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Sanzione dell'Agcm di 3,5 milioni di euro ad Armani per pratica commerciale scorretta; l'azienda impugnerà la decisione

L'Antitrust accusa la maison di marketing etico ingannevole e irregolarità nei subfornitori; Armani afferma di aver sempre operato con la massima correttezza e trasparenza nei riguardi dei consumatori, del mercato e degli stakeholder
Scritto da Isabella Naef

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La boutique Giorgio Armani a Capri Credits: Giorgio Armani

L'Autorità Garante della concorrenza e del mercato ha irrogato una sanzione di 3,5 milioni di euro alle società Giorgio Armani spa e G.a Operations spa per pratica commerciale scorretta. L'azienda, attraverso una nota, fa sapere che impugnerà la decisione davanti al Tar, "nella certezza di aver sempre operato con la massima correttezza e trasparenza nei riguardi dei consumatori, del mercato e degli stakeholder, così come dimostrato dalla storia del gruppo".

Agcm: "le società hanno reso dichiarazioni etiche e di responsabilità sociale non veritiere e presentate in modo non chiaro, specifico, accurato e inequivocabile"

"Le due società hanno diffuso dichiarazioni etiche e di responsabilità sociale ingannevoli in contrasto con le effettive condizioni di lavoro riscontrate presso fornitori e subfornitori cui è stata esternalizzata larga parte della produzione di borse e accessori in pelle a marchio Armani. L’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha irrogato alle società Giorgio Armani spa e G.a Operations spa una sanzione di 3,5 milioni di euro per pratica commerciale ingannevole ai sensi del Codice del consumo, attuata dal 22 aprile 2022 fino al 18 febbraio 2025", spiega l'Agcm in una nota.

"In particolare, le società hanno reso dichiarazioni etiche e di responsabilità sociale non veritiere e presentate in modo non chiaro, specifico, accurato e inequivocabile. Tali dichiarazioni sono presenti nel Codice etico delle società, in documenti pubblicati sul sito Armani Values (www.armanivalues.com) e sul sito Armani (www.Armani.com) in cui è presente un link che rimanda al sito Armani Values", sottolinea l'Autorità Garante della concorrenza e del mercato.

Come sottolineato nel comunicato dell'Agcm, inoltre, all’attività istruttoria dell’autorità è emerso, da un lato, che le società hanno enfatizzato la loro attenzione alla sostenibilità, in particolare alla responsabilità sociale, anche nei confronti dei lavoratori e della loro sicurezza, che è diventata uno strumento di marketing utilizzato per rispondere alle crescenti aspettative dei consumatori. "Del resto, il nome stesso del sito aziendale (Armani Values) lo dimostra, come anche alcuni documenti acquisiti nel corso delle ispezioni, da cui emerge con evidenza l’obiettivo di “aumentare la percezione positiva del brand dal punto di vista della sostenibilità … e dal punto di vista commerciale … portare il cliente a fare acquisti consapevoli anche dei ‘valori’ veicolati attraverso i nostri prodotti”, prosegue la nota Agcm.

Dall’altro lato, le società hanno scelto di esternalizzare larga parte della propria produzione di borse e accessori in pelle a fornitori che, a loro volta, si sono avvalsi di subfornitori, specifica l'Agcm. "Presso questi ultimi, in diversi casi, è emerso che erano stati rimossi i dispositivi di sicurezza dai macchinari per aumentarne la capacità produttiva, in tal modo ponendo a grave rischio la sicurezza e la salute dei lavoratori. Inoltre, le condizioni igienico-sanitarie non erano adeguate, mentre i lavoratori erano spesso impiegati totalmente o parzialmente in nero. In tale contesto, è evidente che il rispetto dei diritti e della salute dei lavoratori non è risultato corrispondente al tenore delle dichiarazioni etiche e di responsabilità sociale diffuse da Giorgio Armani spa e G.a. Operations spa", si legge nel comunicato.

La consapevolezza di tale situazione gravemente lesiva dei lavoratori che producevano borse e accessori in pelle a marchio Armani è con evidenza provata anche dal fatto che, durante un’ispezione di Polizia Giudiziaria, era presente un dipendente di G.a. Operations preposto al controllo della qualità delle lavorazioni, il quale ha dichiarato di “recarsi mensilmente presso quel laboratorio da circa sei mesi”, aggiunge l'Autorità Garante della concorrenza e del mercato.

"In un documento interno alla Giorgio Armani spa del 2024, precedente all’apertura della procedura di amministrazione giudiziaria richiesta dalla Procura della Repubblica di Milano, si afferma addirittura che “nella migliore delle situazioni riscontrate, l’ambiente di lavoro è al limite dell’accettabilità, negli altri casi, emergono forti perplessità sulla loro adeguatezza e salubrità”, conclude il comunicato dell'Agcm.

"Armani ha risposto a tutte le richieste dell’autorità senza avere la possibilità di instaurare un rapporto costruttivo"

"Giorgio Armani spa accoglie con amarezza e stupore la decisione dell’Autorità Garante della concorrenza e del mercato (Agcm), giunta a conclusione del procedimento avviato a luglio 2024 per presunta pubblicità ingannevole, con la quale la società G.a Operations spa (Gao) e la capogruppo Giorgio Armani spa vengono sanzionate. La decisione dell’Agcm non tiene infatti in alcuna considerazione il decreto con cui il Tribunale di Milano ha revocato, anticipatamente, l’amministrazione giudiziaria di Gao, riconoscendole che, una volta analizzato approfonditamente i sistemi di controllo e vigilanza utilizzati da tempo dal Gruppo Armani nei confronti della filiera “il risultato di eccellenza cui si ritiene essere pervenuta la società è stato reso possibile, in un arco temporale contenuto, proprio in considerazione del fatto che al momento dell’applicazione della misura esistevano già sistemi di controllo della supply chain strutturati e collaudati”, ribadisce Armani, attraverso il comunicato.

"Inoltre, durante tutta l’istruttoria, durata un anno, Armani ha risposto a tutte le richieste dell’autorità senza tuttavia avere la possibilità di instaurare un rapporto costruttivo finalizzato a far comprendere compiutamente le ragioni della propria posizione. La decisione verrà quindi impugnata davanti al Tar, nella certezza di aver sempre operato con la massima correttezza e trasparenza nei riguardi dei consumatori, del mercato e degli stakeholder, così come dimostrato dalla storia del gruppo", conclude la nota.

Agcm
Autorità Garante della concorrenza e del mercato
Giorgio Armani