Pelletteria: calano export e fatturato nel primo trimestre
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Nel primo trimestre calano l'export (-11,8 per cento) e fatturato (-12 per cento), mentre la domanda interna resta piatta (+1,4 per cento il valore delle vendite al dettaglio su gennaio-marzo 2023, ma ancora al di sotto del -1,3 per cento rispetto ai livelli pre-Covid): questi alcuni dei dati dell’analisi svolta per Assopellettieri dal Centro studi di Confindustria moda.
Il settore ha comunque chiuso il 2023 sostanzialmente in linea coi livelli del 2022, con fatturato a 13,15 miliardi di euro (+0,2 per cento) e vendite estero a 11,30 miliardi, confermando il recupero dei consumi interni accompagnato da una vigorosa ripresa dello shopping dei turisti stranieri.
L’analisi sottolinea come nel primo trimestre, anche a causa del concomitante rallentamento subìto dal lusso e per il raffronto con valori 2023 che nei primi mesi mostravano ancora, recuperi superiori al +10 per cento, tutti i principali indicatori settoriali presentino flessioni non trascurabili.
La metà delle aziende ha registrato una contrazione del fatturato rispetto a gennaio-marzo 2023
Il dato più significativo della gravità dell’attuale fase economica che il settore sta attraversando è costituito dal -18,1 per cento evidenziato dall’indice Istat della produzione industriale per la voce “articoli da viaggio e di pelletteria” nei primi 3 mesi dell’anno a confronto col corrispondente periodo 2023, che spiega il motivo del nuovo massiccio ricorso agli strumenti di integrazione salariale e getta più di un’ombra sull’andamento delle vendite nei mesi successivi.
Le indicazioni raccolte nel maggio scorso tra gli imprenditori pellettieri associati attraverso la consueta indagine campionaria descrivono un quadro altrettanto sfavorevole: la metà delle aziende interpellate ha registrato nel primo trimestre una contrazione del fatturato rispetto a gennaio-marzo 2023, con una quota considerevole (25 per cento dell’intero campione) per le quali l’arretramento è risultato superiore al -20 per cento. Marginale la percentuale di imprese in crescita (12 per cento del panel, decisamente più bassa rispetto a quella che aveva segnalato un incremento nel trimestre precedente, il quarto del 2023, pari al 30 per cento).
La ponderazione delle risposte con le dimensioni aziendali, si legge in una nota di Assopellettieri, ha condotto a stimare in un -12 per cento il calo medio complessivo tra le aziende campione.
I dati Istat a oggi disponibili, inoltre, mettono in luce che nei primi 3 mesi dell’anno sono stati venduti all’estero, operazioni di pura commercializzazione incluse, beni di pelletteria per 2,66 miliardi di euro, 356 milioni in meno rispetto all’analogo periodo 2023, pari al -11,8 per cento. L’esame per destinazione mostra, come già avvenuto nel 2023, performance migliori per gli sbocchi comunitari (che limitano la flessione in valore su gennaio-marzo 2023 a un -0,9 per cento) rispetto ai mercati extra-Ue (in calo invece nel complesso del -16,3 per cento).
Tra i partner dell’Unione europea la Francia, prima destinazione in assoluto, con una quota sul totale export italiano attorno al 16 per cento, nelle cui cifre rientrano anche prodotti realizzati per le griffe francesi del lusso, evidenzia una contrazione del -4,9 per cento. Tiene la Germania che, a fronte di un timido -0,4 per cento in valore, registra un +8,2 per cento in volume. Aumentano in valore, infine, e in diversi casi a doppia cifra, tutti gli altri principali membri Ue: Spagna, Polonia, Paesi Bassi, Austria e Grecia.
Tra gli sbocchi extra-Ue, che grazie al prezzo medio più alto coprono il 67 per cento dell’export settoriale, spicca anzitutto il crollo della Svizzera (-76 per cento in valore su gennaio-marzo 2023, pari a ben 387 milioni di euro in meno), scesa all’ottavo posto nella graduatoria.