Tessile abbigliamento: il primo semestre 2024 in frenata
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Crescita moderata per il segmento del tessile abbigliamento. Dopo il rimbalzo seguito all’emergenza pandemica, infatti, il 2023 è iniziato con un primo semestre caratterizzato dalla prosecuzione del trend positivo registrato nell’arco del 2022, ma è poi proseguito con un semestre in cui sono emersi i primi segnali di indebolimento del ciclo economico.
A fronte della previsione che sembrava delineare il fatturato del tessile-abbigliamento a 64,4 miliardi di euro, quindi in crescita del +3 per cento rispetto all’anno precedente, le ultime indicazioni raccolte fanno presagire a una chiusura anno più contenuta, con un fatturato ipotizzato a poco meno di 64 miliardi di euro, in aumento, quindi, del +2 per cento. Si intensifica peraltro, la differenza tra il tessile e l’abbigliamento, con il “monte” che soffre maggiormente rispetto al “valle”. Quest i dati diffusi venerdì scorso, durante l'assemblea dei soci 2024 di Sistema moda Italia (federazione che rappresenta, in Confindustria, l’industria tessile-abbigliamento-moda), che si è svolta a Milano, presso Palazzo Mezzanotte.
Per Tamborini, presidente Smi, il capitale umano è fondamentale per la crescita
Durante l'assemblea, il presidente di Smi, Sergio Tamborini, ha ricordato che in un mercato in grande trasformazione il made in Italy rimane sempre e comunque un brand iconico e ricercato all’estero.
"L’assemblea di oggi (venerdì 28 giugno, ndr) è un’occasione di riflessione ma, soprattutto, di pianificazione strategica per il futuro del tessile e moda, tenendo conto delle peculiarità del sistema italiano e delle esigenze emergenti a livello europeo. In un mondo in profonda trasformazione, è indispensabile considerare quelli che definiamo gli intrecci necessari per la crescita del sistema economico: connessioni geopolitiche e di mercato, ma soprattutto tra fabbriche e istituzioni, con al centro il capitale umano", ha osservato Tamborini.
Tornando ai dati, i segnali di indebolimento del settore sono visibili anche in riferimento alle performance sui mercati esteri. Sulla base dei dati Istat, l’anno 2023 vede infatti un export settoriale in aumento del +0,4 per cento, per un totale di 38,7 miliardi di euro; allo stesso tempo l’import presenta una flessione del -5,5 per cento, pari a 27,1 miliardi di euro.
Anche analizzando i consumi interni si rilevano segnali di indebolimento della domanda. Secondo i dati panel di Sita Ricerca, nell’anno 2023 il sell-out di tessile e abbigliamento ha registrato a valore un calo contenuto al -0,6 per cento, parallelamente a volume si è rilevata una flessione nella misura del -2,2 per cento.
L’anno 2023 è iniziato con un primo bimestre caratterizzato ancora da vivaci aumenti, ma a partire da marzo si è riscontrato un rallentamento nel ritmo di crescita che è culminato con un cambio nel trend nel terzo bimestre. La flessione non si è però protratta nei due mesi successivi, che hanno invece chiuso con una variazione positiva, ma si è ripresentata nel quinto e nell’ultimo bimestre, che sono tornati in area negativa, generando così il risultato indicato per i dodici mesi.
Al di là delle stime relative al 2023, le aziende italiane del tessile e abbigliamento si trovino oggi a operare in un contesto generale tutt’altro che facile; "le previsioni per il 2024 sono sicuramente difficili, perché mai come quest’anno lo scenario risulta caratterizzato da andamenti delle aziende divergenti e polarizzati, dovuti al clima generale di forte incertezza", hanno sottolineato gli esperti di Smi. La volatilità macroeconomica internazionale, ma anche l’inflazione crescente, i tassi di interesse elevati e l’incremento dei prezzi, che portano a un calo del potere d’acquisto dei consumatori, fanno ipotizzare anche per il tessile-abbigliamento un avvio 2024 all’insegna di un ulteriore rallentamento della domanda, sia interna, sia sui mercati esteri, che porterebbe verosimilmente, anche alla luce del raffronto con una prima parte del 2023 ancora in marcata crescita, a un’inversione del trend positivo registrato degli ultimi anni.
Il 71 per cento delle aziende del campione stima che il proprio organico resterà invariato
Sulla base dei risultati dell’indagine annua relativa al Tessile-Abbigliamento, realizzata nei mesi di marzo-aprile 2024, è previsa un’ulteriore frenata almeno nel primo semestre dell’anno in corso. Seppur ben il 28 per cento del panel confidi infatti in una stabilità delle condizioni di mercato rispetto al periodo gennaio-giugno 2023, la percentuale di chi prospetta un peggioramento sale al 62 per cento dei rispondenti, risultando così di molto superiore rispetto a chi valuta che l’evoluzione congiunturale sia “in miglioramento” (10 per cento).
Relativamente all’occupazione, non sono attesi nella prima parte dell’anno grossi mutamenti rispetto ai livelli di fine 2023: il 71 per cento del campione stima che il proprio organico resterà “invariato” rispetto ad allora. Il 5 per cento prospetta un “calo” del numero dei dipendenti, mentre il 24 per cento indica un aumento.