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Sangalli: "meno tasse per sostenere la crescita"

Scritto da FashionUnited

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Courtesy of Confcommercio

“L’economia è in fase di recupero e c’è più fiducia delle imprese. Prevale, invece, l’incertezza delle famiglie che temono più tasse, inflazione e perdita del lavoro. Incertezza che si traduce in meno consumi e dunque meno crescita. Ecco perché è vitale che la riforma fiscale punti su semplificazione e diminuzione delle tasse, passaggio fondamentale, insieme all’utilizzo efficace del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza), per rimettere in moto il Paese”. Queste le parole del presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, commentando l’indagine sul sentiment di famiglie e imprese dell’Ufficio studi della Confederazione, in collaborazione con Metrica Ricerche.

Stando ai dati diffusi dall’Ufficio studi, le imprese sono più ottimiste delle famiglie: il 61 per cento prevede un miglioramento della propria attività e il 33,8 per cento maggiori investimenti. Infine, per 3 famiglie su 4 da qui a dicembre consumi non cresceranno.

Insomma, l’incertezza frena ancora la ripresa. Questo il sentiment prevalente per quasi la metà degli italiani, anche se, sul miglioramento delle prospettive economiche italiane da qui alla fine dell’anno, le imprese sono più ottimiste (42,7 per cento) rispetto alle famiglie (24,3 per cento); una maggiore fiducia, quella delle imprese, che si ritrova anche nelle previsioni per i prossimi mesi di un miglioramento della propria attività (61 per cento) e di un aumento degli investimenti (indicato da 1 impresa su 3), in particolare in innovazione e sostenibilità.

La forte cautela delle famiglie, invece, è confermata non solo dai timori per un possibile calo dei redditi (per l’80 per cento del campione) e dei risparmi (68,5 per cento), ma anche dalle previsioni di spesa negli ultimi mesi dell’anno con una sostanziale stabilità dei consumi di beni e servizi (per il 75,5 per cento) e prudenza per viaggi e vacanze, tempo libero (spettacoli, concerti, stadio) e autoveicoli.

Sia le famiglie, sia le imprese, comunque, secondo l’Ufficio studi di Confcommercio, ritengono che in questa fase della pandemia i principali ostacoli al consolidamento della ripresa siano riconducibili a fattori specificamente economici e finanziari, più che politici e sanitari. Entrambe sono concordi nel ritenere l’aumento delle tasse, l’inflazione e la perdita di posti di lavoro i principali ostacoli alla ripresa economica italiana.

Per quanto riguarda la previsione degli imprenditori circa l’andamento della propria attività negli ultimi quattro mesi del 2021, la quota maggiore indica un lento ma costante miglioramento (60,9 per cento), mentre il 30,8 per cento prevede una sostanziale stabilità.

Sul fronte occupazionale, infine, il 75,4 per cento delle imprese prevede di arrivare a fine anno in condizioni di stabilità, mentre il 18,9 per cento prevede di incrementare la forza lavoro, ricorrendo soprattutto a stagisti e apprendisti, e solo il 5,7 per cento indica una possibile riduzione degli occupati nella propria impresa.

Anche i consumi negli ultimi mesi dell’anno risentiranno di questi timori con prevalenza di stabilità nella spesa per beni e servizi (esclusi gli alimentari) per il 75,5 per cento delle famiglie e sostanziale parità tra chi prevede un aumento (12,3 per cento) e chi un calo (12,2 per cento). Quanto alle tipologie di acquisti, i maggiori cali riguardano il comparto turistico (viaggi e vacanze), quello del tempo libero (spettacoli, concerti, partite allo stadio) e l’acquisto di auto e moto.

Tra i canali di acquisto, online e grande distribuzione organizzata si confermano tra le modalità preferite dai consumatori, mentre risultano particolarmente penalizzati gli acquisti nelle grandi catene e nei centri commerciali.

carlo sangalli
Confcommercio
piano di ripresa e resilienza