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Secondo trimestre: inflazione +6,3 per cento su base annua

Scritto da Isabella Naef

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Il secondo trimestre del 2022 si è aperto all’insegna degli interrogativi sulla profondità e sulla durata che potrà assumere l’attuale fase di rallentamento dell’economia, atteso che nessuno dubita più sul fatto che il primo trimestre dell’anno in corso sarà archiviato con il segno negativo della variazione congiunturale del Pil. Come spiega l'Ufficio studi di Confcommercio, "il conflitto in Ucraina ha esacerbato e reso più estesi nel tempo una serie di impulsi negativi preesistenti e le tensioni inflazionistiche non sono più definite transitorie. Ben prima del conflitto in Ucraina, si erano accumulate tensioni sulle materie prime, energetiche e non, il cui impatto sui prezzi al consumo e sui costi variabili delle imprese si avvertiva con inequivoca evidenza già nella parte finale dello scorso anno".

I tempi per il completo recupero si dilatano: il traguardo deve essere posticipato a fine 2023

Nel dettaglio, secondo l'Istat e le previsioni Ufficio studi Confcommercio, nel confronto con marzo 2021, l’Icc, Indicatore dei consumi di Confcommercio, registra una variazione del +4,8 per cento, frutto di una crescita del 44,8 per cento per i servizi e di un calo del 3,9 per cento per i beni. Rispetto allo stesso mese del 2019, però, la domanda, nel complesso, è ancora mediamente inferiore dell’11,8 per cento, con i citati servizi legati al turismo che pagano una distanza percentuale rispetto ai livelli pre-crisi di oltre il 30 per cento. "I tempi per il completo recupero si dilatano: il traguardo deve essere posticipato a fine 2023. In generale, il rallentamento dei consumi, nella metrica dell’Icc, si evince anche dai dati destagionalizzati che nel primo trimestre segnalano un calo nel confronto dell’ultima parte del 2021", specifica l'Ufficio studi di Confcommercio.

Grazie al rimbalzo registrato in febbraio dalla produzione industriale e la buona crescita dell’occupazione le stime sul Prodotto interno lordo, del primo quarto del 2022 vengono riviste da -2,4 per cento a -1,1 per cento rispetto all’ultimo trimestre dello scorso anno. "Sarebbe proseguita in aprile la tendenza al rallentamento, con una riduzione del Pil dello 0,5 per cento rispetto a marzo. Il calo dei prezzi dell’energia e del gas e le misure di contrasto adottate dal Governo, come la riduzione temporanea dell’accisa sui carburanti, dovrebbero comportare un ridimensionamento delle dinamiche inflazionistiche per il mese di aprile, quando la variazione congiunturale dei prezzi si fermerebbe allo 0,1% corrispondente a un incremento su base annua, del 6,3 per cento", ha specificato l'Ufficio studi.

A febbraio 2022 la produzione industriale, dopo le pesanti cadute di dicembre e gennaio, ha mostrato un significativo recupero in termini congiunturali (+4,0 per cento). Il confronto su base annua registra un incremento del 3,2 per cento. Nello stesso mese l’occupazione, dopo un bimestre di stasi, ha mostrato una crescita dello 0,4 per cento su gennaio e del 3,5 per cento su base annua.

Il rallentamento registrato dalla domanda delle famiglie, soprattutto per la componente relativa ai beni, l’aumento dei costi ed i timori innescati dall’inizio della guerra in Ucraina hanno determinato, a marzo 2022, un deterioramento del sentiment degli imprenditori del commercio al dettaglio (-4,4 per cento su febbraio).

La tendenza al rallentamento dell’economia si è confermata anche ad aprile. Secondo le stime dell'Ufficio studi di Confcommercio, il Pil dovrebbe registrare nel mese in corso una riduzione dello 0,5 per cento su marzo. A marzo 2022 l’Indicatore dei consumi Confcommercio (Icc) segnala un incremento, su base annua, del 4,8 per cento, confermando l’attenuarsi della tendenza al recupero.

Anche nel mese di marzo 2022 i recuperi più significativi della domanda, nel confronto con il 2021, si confermano per i servizi legati al turismo e alla fruizione del tempo libero. Questi andamenti, favoriti dal contenuto ritorno di parte del turismo straniero, hanno permesso solo una limitata riduzione del gap ancora esistente con i livelli pre pandemia. Moderati segnali di miglioramento continuano ad interessare anche l’abbigliamento e le calzature, segmenti che mostrano comunque un’estrema difficoltà a tornare sui valori del 2019.

Sulla base delle dinamiche registrate dalle diverse variabili che concorrono alla formazione dei prezzi al consumo Confcommercio stima per il mese di aprile 2022 una variazione dello 0,1 per cento in termini congiunturali e del 6,3 per cento su base annua.

Foto: Pexels, Karolina Grabowska

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