Sono 504mila le assunzioni previste dalle imprese a gennaio
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A guidare la domanda di lavoro il manifatturiero con un incremento su base annua del 17,8 per cento
La domanda di lavoro prevista a inizio d’anno si colloca sopra i livelli pre-Covid e segna un +14,0 per cento (+62mila assunzioni) rispetto a gennaio 2019. A guidare la domanda di lavoro il manifatturiero con un incremento su base annua del 17,8 per cento (+19mila assunzioni). Seguono turismo (+10mila unità; +21 per cento), servizi operativi di supporto a imprese e persone (+7mila; +17,7 per cento) e servizi alle persone (+7mila; +12,9 per cento). Sale al 45,6 per cento la difficoltà di reperimento (+7 punti percentuali rispetto a un anno fa) che si attesta al 66 per cento per le figure dirigenziali e sfiora il 62 per cento per gli operai specializzati.
Il contratto a tempo determinato è la forma di assunzione maggiormente proposta (41,3 per cento del totale)
Nel dettaglio, si legge nel Bollettino del Sistema informativo Excelsior, a gennaio l’industria ha in programma 174mila assunzioni. Sono alla ricerca di personale le imprese delle costruzioni (51mila entrate), seguite dalle imprese della meccatronica con 34mila entrate e da quelle metallurgiche e dei prodotti in metallo che programmano 27mila entrate. I servizi prevedono di assumere 330mila lavoratori: a offrire le maggiori opportunità lavorative sono i servizi alle persone che ricercano 64mila profili, seguiti da commercio (60mila) e turismo (58mila).
Le previsioni del mese di gennaio si basano sulle interviste realizzate su un campione di quasi 96mila imprese. Le interviste sono state raccolte nel periodo 16 novembre 2022 al 02 dicembre 2022.
È in crescita il mismatch tra domanda e offerta di lavoro che passa dal 38,6 per cento dello scorso anno al 45,6 per cento (pari a circa 230mila assunzioni). La mancanza di candidati è la motivazione maggiormente indicata dalle imprese (27,8 per cento), seguita dalla preparazione inadeguata (13,5 per cento) e da altri motivi (4,3 per cento). Dal Borsino delle professioni sono maggiormente difficili da reperire dirigenti (66,1 per cento), operai specializzati (61,9 per cento), tecnici (51,6 per cento), conduttori di impianti (49 per cento), professioni intellettuali, scientifiche e con elevata specializzazione (47,5 per cento), professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi (41 per cento). Supera i 4 mesi (4,3) il tempo medio di ricerca necessario per ricoprire le vacancies valutate dalle imprese di difficile reperimento.
Sono 153mila le assunzioni programmate rivolte preferenzialmente ai giovani sotto i 30 anni e per le quali si registra una difficoltà media di reperimento del 48 per cento. Circa il 20 per cento delle ricerche di personale sono rivolte a laureati (96mila) e il 30 per cento a diplomati (150mila). Per il 18,1 per cento delle assunzioni (oltre 91mila) le imprese pensano di rivolgersi a lavoratori immigrati, soprattutto nei settori della logistica, dei servizi operativi e nella metallurgia.
Il contratto a tempo determinato è la forma di assunzione maggiormente proposta con 208mila unità, pari al 41,3 per cento del totale. Seguono i contratti a tempo indeterminato (122mila unità, 24,3 per cento), quelli in somministrazione (74mila, 14,7 per cento) e gli altri contratti non alle dipendenze (44mila, 8,8 per cento). L’apprendistato viene proposto per 25mila assunzioni (5 per cento), mentre i contratti di collaborazione e le altre tipologie di contratti alle dipendenze vengono indicati rispettivamente per 19mila assunzioni (3,7 per cento) e 10mila assunzioni (2,1 per cento).
A livello territoriale sono le macro-ripartizioni del Nord-ovest e del Nord-est a segnalare le previsioni di assunzione più elevate (rispettivamente oltre 171mila e circa 123mila), seguite dalle regioni del Sud (oltre 109mila) e del centro (circa 101mila). La graduatoria regionale delle assunzioni vede, nell’ordine, Lombardia (121mila), Veneto (51mila), Lazio (50mila), Emilia Romagna (49mila), Piemonte (37mila) e Campania (32mila).