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Trend preoccupante per i consumi di abbigliamento a febbraio

Scritto da Isabella Naef

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Pexels, Angela Roma
Febbraio con molte ombre per i consumi. Il mese, infatti, ha registrato un rallentamento delle vendite: febbraio chiude a -14,7 per cento rispetto a febbraio 2020, appena toccato dalla pandemia.

Continua la discesa di abbigliamento-accessori con una chiusura mese a -24,9 per cento rispetto a febbraio 2020. Trend meno negativi per la ristorazione a -9,2 per cento. Il retail non food conferma il riallineamento ai livelli pre-pandemia con un mese di febbraio a -2 per cento. Questi alcuni dei dati dell'Osservatorio permanente sull’andamento dei consumi nei settori ristorazione, abbigliamento e retail non food elaborato da Confimprese-Ey.

Abbigliamento-accessori archivia il mese a -24,9 per cento rispetto a febbraio 2020

Il travel ha lasciato sul terreno quasi la metà dei fatturati -45 per cento. In leggero recupero i centri commerciali -19,5 per cento. La prossimità conferma le mutate abitudini d’acquisto dei consumatori con una flessione contenuta a -5,7 per cento.

L’Abruzzo con -8 per cento performa sul mese meglio delle altre regioni. Le Marche precipitano a -25,7 per cento, mentre tra le città Napoli resiste a -9 per cento. Torino ha segnato un -25 per cento.

L’Osservatorio Confimprese-Ey sui consumi ha analizzato i dati di febbraio 2022 sullo stesso mese del 2020, non ancora toccato dalla pandemia, e ha evidenziato un trend a -14,7 per cento con una parziale ripresa rispetto a gennaio (-25,1 per cento).

La situazione è ancora molto distante dai livelli pre-pandemia

La situazione, sottolineano gli esperti di Confimprese-Ey, è ancora molto distante dai livelli pre-pandemia e si complica con l’aumento dei prezzi di alimenti, bollette e carburante.

"I primi due mesi dell’anno a -20,9 per cento", ha detto Mario Maiocchi, direttore Centro studi retail Confimprese, "indicano che il 2022 sarà un altro anno molto difficile per il retail. Non solo i consumi sono ancora distanti dai livelli pre-pandemia e, a esclusione di poche eccezioni, non mostrano segni di particolare dinamicità, ma la situazione si è ulteriormente aggravata sul lato costi, energia, trasporti, materie prime, ponendo in seria criticità la sostenibilità dei punti vendita".

Abbigliamento-accessori si conferma il settore in maggiore sofferenza

Quanto ai settori merceologici, gli andamenti più preoccupanti si avvertono in abbigliamento-accessori, che con una flessione pari a -24,9 per cento, si conferma il settore in maggiore sofferenza. Trend meno negativi sia per la ristorazione, che chiude il mese di febbraio a -9,2 per cento, in netto miglioramento rispetto a gennaio (-18,1 per cento), sia per il retail non food -2 per cento ovvero prodotti di arredamento e legati alla cultura. Entrambi confermano una discreta stabilità nel riallineamento con i valori pre-pandemia.

Nei canali di vendita preoccupa il trend del travel che a febbraio 2022 su febbraio 2020 perde quasi la metà dei volumi di vendita e precipita nuovamente a -45 per cento, in parte legato alla non riapertura di negozi in precedenza ubicati in questi canali di vendita e in generale all’impatto della pandemia sul travel.

Le location di prossimità continuano a mostrare dati interessanti, confermando lo spostamento delle abitudini di acquisto dei consumatori. La regressione si attesta a un solo digit -5,7 per cento in miglioramento rispetto a gennaio (-12,9 per cento). Recuperano punti percentuali i centri commerciali che chiudono a -19,5 per cento, gli outlet -18,7 per cento, le high street -22,4 per cento.

Nelle aree geografiche il Sud continua a essere l’area con i trend più performanti: chiude a - 10 per cento con un differenziale del +4,6% rispetto alla media Italia. Il Nord-est è l’area peggiore a - 18,4 per cento. Il Centro registra -17,2 per cento e il Nord-Ovest -13,6 per cento.

"Le aziende si trovano nella morsa fra consumi in forte calo senza prospettive di recupero a breve, anche in relazione alla situazione geo-politica mondiale, e costi che stanno già aumentando in maniera incontrollata, ivi compreso il livello degli affitti e delle spese condominiali, in particolare nei centri commerciali, in continua crescita non giustificata dal contesto economico e non sostenibile dai retailer", ha aggiunto Maiocchi.

L’analisi delle regioni nel mese di febbraio 2022 sul febbraio 2020 presenta valori negativi in tutte le regioni prese in esame, in particolare, i trend più negativi si rilevano per le Marche - 25,7 per cento, Trentino-Alto Adige -23,4 per cento e Sardegna -22,9 per cento. Riescono a rimanere sotto i dieci punti percentuali invece Abruzzo -8 per cento, regione con il trend migliore, Puglia -8,4 per cento e Sicilia -9,6 per cento. Seguono poco distanti Lombardia -10,5 per cento, Campania -10,8 per cento e Calabria -10,9 per cento. Le altre regioni faticano a tornare ai livelli pre-pandemia con Friuli-Venezia Giulia -13,9 per cento, Lazio -14,9 per cento, Toscana -15,9 per cento, Liguria -16,7 per cento, Emilia-Romagna -17,3 per cento, Piemonte -19,9 per cento, Veneto -20,3 per cento e infine Umbria -21 per cento.

Milano segna -15 per cento, Roma e Firenze entrambe -17 per cento

Analizzando i dati delle principali città, nel mese di febbraio 2022 vs febbraio 2020, Napoli registra -9 per cento posizionandosi come città con i trend migliori nel Paese. Poco distanti seguono Palermo -11 per cento, Venezia -13 per cento, Milano -15 per cento, Roma e Firenze entrambe -17 per cento, Genova -19 per cento. I valori più negativi si registrano invece a Torino -25 per cento, Bologna -24 per cento e Verona -21 per cento.

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