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Vente-Privee: fatturato a 2 miliardi nel 2015 e nessuna quotazione in vista

Scritto da Isabella Naef

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Business |INTERVISTA

Dalla library di Decoded Fashion, l'evento italiano più digitale e innovativo dedicato al mondo della moda, che si chiude oggi a Milano, Xavier Court, socio, cofondatore e responsabile del business development di Vente-Privee, racconta a FashionUnited quali sono i piani di sviluppo dell'azienda francese e perchè il colosso delle vendite evento non ha nessuna intenzione di quotarsi.

Fondata nel 2001 a Parigi, Vente-Privee è presente in 8 Paesi in Europa: Francia, Spagna, Germania, Italia, Regno Unito, Austria, Belgio e Paesi Bassi. L'azienda conta 4 filiali europee: in Spagna (Barcellona e Madrid), in Germania (Düsseldorf) e in Italia. La filiale italiana, guidata da Andreas Schmeidler, si trova a Milano. Numeri alla mano, l'azienda, che propone articoli scontati di abbigliamento, accessori, calzature e molte altre categorie merceologiche, ha, a oggi, 28 milioni di soci in Europa e 3,5 milioni di visitatori unici al giorno. Gli iscritti al club in Italia sono 2 milioni.

Il mobile commerce, in Italia, così come in Europa, rappresenta enormi potenzialità di sviluppo. Per voi come sta andando questo canale?

I numeri parlano chiaro: il 45 percento del fatturato in Europa è realizzato attraverso il mobile e il 70 percento del traffico europeo è generato dal mobile. La nostra strategia su questo fronte è molto chiara: investiamo tutto sul mobile e poi sul pc. Fino a qualche tempo fa era il contrario, prima sviluppavamo i progetti per il pc e poi le applicazioni per gli smartphone e ora ci dedichiamo in primo luogo ai mobile phone. Nel giugno 2010 Vente Privee ha rilasciato la prima app per iPhone, a ottobre dello stesso anno per Windows Phone 7 e nel marzo 2011 per iPad. Due mesi più tardi è arrivata la App per Android con una nuova release a settembre 2014. Pensiamo anche che la presentazione dei prodotti e dei marchi debba differenziarsi a seconda del canale.

Ci sono fasce orarie in cui prevale l'utilizzo del pc oppure dello smartphone per fare acquisti?

Si, certamente, la mattina presto, dalle 7 alle 9, ci si connette sempre attraverso mobile phone, magari mentre si è in metropolitana e si raggiunge il luogo di lavoro. Dalle 9 alle 17, invece, il canale preferito è il computer, mentre dalle 5 del pomeriggio in poi si utilizza maggiormente il tablet.

Chi è il cliente tipo che compra attraverso smartphone o tablet?

Tutti fanno mobile commerce, non c'è un target specifico di persone che comprano attraverso mobile phone.

Ma chi è il cliente italiano e in cosa si differenzia la vostra offerta qui da quella della Francia per esempio?

Il Italia oltre il 60 percento di clienti è rappresentato da donne di età compresa tra i 25 e i 45 anni, con un reddito medio alto e una buona istruzione. L'età media dei soci italiani si aggira intorno ai 36 anni. Posso dire che l'offerta per il mercato italiano si concentra maggiormente su marche e prodotti di alto livello. In Italia hanno sede la maggior parte dei brand partner di Vente Privee. Collaboriamo con oltre 3.000 marche di cui 450 italiane, circa il 95 percento dei brand italiani sono venduti a livello internazionale attraverso la nostra piattaforma.

Avete pensato a capsule collection con qualche griffe oppure a debuttare sul mercato con un'etichetta vostra?

Sì, ci sono marchi come Castañer e Liu Jo, per esempio, che hanno realizzato capsule collectoion esclusivamente per Vente Privee ma si tratta di operazioni isolate, non è un tipo di lavoro che fa parte della nostra strategia. Non pensiamo di lanciare marchi nostri, non è il nostro core business, ci vogliamo concentrare sulle vendite evento dei prodotti delle marche partner.

Come chiuderete il 2015?

Prevediamo una crescita a due cifre. Nel 2014 abbiamo realizzato un fatturato europeo globale di 1,7 miliardi di euro e quest'anno dovremmo chiudere a 2 miliardi.

Con oltre 2.100 dipendenti, la presenza in 8 Paesi europei e un fatturato 2014 di quasi 2 miliardi di euro, avete mai pensato di quotarvi?

No, la Borsa non è nella nostra strategia. Abbiamo liquidità sufficiente e, in ogni caso, pensiamo che per evenetuali finanziamenti ci siano società ad hoc. La Borsa, inoltre, è uno strumento complicato e in alcuni casi limita la libertà dell'azienda a livello strategico.

Un anno fa avete concluso la vostra partnership con American Express, partner con cui eravate sbarcati sul mercato americano, state pensando a un'altra strada per tornare su questo territorio?

No, vogliamo concentrarci sul mercato europeo, crescere e sviluppare tutte le nostre potenzialità su questi Paesi.


Foto: Xavier Court by Olivier Roller
Xavier Court by Olivier Roller