati, pari a una manodopera di 74.353 addette di cui circa il 10% con un inquadramento contrattuale a tempo determinato. A livello di mansioni, il 70,5% ricopre ruoli operativi, il 27,5% ruoli amministrativi mentre solo il 2% lavora in posizioni dirigenziali.

Complessivamente l’11,3% delle lavoratrici ha meno di 29 anni, il 17% ha tra i 30-39 anni, il 29% ha tra i 40-49 anni, il 35% ha tra i 50-59 anni e il 7,5% ha oltre 60 anni.

Nelle piccole e medie aziende artigiane quasi 3 ceo su 4 sono donne

Per completare la ricerca sull’occupazione femminile lungo l’intera filiera della moda, il Barometro 2025 di Pwc include i risultati di un’indagine condotta su 195 piccole medie e imprese dell’artigianato italiano associate a Cna Federmoda.

Nelle piccole e medie aziende artigiane quasi 3 ceo su 4 sono donne Credits: FashionUnited, immagine generata con l'ausilio dell'Intelligenza artificiale

Il 91% delle pmi intervistate dichiara di avere una percentuale di lavoratrici donne pari o superiore al 50% del totale dell’organico nel 2025 (rispetto al 77% delle pmi nel 2024, 74% nel 2023). Quasi la metà del campione (49%) segnala di avere un cda a netta prevalenza femminile (rispetto al 33% delle pmi nel 2024, 39% nel 2023), con oltre il 60% dei membri donne. Nelle imprese artigiane della moda, quasi 3 ceo su 4 sono donne (74%). Tuttavia, nel 64% dei casi le lavoratrici che partecipano al processo decisionale ricoprono più di un incarico amministrativo, riflettendo modelli di governance prevalentemente familiari tipici delle pmi.

Le donne che ricoprono un ruolo dirigenziale lavorano principalmente nei dipartimenti di produzione (19%), amministrazione e contabilità (16%), design (12%) e vendite (10%). Il 69% delle donne in posizioni manageriali nelle pmi della moda ha più di 45 anni, mentre solo il 2% ha meno di 30 anni, dato 7 volte inferiore rispetto alla percentuale di manager under 30 uomini, pari al 14%.

Oltre la metà delle pmi non ha strumenti a sostegno della genitorialità

Secondo il 22% delle pmi intervistate la maternità è ancora percepita, almeno parzialmente, come un ostacolo all’avanzamento di carriera (rispetto al 39% nel 2024) e per quasi l’85% dei rispondenti potrebbe essere d’aiuto l’introduzione di strumenti di welfare aziendale per alleggerire il carico sulle famiglie. Tuttavia, più della metà del campione (53%) dichiara di non disporre di alcuno strumento di welfare a sostegno della genitorialità, mentre il 34% riporta di avere orari flessibili in azienda. La quasi totalità delle imprese afferma di garantire pari opportunità nei processi di selezione e avanzamento, ma solo il 3% delle imprese artigiane intervistate ha inserito obiettivi di diversity & inclusion nei propri piani a lungo termine.

Il 58% delle pmi dichiara di avere almeno una donna con un contratto part time (rispetto al 52% nel 2024), percentuale che scende al 17% per i contratti part time maschili (rispetto al 14% nel 2024). Nella grande maggioranza dei casi (75%) le ragioni che determinano la scelta del part-time delle donne riguardano la conciliazione tra vita personale e lavoro.

Camera Nazionale Della Moda Italiana
Cna Federmoda
PWC