Vendite al dettaglio in aumento del 4,3 per cento a febbraio
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Nel trimestre dicembre 2021-febbraio 2022, in termini congiunturali, le vendite al dettaglio crescono in valore (+0,4 per cento) e calano in volume (-0,4 per cento). Diminuiscono le vendite dei beni non alimentari (-0,3 per cento in valore e -0,4 per cento in volume), mentre quelle dei beni alimentari aumentano in valore (+1,2 per cento) e registrano un lieve calo in volume (-0,4 per cento).
Su base tendenziale, a febbraio 2022, le vendite al dettaglio aumentano del 4,3 per cento, in valore e dell’1,9 per cento in volume, si legge in una nota dell'Istat. Le vendite dei beni non alimentari sono in aumento (+5,6 per cento in valore e +5,0 per cento in volume) mentre quelle dei beni alimentari registrano un aumento in valore (+3,1 per cento) e una flessione in volume (-1,9 per cento).
Tra i beni non alimentari, si registra una crescita tendenziale per tutti i gruppi di prodotti. Gli aumenti maggiori riguardano giochi, giocattoli, sport e campeggio (+8,4 per cento), altri prodotti (+8,1 per cento), calzature, articoli in cuoio e da viaggio (+8,1 per cento) e prodotti farmaceutici (+8,1 per cento), mentre l’incremento minore riguarda cartoleria, libri, giornali e riviste (+0,1 per cento).
Rispetto a febbraio 2021, il valore delle vendite al dettaglio cresce in tutti i canali distributivi: la grande distribuzione (+3,6 per cento), le imprese operanti su piccole superfici (+5,4 per cento), le vendite al di fuori dei negozi (+2,7 per cento) e il commercio elettronico (+5,0 per cento).
"La contenuta crescita rilevata per le vendite a volume (+0,4 per cento) nel mese di febbraio non modifica il profilo di indebolimento della domanda registrato negli ultimi mesi, in quanto si configura principalmente come un moderato recupero rispetto alla riduzione registrata a gennaio (-0,8 per cento), dato rivisto oggi al ribasso", dell’Ufficio Studi Confcommercio ai dati sulle vendite al dettaglio a febbraio diffuse oggi dall’Istat.
"La più penalizzata è la componente alimentare, su cui cominciano a pesare anche gli effetti degli aumenti dei prezzi indotti dai rincari registrati alle fasi antecedenti il consumo", ha commentato l’Ufficio studi Confcommercio ai dati sulle vendite al dettaglio a febbraio diffuse oggi dall’Istat.
"La persistenza di tassi d’inflazione elevati nei prossimi mesi, soprattutto nell’area delle spese obbligate, rischia, inoltre, di compromettere le possibilità di recupero di quei segmenti di consumo la cui domanda era stata drasticamente ridotta nei mesi più difficili del 2020-2021", ha proseguito la nota. "La fragilità del quadro complessivo dei consumi è testimoniata da un ritorno a un assetto classico della fasi di incertezza: crescita delle vendite dei discount e ritorno prepotente dell’ecommerce", ha aggiunto l'Istat.