Smi: tessile a +0,6 percento nel 2015
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Bisogna cominciare a ragionare più che sulle Nazioni, sulle città, bisogna ragionare sulle metropoli. Non c'è un'area del mondo che sia stabile", ha detto ieri mattina, a Milano, Claudio Marenzi, presidente di Sistema moda Italia, durante l'assemblea in cui sono stati annunciati i dati consuntivi 2015 e di scenario 2016 sull'Industria italiana del tessile moda.
Numeri alla mano l'industria del tessile archivia il 2015 con un fatturato moderatamente in crescita (+0,6 percento) rispetto al dato contabilizzato nel 2014. Il turnover settoriale si porta a 52,4 miliardi di euro, guadagnando oltre 330 milioni rispetto al 2014. "La dinamica evidenziata in termini di fatturato risulta inferiore rispetto ai dati di pre-consuntivo diffusi da Smi lo scorso dicembre, quando ci si attendeva una variazione del +1,1 percento", ha spiegato Marenzi, imputando il risultato a un quadro globale estremamente insidioso e turbolento sia dal punto di vista politico sia dal punto di vista economico.
Il risultato medio di filiera sintetizza le performance evidenziate dai due principali macrocomparti: pur su valori assoluti assai diversi, entrambi chiudono il 2015 con un lieve incremento, inferiore all’unità: il turnover del tessile non va oltre il +0,4 percento, l’abbigliamento moda contiene la crescita al +0,8 percento.
Gli occupati scendono a 402.770 circa, facendo registrare una flessione del -0,9 percento
L’export ha proseguito nel trend positivo, sperimentando, però, una decelerazione del ritmo d’incremento messo a segno nel 2014 e risultando così inferiore rispetto alle attese degli operatori. Nel 2015 l’export, cresciuto del +2,1 percento, passa a 29.056 milioni di euro, assicurando così un’incidenza del 55,5 percento sul turnover totale. L’import si conferma in crescita del +5,4 percento; l’import di produzioni tessili assiste a un incremento pari al +2,7 percento mentre quello di capi finiti al +6,7 percento.
Sul fronte del mercato del lavoro, gli occupati scendono a 402.770 circa, facendo registrare una flessione del -0,9 percento, cui corrisponde una perdita occupazionale di oltre tremilaseicento lavoratori.
Assieme ai dati il presidente di Smi ha posto all'attenzione degli associati alcuni temi fondamentali per garantire la piena ripresa del comparto: la necessità di mantenere la filiera italiana, il made in Italy, il reshoring e il costo del lavoro. La sostenibilità, tema molto caro soprattutto ai millenials e la necessità di aiutare le imprese nel processo di internazionalizzazione sono altri punti caldi affrontati nel corso dell'assemblea.
"Per i millenials la sostenibilità è un grande valore. In alcuni casi lo si sta trattando come un tema di marketing ma non può essere racchiuso in questo aspetto", ha detto Marenzi.
"Il web dà la possibilità di avere un rapporto bilaterale con il cliente e se fai della sostenibilità solo una strategia di marketing il cliente ti può chiedere il conto", ha spiegato il presidente di Smi, aggiungendo che le aziende e tutto il sistema stesso sono chiamati a investire con serietà su questo fronte.
Si tratta di un impegno che potrebbe incidere anche sugli scenari economici dei prossimi anni. Intanto, per il 2016, Sistema moda Italia, conferma per il settore, alla luce del quadro macroeconomico internazionale di riferimento, una prosecuzione dell’evoluzione positiva nell’anno in corso, pur su ritmi assolutamente moderati, in continuità, dunque, con lo scenario sperimentato già lo scorso anno.
Foto: Smi. Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria e Claudio Marenzi, presidente Smi