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Smi: il tessile abbigliamento rallenta nel primi mesi del 2019

Scritto da Isabella Naef

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Luci e ombre per l'industria del tessile italiano. A preoccupare i vertici di Sistema moda Italia, Marino Vago e Gianfranco Di Natale, rispettivamente presidente e direttore generale, che ieri mattina, a Milano, hanno presentato alla stampa i dati pre consuntivi 2018 dell'industria del tessile abbigliamento, è soprattutto l'instabilità politica italiana e la velocità con cui cambiano le regole in materia di legislazione del lavoro e pensioni.

Vago, presidente di Smi: "nei prossimi cinque anni usciranno dalla filiera circa 47mila persone, e solo 10mila oggi si stanno preparando attraverso percorsi formativi"

Sul tavolo, infatti, soprattutto la questione occupazionale, ma anche la sostenibilità e la tracciabilità, per cui è necessario stabilire delle norme uguali per tutti. "Nei prossimi cinque anni usciranno dalla filiera circa 47mila persone, a fronte dei 10mila che oggi si stanno preparando attraverso percorsi formativi", ha sottolineato Vago. " Ma queste stime erano state fatte prima dell’entrata in vigore di quota 100, che accelererà l’uscita di professionalità", ha aggiunto Vago. Le figure tecniche sono tra le professionalità di cui il settore potrebbe avere maggiore necessità nei prossimi tempi.

Il turnover settoriale 2018 passerebbe a 55,2 miliardi di euro, guadagnando oltre 1,13 miliardi rispetto al consuntivo 2017

A questo proposito, inoltre, va sottolineato che in termini di aziende e addetti, il tessile-abbigliamento copre una quota assolutamente maggioritaria, rispettivamente pari al 69,2 per cento e al 68,7 per cento del totale rappresentato da Confindustria Moda ( dati del 2017).

A livello internazionale, invece, anche se sono questioni che riguardano il settore della moda e del tessile, così come tutti gli altri comparti, preoccupano la Brexit, i dazi Usa-Cina, le elezioni europee e la minaccia di attacchi cibernetici..

Numeri alla mano, guardando ai dati, anche se il 2018 si è chiuso positivamente, già dai primi mesi del 2019, il comparto, pur positivo, ha segnato un rallentamento.

La crescita del semestre dovrebbe attestarsi all’1,5 per cento, mentre nel primo semestre del 2018 era stata pari al +2,5 per cento.

Il Centro studi di Confindustria moda stima per il settore nel suo complesso una chiusura d’anno in area positiva con riferimento al turnover generato. E' così che l'industria italiana del tessile abbigliamento archivierebbe il 2018 con un fatturato in aumento del +2,1 per cento su base annua. Il turnover settoriale, pertanto, passerebbe a 55,2 miliardi di euro, guadagnando oltre 1,13 miliardi rispetto al consuntivo 2017.

Anche la variabile valore della produzione, ha spiegato Vago, mostrerebbe un’evoluzione favorevole, attesa nella misura del +1,4 per cento.

In aumento, anche il commercio con l’estero e, pur su una dinamica molto modesta, il consumo apparente.

Come sottolineato, però,al quadro complessivamente positivo fanno eccezione le previsioni relative all’andamento di aziende ed addetti, entrambe in area negativa.

"Tornando all’analisi del fatturato settoriale, entrambi i macro-comparti di cui si compone la filiera sono attesi chiudere l’anno con dinamiche di segno positivo, pur su toni di entità differente. In particolare, il ‘monte’ archivierebbe il 2018 in crescita del +1,4 per cento, mentre il ‘valle’ raggiungerebbe un incremento del +2,8 per cento.

Nel corso del 2018 il commercio internazionale si è mantenuto in area positiva, ma ha rallentato il ritmo di crescita; secondo le più recenti stime del Wto, il volume degli scambi di beni è stimato incrementarsi del +3 per cento, e in decelerazione quindi rispetto al +4,6 per cento messo a segno nel 2017.

Dal punto di vista geografico, la decelerazione del commercio mondiale è da ricondurre a una domanda di Europa e Asia risultata più debole del previsto, a fronte del peso di queste aree sulle importazioni mondiali (rispettivamente 37 per cento e 35 per cento).

Il tessile-abbigliamento italiano, e soprattutto la parte “monte” della filiera per sua natura più sensibile al mutare dei cicli economici, ha risentito delle mutate condizioni di contesto, sperimentando, lato export, una decelerazione del tasso di crescita rispetto all’anno precedente (chiusosi, a +3,5 per cento), si legge in una nota di Smi.

Dopo un primo trimestre chiuso con vendite estere in aumento del +3,1 per cento, nel secondo quarter l’export di tessile-abbigliamento ha decelerato al +2 per cento, per poi dimezzare ulteriormente il ritmo al +0,9 per cento nel periodo luglio-settembre.

Foto: Smi

marino vago
Sistema Moda Italia
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