Trump minaccia dazi a causa delle leggi digitali - L'UE risponde
L'UE si mostra indifferente alle nuove minacce di dazi e alle richieste del presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
I portavoce della Commissione europea, responsabile per la politica commerciale dell'UE, hanno chiarito in una prima reazione che l'UE non intende lasciarsi dettare da Trump quali regole stabilire per le piattaforme e le aziende digitali. Hanno inoltre fatto riferimento ai recenti accordi per la risoluzione della controversia commerciale, che prevedono un tetto del 15% per quasi tutti i prodotti.
Lunedì sera (ora locale), Trump ha annunciato sulla piattaforma Truth Social che, in qualità di presidente degli Stati Uniti, si sarebbe opposto ai Paesi che attaccano le aziende tecnologiche statunitensi. Ha minacciato dazi aggiuntivi sulle esportazioni verso gli Stati Uniti e restrizioni all'esportazione di tecnologia e chip informatici statunitensi per gli Stati che hanno una tassa sul digitale o regolamentazioni per il digitale, se non modificano le loro normative.
Trump: Le aziende statunitensi non sono uno zerbino
Gli Stati Uniti e le aziende tecnologiche statunitensi non sono più il "salvadanaio" o lo "zerbino" del mondo, ha avvertito, aggiungendo: "Mostrate rispetto all'America e alle nostre grandi aziende tecnologiche, o sopportatene le conseguenze!"
Trump non ha menzionato esplicitamente l'UE o i singoli Stati membri. Tuttavia, il governo statunitense chiede da tempo modifiche alle severe leggi digitali dell'UE, che mirano, ad esempio, a impedire la diffusione di disinformazione su piattaforme come X e riguardano anche aziende come Amazon, Apple, Meta (Facebook), Alphabet (Google) e Microsoft.
Nella dichiarazione sull'accordo doganale tra Stati Uniti e UE si parla di un impegno reciproco a "eliminare gli ostacoli commerciali ingiustificati nel settore digitale". L'interpretazione di questo aspetto, tuttavia, potrebbe divergere: l'UE, a differenza degli Stati Uniti, non ritiene ingiustificate le sue attuali regole.
Un portavoce della Commissione ha sottolineato martedì che le regole non riguardano solo la concorrenza leale, ma anche la protezione dei minori e delle elezioni democratiche. Le accuse secondo cui la legge sui servizi digitali dell'UE sarebbe uno strumento di censura sono prive di fondamento.
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