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Ovs spa: utile a 57,7 milioni nel FY 2019

Scritto da Isabella Naef

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Le vendite del gruppo Ovs sono state pari a 1.370,1 milioni di euro, in un mercato che è calato rispetto all’anno precedente del -3,9 per cento. La quota di mercato è risultata ancora in aumento, raggiungendo l’8,1 per cento.

L’Ebitda rettificato si è attestato ad 156,3 milioni, in crescita di 12,1 milioni rispetto all’anno precedente, grazie alla crescita significativa di entrambe le insegne concretizzatasi nel secondo semestre dell’anno (+31 milioni rispetto al medesimo periodo del 2018), si legge in una nota.

Ovs spa: quasi concluso il processo volto al rafforzamento finanziario per fare fronte al prolungato lock-down forzato

Il risultato d’esercizio rettificato è pari a 57,7 milioni di euro, anch’esso in crescita rispetto al 2018 + 2,6 milioni) di euro.

La posizione finanziaria netta rettificata è risultata pari a 309,9 milioni, grazie a una generazione di cassa nell'anno pari a 65,9 milioni di euro.

"Quasi concluso il processo volto al rafforzamento finanziario per fare fronte al prolungato lock-down forzato dei nostri negozi. Gli istituti coinvolti hanno proceduto con le relative delibere. Il processo si concluderà con l’approvazione del Decreto del Ministero dell’Economia e delle finanze", ha specificato il management nella nota.

"I buoni risultati conseguiti sono nati da una chiara risposta strategica all’evoluzione del mercato: abbiamo ridotto fortemente gli acquisti di merce; abbiamo privilegiato facendo leva sul nostro posizionamento, soprattutto a partire dal secondo semestre, un’impostazione delle collezioni più basata sulla sostenibilità e la qualità dei capi che sul loro contenuto moda fine a se stesso", ha sottolineato l'amministratore delegato, Stefano Beraldo.

"Tutto questo ci ha consentito di fare meno ricorso alla leva promozionale, a beneficio della profittabilità, della generazione di cassa e della riduzione degli stock di arrivo. Siamo convinti che questa scelta sia stata corretta e proseguiremo in questa direzione", ha aggiunto Beraldo.

. Le vendite totali dell’anno hanno chiuso in lieve diminuzione (-21,6 milioni, o -1,5), riflettendo la strategia preannunciata. Il recupero di top line ha caratterizzato la seconda parte dell’anno (nel primo semestre le vendite erano risultate in calo del -2,4 per cento, contro il -0,8 per cento del secondo). Il brand Ovs è stato quello che ha contribuito maggiormente al recupero di marginalità ed alla generazione di cassa.

Le vendite della rete in franchising sono aumentate del 2,5 per cento, anche a seguito delle maggiori aperture effettuate negli ultimi 12 mesi. Le vendite della rete diretta hanno contribuito in maniera determinante nell’attività di diminuzione delle scorte.

Il risultato d’esercizio rettificato è pari a 57,7 milioni, in lieve aumento rispetto al 2018 (+2,6 milioni). Nel mese di febbraio 2020 il contagio da Covid-19 ha iniziato a riguardare anche i paesi d’Europa e in particolare l’Italia. La chiusura dei punti vendita in tutto il territorio nazionale a partire dall’11 marzo e il conseguente azzeramento delle vendite degli stessi, ha poi richiesto ulteriori azioni straordinarie sul lato del contenimento dei costi, spiega il management nella nota.

Per quanto concerne gli affitti la società ha sospeso i versamenti della quasi totalità dei canoni senza ripercussioni in quanto la stragrande maggioranza dei proprietari ha compreso la situazione. "Ora si tratta di giungere a quegli accordi con le proprietà che consentano di ritrovare le corrette condizioni di equilibrio alla luce di uno scenario caratterizzato da valori immobiliari nettamente ridimensionati rispetto al recente passato, e che già prima erano oramai in molti casi fuori dalla realtà", si legge nella nota.

Con la chiusura dei negozi, il personale di vendita è stato sospeso dal servizio; la remunerazione è stata coperta, a livello di singolo dipendente, in primis con l’utilizzo del fondo ferie maturato, quindi dalla Cassa integrazione in deroga. Anche per quanto riguarda il personale di sede, durante il periodo di chiusura è stata utilizzata la Cassa integrazione in deroga (previo utilizzo ferie maturate), per almeno il 50 per cento dei collaboratori. Il resto dei collaboratori è attivo prevalentemente in lavoro agile con un presidio minimo in sede.

Nel resto dell’anno le azioni di contenimento dei costi riguarderanno il sostanziale blocco di assunzioni e straordinari e il blocco degli incrementi retributivi discrezionali previsti a budget.

Foto: Ovs, dall'ufficio stampa

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