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Ottod'Ame punta ai 35 milioni di fatturato nel 2023

Scritto da Isabella Naef

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Courtesy of Ottod'Ame
Dalla certificazione Gots, acronimo di Global organic textile standard, promossa dalle principali organizzazioni internazionali attive nell'agricoltura biologica al fine di garantire uno sviluppo responsabile e sostenibile nel settore tessile, fino al controllo della filiera del tessuto, agli eco-imballaggi, passando anche per collezioni sempre più sostenibili su ogni fronte. L’impegno "green" del marchio Ottod’Ame, che entro il 2025 vedrà salire al 50 per cento i tessuti riciclati nella main line, si declina così.

Ottod’Ame entro il 2025 porterà al 50 per cento i tessuti riciclati nella main line

Ottod’Ame nasce a Firenze 2003 dallo spirito creativo di Silvia Mazzoli. A oggi il marchio conta tre monomarca: Firenze, Milano e Verona. L’etichetta, assieme al brand Même Road, fa capo a H.Eich srl, società che dopo un 2020 in flessione del 17 per cento a causa della pandemia da Covid-19, ha messo a segno una crescita positiva del 20 per cento, ritornando ai livelli di fatturato dell’anno 2019. “Il 2021 si chiude con un giro d’affari pari a 24 milioni, con l’estero che pesa per il 60 per cento”, ha raccontato a FashionUnited Nicolò Frosini, amministratore delegato di H.Eich.

Nel 2022 è prevista una crescita organica su tutte le linee e su tutti i canali, puntando al raggiungimento dei 30 milioni. Nel 2023 il management prevede di raggiungere i 35 milioni di euro, complice, appunto, la strategia di sostenibilità che spinge verso un prodotto sempre più sostenibile. Per l’autunno inverno 2022 è stata messa a punto una collezione di 30 capi interamente dedicata all’outwear tecnico con il 70 per cento di tessuti riciclati e imbottiture in piume sintetiche.

La nuova linea, pensata e realizzata a seguito del successo della categoria piumini nelle ultime due stagioni autunno-inverno, ha preso il nome di Wayout e continua il percorso iniziato dal brand verso un concetto di moda etica. La palette di colori della collezione va dalle tinte unite come il militare, il nero, l’oro e il purple, al maculato e all’effetto tweed.

“La nostra produzione avviene per il 95 per cento in Italia, tra Toscana, Emilia Romagna e Marche”, osserva Frosini, sottolineando che il restante 5 per cento è rappresentato da piumini o ricami particolari. L’azienda, il cui team è composto al 95 per cento da donne, sostiene, inoltre, l’empowerment femminile all’interno del settore tessile con progetti che diano valore e forza alle figure che ne fanno parte.

Tornando ai progetti in fase di attuazione, figura anche l’espansione sul mercato americano, grazie a un accordo con uno showroom a New York. Lo sviluppo in Usa è in piena sintonia con la strategia green sempre apprezzata sui mercati esteri. Per ora Francia e Germania sono i mercati oltreconfine più importanti per l’azienda.

“Sicuramente la sostenibilità all’estero viene accolta favorevolmente, si tratta di una argomentazione valida che, ovviamente, si deve sposare con il prodotto giusto”, ha spiegato Frosini. Tra le novità figura anche un nuovo accordo di collaborazione con il gruppo Hayman ltd per il mercato cinese.

Anche il canale online continua a costituire un elemento di forza per il brand, contribuendo all’obiettivo di omnicanalità di interazione tra negozianti e consumatori. A oggi l’online rappresenta il 6 per cento del giro d’affari dell’azienda. "Abbiamo una strategia digitale a 360 gradi. Il web è una vetrina nel mondo ed è un veicolo di brand awarness", ha concluso Frosini.

Courtesy of Ottod'Ame
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