Smi e sindacati firmano il Ccnl tessile, abbigliamento e moda
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Sistema moda Italia, appartenente a Confindustria, ha firmato oggi con le parti sociali il contratto collettivo nazionale di settore per il periodo 2024-2027, introducendo alcuni passaggi evolutivi in termini di welfare, pari dignità dei lavoratori e aggiornamento professionale degli addetti, si legge in una nota di Smi.
Nel dettaglio, l’accordo di rinnovo raggiunto oggi, 11 novembre, tra Sistema moda Italia e i sindacati Femca – Cisl, Filctem – Cgil e Uiltec – Uil, dopo una trattativa durata oltre sei mesi, inaugura un nuovo percorso di relazioni positive e costruttive tra le parti che potrà e dovrà essere ulteriormente implementato nel futuro.
“Oggi, pur in un momento particolarmente difficile per tutta la filiera del tessile abbigliamento, abbiamo firmato un contratto nazionale che segna l’inizio di un cambiamento positivo e costruttivo nel rapporto tra aziende e lavoratori. Accanto alle soluzioni di carattere economico è stato importante equilibrare da un lato le esigenze di professionalità ed efficienza delle imprese, dall’altro quelle di sicurezza, equità e bilanciamento vita-lavoro dei nostri collaboratori", ha sottolineato il presidente di Smi, Sergio Tamborini.
L’accordo decorre dal primo aprile 2024 e scadrà il 31 marzo 2027. Le modifiche normative introdotte decorrono dall’11 novembre 2024, se non è specificamente indicata una diversa decorrenza.
Il documento firmato è una “ipotesi di accordo”, che nelle prossime settimane sarà sottoposto dai sindacati nazionali al voto dei lavoratori nelle assemblee aziendali prima della sua definitiva entrata in vigore.
Al fine di recuperare la perdita del potere d’acquisto delle retribuzioni, verificatosi negli ultimi anni per effetto dell’aumento dell’inflazione e tenendo come riferimento le previsioni inflattive fino al 2027, è stato stabilito un incremento medio del minimo contrattuale di 200,00 euro lordi complessivi (al quarto livello dell’inquadramento), che sarà erogato in 3 tranche.
L’accordo di rinnovo del Ccnl elimina le discipline normative speciali, esistenti da sempre nel contratto nazionale, che dettavano una differente regolamentazione del rapporto di lavoro a seconda dell’appartenenza del lavoratore alle diverse qualifiche giuridiche: gli operai, gli intermedi e gli impiegati. Le parti hanno convenuto che tali distinzioni sono largamente obsolete e sono state superate con un lavoro di sintesi e integrazione: con il nuovo contratto nazionale è stata definita una sola disciplina normativa contrattuale generale, applicabile a tutti i lavoratori.