Sangalli (Confcommercio): le imprese hanno bisogno di indennizzi e regole chiare
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“Il 2021 inizia più in salita del previsto: ancora emergenza Covid, dati sui consumi in calo e Pil (prodotto interno lordo, ndr) in forte riduzione. Difficile immaginare il rimbalzo previsto dal Governo nei prossimi mesi. Una situazione gravissima che rischia di peggiorare con la crisi politica in atto": queste le parole di Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio, in merito ai dati sulla congiuntura appena diffusi dall'Ufficio della Confederazione. Tanto per dare subito un'idea della situazione i consumi a dicembre hanno segnato un -11 per cento, nel confronto annuo.
La produzione industriale di novembre ha fatto registrare un calo congiunturale dell’1,4 per cento con una flessione del 4,3 per cento su base annua
Sangalli: le imprese sono allo stremo, hanno bisogno di indennizzi e di un progetto condiviso sull’utilizzo efficace del Recovery plan
"Le imprese che sono allo stremo hanno bisogno di tre certezze: indennizzi immediati e commisurati alle perdite subite, regole chiare sulla riapertura delle loro attività, un progetto condiviso sull’utilizzo efficace del Recovery plan”, ha aggiunto Sangalli.
Nell’incertezza riguardo alla “matematica” dell’epidemia a causa dell’assenza di una stima dell’efficacia delle misure di contrasto, la collocazione temporale del momento della normalizzazione e, quindi, della ripresa economica, diventa un esercizio di speranza più che di proiezione di tendenze ragionevolmente prevedibili, si legge nella nota dell'Ufficio studi di Confcommercio. "Pure immaginando una ripresa nella tarda primavera, assumendo vasta efficacia delle attuali campagne vaccinali in Italia e nei paesi partner commerciali, di fatto le restrizioni all’attività produttiva si protrarranno ancora a lungo. L’esercizio di realismo cui si è obbligati porta a non escludere un mancato rimbalzo dell’economia italiana nel 2021, deludendo le aspettative di un concreto recupero di ampia parte delle perdite di prodotto e di consumi patite nel 2020".
Numeri alla mano, l'indicatore dei consumi Confcommercio segnala, anche a dicembre, un andamento fortemente negativo con una riduzione su base annua dell’11,1 per cento, comunque migliore del -16,2 per cento di novembre. La riduzione della perdita tendenziale deriva esclusivamente dalla componente relativa ai beni, per i quali la variazione sull’anno è stata del –0,6 per cento. Per molti servizi di mercato, anche in considerazione dell’inasprimento delle misure nell’importante periodo delle festività natalizie, la caduta ha ampiamente superato il 50 per cento nel preconsuntivo di fine 2020.
L’anno si chiude per l'indicatore dei consumi Confcommercio con un -14,7 per cento. Il dato non riflette il calo complessivo dei consumi, "per i quali la nostra stima si conferma del -10,8 per cento sul territorio. La differenza risiede nella diversa composizione dell’indicatore rispetto ai consumi di contabilità nazionale. Oltre all’assenza dei fitti figurativi, voce che si stima essere diminuita decisamente meno rispetto al resto e che rappresenta oltre il 14 per cento della domanda, non sono rilevate dall’indicatore alcune spese perlopiù obbligate come l’acqua, lo smaltimento rifiuti, i servizi finanziari", ha spiegato l'Ufficio studi.
Il quadro generale porta a una stima della variazione del Prodotto interno lordo per il mese di gennaio del -0,8 per cento su dicembre, il quinto calo consecutivo, e del -10,7 per cento sullo stesso mese del 2020, dato che pone una seria ipoteca sull’evoluzione del primo trimestre con evidenti conseguenze sulle performance complessive dell’anno in corso.
"Appare molto ambizioso il target governativo di crescita attorno al 6 per cento, ormai una scommessa molto rischiosa tutta giocata sulle capacità di utilizzo rapido ed efficace delle risorse europee", prosegue Confcommercio.
La produzione industriale di novembre ha fatto registrare un calo congiunturale dell’1,4 per cento, al netto dei fattori stagionali, con una flessione del 4,3 per cento su base annua. Gli occupati di novembre mostrano un andamento congiunturale in leggera crescita, 0,3 per cento, mentre per quel che riguarda la variazione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, si registra un -1,7 per cento. Il sentiment delle imprese del commercio al dettaglio, nonostante il periodo natalizio, ha registrato nel mese di dicembre un brusco calo del 6,7 per cento congiunturale, e una riduzione tendenziale del 20,2 per cento.
Le dinamiche settoriali evidenziano a dicembre un quadro particolarmente articolato, condizionato dalle restrizioni che hanno colpito, in un mese particolarmente importante per i consumi, soprattutto i servizi. Come già avvenuto nei mesi precedenti sono i servizi legati alla mobilità e alla fruizione del tempo libero quelli che hanno segnalato gli andamenti più negativi.
Per quanto concerne i beni, il tentativo delle famiglie di conservare, dove possibile, un’apparenza di normalità durante le festività di fine anno ha portato a moderati recuperi. Di questa reazione hanno poco beneficiato, nel confronto annuo, sia l’abbigliamento e le calzature (-12,1 per cento) sia i carburanti (-20,7 per cento), ha sottolineato, ancora, Confcommercio.
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