Per Otb la sostenibilità abbraccia pianeta, dipendenti, società e filiera
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In effetti, oggi, parlare di sostenibilità senza portare numeri, risultati e certificazioni non è etico, così come è scorretto relegarla a qualche iniziativa sporadica legata all'ambiente senza considerare il lato economico e sociale dell'attività.
"Investo in questa direzione da anni, puntando sulla formazione di tutti i miei manager che attraverso questi insegnamenti hanno imparato ad affrontare qualsiasi momento professionale ragionando e prendendo ogni decisione di business in maniera responsabile. Oggi finalmente annunciamo tutto il lavoro che è stato fatto in questi anni con degli obiettivi concreti che ci siamo posti, tra cui, per esempio, il raggiungimento della neutralità carbonica delle nostre operazioni entro il 2030, in anticipo rispetto a quanto stabilito dall’Unione Europea. Sono orgoglioso di riconoscere nel percorso di sostenibilità di Otb gli insegnamenti che ho ricevuto dalla mia famiglia, come l’amore e il rispetto per il territorio e per la comunità”, ha spiegato Rosso.
Otb ha presentato il primo report sulla sostenibilità
Come ha raccontato il management di Otb, mercoledì, a Milano, nel corso della presentazione del primo report di sostenbilità, la sostenibilità parte dalla sede dell'azienda, coinvolge i dipendenti e il loro benessere, la filiera industriale, che deve essere sostenuta, soprattutto in momenti complessi come quelli che stiamo attraversando, e si estende al pianeta e alle persone più bisognose, che vanno aiutate a risollevarsi e reinserirsi.
Paralndo di filera, l'azienda, nel 2013, ha messo in moto il programma dedicato Cash, acronimo di Credito agevolato suppliers help. La catena di fornitura di Otb è il risultato di una stretta collaborazione con circa 1.670 fornitori in 39 Paesi. Secondo i dati del 2021, il 73 per cento dei fornitori del gruppo ha sede in Italia, una percentuale che sale fino all’80 per cento per i processi di fornitura dei soli brand del lusso, mentre quasi il 60 per cento degli acquisti totali di Otb è stato effettuato localmente in Italia. Con l’obiettivo di stabilire relazioni solide con tutti i suoi fornitori, Otb ha sviluppato il progetto Cash, attraverso il quale l'azienda estende il proprio punteggio di affidabilità creditizia agli attori che compongono la sua catena di fornitura, consentendo loro un ulteriore sviluppo e crescita. Durante la pandemia dovuta al Covid-19, "il progetto è stato di fondamentale importanza per sostenerel’ampia supply chain del Gruppo, attraverso il coinvolgimento dei fornitori di tutti gli hub produttivi: Staff International, dove il progetto è stato inizialmente lanciato, Diesel e Brave Kid", ha sottolineato il management. Oggi il 53 per cento dei fornitori che hanno aderito al progetto sono microimprese, il 37 per cento sono piccole imprese e, infine, 10 per cento sono realtà di medie dimensioni.
Otb si quoterà tra la fine del 2024 e il 2025
"Il nostro programma di sostegno finanziario ai fornitori istituito sin dal 2013; le risorse che abbiamo messo a disposizione di tantissime piccole imprese, ossatura principale del nostro sistema Paese, si sono rivelate fondamentali soprattutto nei momenti di incertezza economica degli ultimi tempi", ha detto Ubaldo Minelli, chief executive officer del Gruppo Otb. Il ceo ha confermato anche che l'azienda ha in animo di quotarsi tra fine 2024 e 2025.
Altri dati sono contenuti nel primo report di sostenibilità del Gruppo Otb per l’anno 2021. Nel dettaglio, il report raccoglie tutti i progetti e le iniziative che il Gruppo sta portando avanti con l’obiettivo di porre le basi per una crescita sostenibile dell’azienda da qui ai prossimi anni. Nel 2021, Otb ha lanciato la sua strategia di sostenibilità di Gruppo “Be Responsible. Be Brave.” che rappresenta il coronamento di un percorso volto a definire un approccio strutturato alla sostenibilità, già intrapreso negli scorsi anni. La strategia è articolata in tre aree chiave che riflettono l’impegno del Gruppo nei confronti dell’ambiente (protect our planet), della sostenibilità di prodotto (the new fashion system) e della comunità (brave together).
“Per ciascuno dei tre ambiti entro i quali si declina la strategia di sostenibilità del Gruppo abbiamo fissato degli obiettivi precisi, trasparenti e concreti. Sono felice di poter contribuire al loro raggiungimento insieme a tutte le persone che lavorano nei diversi Brand e aziende del Gruppo", ha spiegato Sara Mariani, chief sustainability officer del Gruppo Otb.
Circolarità e tracciabilità sono altri due elementi chiave nel modo di agire sostenibile del Gruppo che grazie alle potenzialità della blockchain, sviluppata da Aura blockchain consortium 1 di cui è tra i membri fondatori, e di altre tecnologie per diffondere pratiche commerciali socialmente responsabili.
