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Un terzo dei colossi della moda in Europa è italiano

Scritto da Isabella Naef

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L'abbigliamento domina l'industria della moda, totalizzando il 40,5 per cento dei ricavi totali, seguito dalla pelletteria (20,9 per cento) e dall’occhialeria (16,2 per cento).

L’Europa ha realizzato un tasso medio annuo di incremento del fatturato del 7,4 per cento nel 2013-2017. Sotto la media europea l'Italia (+3,5 per cento)

Questi i dati dell'area studi Mediobanca per la nuova edizione del focus moda in cui vengono analizzate le dinamiche delle 163 aziende moda Italia con un fatturato superiore a 100 milioni di euro nel 2017 e dei principali gruppi europei del settore.

Il 2017, ha spiegato Mediobanca in una nota, ha confermato il trend di crescita del settore moda in Italia. Il fatturato aggregato, pari a 70,4 miliardi, ha evidenziato un buon incremento rispetto al 2013 (+28,9 per cento), dovuto in buona parte alle performance del 2015 (+9,9 per cento) e del 2014 (+7 per cento). Più contenuto ma sempre rilevante il ritmo di crescita nell’ultimo anno (+4,5 per cento). Numeri alla mano, quindi, il settore ha un impatto crescente sull'Italia.

Nel 2017 ha rappresentato, infatti, l’1,3 per cento del Pil nazionale, contro l’1,1 per cento del 2013.

"Il fatturato estero, sempre più determinante nei bilanci delle aziende analizzate, si attesta nel 2017 al 63 per cento delle vendite totali (+22,9 per cento sul 2013), quota superiore a quella registrata dalle principali società manifatturiere italiane (56,7 per cento)", si legge nella nota. A livello settoriale risultano più orientati ai mercati esteri l’occhialeria (89,8 per cento), il tessile (72,5 per cento) e la pelletteria (66,1 per cento).

Le performance del settore moda sia in Italia, sia all’estero hanno trainato la forza lavoro che nel 2017, grazie ai 59,8mila nuovi dipendenti (+19,7 per cento sul 2013 e +4 per cento sul 2016), conta su quasi 363mila occupati.

Delle 163 aziende della moda in Italia, 15 hanno un fatturato superiore a 900 milioni e rientrano nell’analisi dedicata alle grandi imprese europee del fashion. .

In generale, scrive l'area studi di Mediobanca, le top 15 sfruttano il proprio vantaggio competitivo sulle altre società, distinguendosi per redditività (ebit margin all’11,6 per centro contro il 6,8 per cento delle altre aziende) e liquidità (l’incidenza della liquidità sull’indebitamento finanziario è del 139,8 per cento per le top 15 contro il 52,2 per cento delle altre).

Tra i gruppi principali, Lvmh con 70 marchi in cinque diversi comparti, si conferma leader assoluto per dimensioni (con un fatturato pari a 42,6 miliardi).

Segue, a distanza, il gruppo spagnolo Inditex che controlla Zara (25,3 miliardi di euro), il tedesco Adidas (21,2 miliardi), lo svedese H&M (20,3 miliardi) e l’altro francese Kering, proprietario, fra gli altri, di Gucci e Bottega Veneta (15,5 miliardi). Luxottica (9,2 miliardi), primo tra gli operatori italiani, si è posizionato al settimo posto, mentre il gruppo Prada (3,1 miliardi di euro) è quattordicesimo.

Valentino (+22,2 per cento) e Moncler (+19,7 per cento) sono rispettivamente seconda e quarta nella classifica dominata dalla danese Pandora (+26,1 per cento). Al terzo posto si inserisce la francese Smcp (+21,5 per cento).

L’Europa ha realizzato un tasso medio annuo di incremento del fatturato del 7,4 per cento nel 2013-2017. In questo contesto spiccano Danimarca (+13,6 per cento) e Spagna (+10,1 per cento), uniche ad andare in doppia cifra. Sotto la media europea Regno Unito (+5 per cento) e Italia (+3,5 per cento). In calo la redditività, con l’ebit margin europeo che si attesta a quota 15,3 per cento nel 2017 (era al 17 per cento nel 2013). Anche qui sono i gruppi danesi (22,6 per cento nel 2017) a dominare la classifica, seguiti stavolta dalle compagnie francesi (19,6 per cento).

Foto: Lvmh

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