Smi e Confindustria moda chiedono misure immediate per il comparto fashion
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Tamborini (Smi): serve una politica industriale che lavori su una prospettiva di 10-15 anni
Sistema moda Italia ha sottoposto al tavolo le istanze del sistema confindustriale del tessile moda le cui imprese sono sollecitate dagli effetti di un momento storico particolarmente impegnativo. In base alla recente indagine congiunturale presentata dall’Ufficio studi economici e statistici di Smi sulle imprese, emerge un quadro critico con una stima per i primi nove mesi del 2024 di una flessione del fatturato complessivo del settore intorno al 6,2 per cento.
Sistema moda Italia che da inizio anno non è più parte di Confindustria moda, ha sottolineato che il rallentamento si è ulteriormente accentuato dal 2023, con il 75 per cento delle aziende che ha registrato una flessione del fatturato rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. E una quota significativa di imprese, dopo aver riportato contrazioni tra il 20 e il 33 per cento, prevede un ulteriore peggioramento nel terzo trimestre.
Tra i temi contingenti evidenziati da Smi al tavolo della moda anche la Cig
In questo quadro, i temi contingenti evidenziati da Smi al tavolo della moda riguardano la Cig, per cui è necessaria una flessibilità che ampli il raggio di azione e di respiro delle aziende e nuovi strumenti nelle politiche del credito, questo a beneficio soprattutto dei marchi medi in difficoltà, ma senza creare distonie nel mercato. Infine, il credito di imposta, per cui è attesa la decretazione sui campionari nei prossimi giorni, considerando come indispensabile l’interpretazione autentica per l’ideazione estetica che risolverebbe alla radice il problema. “Al di là delle misure di emergenza, la necessità per il settore è quella di una politica industriale che lavori su una prospettiva dei prossimi 10-15 anni e tuteli i fondamenti centrali dell’industria: il capitale creativo e la relativa decretazione sul credito d’imposta, il capitale umano, con particolare attenzione sulla trasparenza dei contratti, infine, le capacità tecnologiche industriali", ha detto Sergio Tamborini, presidente di Sistema moda Italia.
Anche Confindustria moda, la federazione che oggi rappresenta Assocalzaturifici, Assopellettieri, Aip Associazione italiana pellicceria e Unic concerie italiane, ha espresso preoccupazione per il comparto e auspicato misure immediate.
“Le imprese del comparto della filiera pelle e accessori moda stanno attraversando un momento difficile e per questa ragione occorre che le associazioni che rappresentano le imprese, come la nostra, lavorino con il Governo per trovare soluzioni di supporto”, ha sottolineato Claudia Sequi, presidente di Assopellettieri, in rappresentanza di Confindustria moda.
Confindustria moda: il comparto, composto da circa 11.500 aziende, vive un momento complesso
“Il nostro comparto, composto da circa 11.500 aziende per un fatturato complessivo pari a circa 33 miliardi di euro l’anno, vive un momento complesso che ci porta a dover affrontare situazioni per certi aspetti inesplorate. Per dar voce a quello che chiedono le aziende abbiamo partecipato al tavolo moda plenario del 6 agosto ma anche a tutti quelli di segmento che l’hanno preceduto, coordinati dalla consigliera Elena Lorenzini. In riunioni costruttive abbiamo illustrato le problematiche legate ai fenomeni inflattivi, all’incremento dei tassi d’interesse da parte della Bce come misura macroeconomica adottata per raffreddare la curva: oggi, gli oneri finanziari per molte imprese sono diventati insostenibili e la crisi in atto ha determinato un deterioramento del ciclo del capitale circolante", ha spiegato Sequi, aggiungendo che i dati confermano le preoccupazioni espresse dalla federazione: nei primi 4 mesi dell’anno, il comparto accessori moda ha registrato un calo dell’export del -7,9 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Sequi (Confindustria moda) è da escludere una ripartenza nel breve periodo
È inoltre da escludere una ripartenza nel breve periodo, spiega Confindustria moda, le anticipazioni di Istat relative al mondo della pelle mostrano in maggio una nuova sensibile diminuzione delle vendite all’estero (nell’ordine del -10 per cento su maggio 2023) che potrebbe portare il cumulato dei primi 5 mesi attorno all' -8,5 per cento sul periodo gennaio-maggio dello scorso anno.