L’obiettivo è raggiungere la neutralità carbonica delle operazioni interne entro il 2030 e dell’intera catena del valore entro il 2050 attraverso un piano d’azione con una forte attenzione al miglioramento della gestione energetica e la riduzione dell’impronta ambientale del Gruppo. Dal report è merso che il 41 per cento dell’elettricità usata per le operazioni interne di Otb proviene da fonti rinnovabili.
Otb, inoltre, ha aderito al Roadmap to zero programme della Zero discharge of hazardous chemicals (Zdhc) foundation, impegnandosi a sviluppare una strategia di gestione responsabile delle risorse idriche e delle sostanze chimiche e all’eliminazione dell’uso di sostanze chimiche pericolose dai processi produttivi entro il 2030. Inoltre, sin dal 2020, Diesel è entrato a far parte del The Fashion Pact, la coalizione globale di aziende del settore della moda e del tessile, che agisce in tre aree principali: mitigare il riscaldamento globale, ripristinare la biodiversità e proteggere gli oceani.
L'azienda, è stato ribadito nel corso della presentazione milanese del rapporto, vuole avere un ruolo attivo nella transizione verso un modello circolare dell’intero settore della moda. In questo contesto rientrano tutti quei progetti sviluppati dai brand per l’adozione di approcci innovativi al design e la riduzione dell’impatto ambientale dei prodotti, l’uso di materiali sostenibili e riciclati, e lo sviluppo di nuove pratiche di approvvigionamento trasparenti e tracciabili. Tra i principali progetti emersi dal report figura second hand di Diesel, una selezione di capi in denim usati a marchio Diesel, meticolosamente riparati, rinnovati e venduti in selezionati negozi italiani e online in tutta Europa e recicla, il progetto con cui Maison Margiela definisce autentici, originali, selezionati con cura dal direttore creativo John Galliano, restaurati e riappropriati come capi o accessori in edizione limitata. Rientra tra i progetti anche Jil Sander+, una collezione basata sulla ricerca di prodotti con fibre organiche, performanti e spesso ecosostenibili che uniscono estetica e comfort, raffinatezza ed elevata resistenza agli agenti atmosferici e la nuova linea del Brand Myar realizzata da Brave Kid dona nuova vita a ritagli e rimanenze di tessuto, provenienti anche da diverse aziende del Gruppo OTB, seguendo una logica di riduzione, riuso e upcycle. Marniphernalia di Marni, inoltre, è un progetto in cui il marchio ha dato nuova vita a una serie di capi in cotone, attingendo dalle collezioni precedenti e riproponendo oltre 800 articoli arricchiti da motivi rigati realizzati a mano, mentre Viktor&Rolf Tulle collection, è una capsule in edizione limitata intitolata “Lost & Found” che utilizza capi vintage riciclati.
Tra i principali punti emersi dal report il dato che, nel 2021, il 51 per cento delle posizioni manageriali è occupato da donne su un totale di circa 6.000 dipendenti. Il 63 per cento è donna e il 57 per cento ha meno di 30 anni.
Otb Foundation ha investito in oltre 300 progetti di sviluppo sociale
Per quanto riguarda la sostenibilità sociale e l'impegno nei confronti delle fasce della popolazione più disagiate, l'azienda, attraverso la Otb Foundation, organizzazione no-profit indipendente nata nel 2008, ha investito in oltre 300 progetti di sviluppo sociale che hanno avuto impatto positivo diretto sulla vita di circa 300.000 persone. La fondazione opera in Italia e nel mondo a supporto delle seguenti categorie: sostegno a organizzazioni che operano a favore di bambini e giovani, iniziative di assistenza a sostegno di donne in difficoltà e sviluppo di progetti di integrazione per coloro che non hanno un luogo sicuro dove vivere, crescere e studiare.
Tra gli impegni più recenti, quello di aiutare persone e famiglie in fuga dall'Ucraina contribuendo a trasportare in sicurezza ed accogliere 442 rifugiati in Italia. "A marzo 2022 ci siamo immediatamente attivati per portare un aiuto concreto e tempestivo a persone in situazioni terribili", ha spiegato Arianna Alessi, vicepresidente di Otb foundation, aggiungendo che oggi queste persone stanno rientrando nel loro Paese. La popolazione afghana, dove due bambini su tre, ovvero più di 13 milioni, hanno un disperato bisogno di aiuti umanitari è un altro fronte su cui è impegnata la fondazione. L'organizzazione no-profit ha scelto di supportare l’orfanotrofio pubblico di Kapisa, una provincia afghana a nord-est di Kabul, chiuso dai talebani e recentemente riaperto. L’orfanotrofio ospita 50 bambini orfani o i cui genitori sono troppo poveri e non in grado di provvedere alla loro sussistenza.