Derhy: quasi 50 anni e sempre in vetta
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Questa estate, il marchio bohème-chic ha arruolato Manish Arora per una parte di collezione. Ne abbiamo approfittato per parlare dell’evoluzione di Derhy con Claudie Fain, direttrice generale e figlia dei fondatori del marchio.
Come spiega il successo di Derhy, nato nel 1968?
Siamo restati fedeli a noi stessi e continuiamo a fare ciò che non si trova altrove. Derhy ha uno spirito bohème, un po’ hippy, che valorizza i materiali naturali, ama la qualità ma deve restare accessibile. Proponiamo una collezione ampia dai 600 ai 700 modelli per stagione senza contare i colori, il che rappresenta oltre 1.500 modelli e centinaia di stampe esclusive. Sin dalla creazione del marchio fondato dai miei genitori, Yvette e René, siamo inoltre stati in gradi di adattarci al mercato, evolverci nel 2000 e soprattutto assorbire i servizi di creatori per poterci rinnovare.
Quali sono i talenti che hanno in particolare collaborato con Derhy?
Siamo già fieri di poter affermare che molto prima di H&M e del mass market abbiamo richiesto i servizi di alcuni creatori per immaginare una collezione nella collezione. In questi ultimi anni ci sono stati Erotokritos, gli E2, Céline Méteuil (laureata Hyères 2011) e oggi Manish Arora. Se in passato abbiamo comunicato poco in merito a queste mini-collezioni, oggi lo rivendichiamo poiché desideriamo porre l’accento su quelle diffuse unicamente in qualche punto vendita selezionato.
Come è avvenuto l’incontro con Manish Arora?
Attraverso un’amica in comune. Conoscevamo il suo lavoro e corrispondeva perfettamente con l’universo di Derhy. C’è voluto un anno affinché tutto fosse pronto. Finalmente, ci sono 4 temi dove si mescolano i colori, il savoir-faire indiano, lo spirito pop e girly, un magnifico lavoro dei materiali e delle stampe, dei particolari curati. La parola d’ordine di questa mini-collezione è "Life is beautiful". Tutto è stato realizzato da piccoli laboratori, in India, presso i nostri fornitori associati. Non si tratta di produzione su vasta scala. E la mini-collezione dell’inverno 2017 è già stata presentata ai saloni.
Ci parla della distribuzione?
Questa prima mini-collezione è arrivata nelle boutique il 15 marzo. E' presente in circa 60 punti vendita in Francia e in Europa, tra questi anche presso le nostre 2 boutique monomarca in rue des Rosiers e rue de Sèvres a Parigi, oltre che presso un pop-up corner alla Galerie Joyce dal 13 maggio al 17 giugno. Tutto è in edizione limitata, si tratta di piccole serie che non saranno rinnovate. Si parla di uno spirito couture con pezzi che mescolano stampe esclusive, pizzo con motivi a cuoricini, motivi cachemire decorati con perle, fodera stampata… Si tratta di un universo fantastico, gaio e unico. La Francia è un mercato difficile, tuttavia la nostra rete retail funziona molto bene e aumenta del 20 percento ogni anno.
E a proposito della diffusione del marchio a livello mondiale?
La Francia rappresenta il 30 percento delle nostre vendite e siamo poi presenti in Europa del Sud (Spagna, Italia, Grecia) con un altro 30 percento di vendite, poi circa il 20 percento in Inghilterra e in Europa del Nord e circa il 10 percento in Cina e il 10 percento in nuovi mercati. Ogni mercato è molto particolare e ci appoggiamo su una solida rete di multimarca. In questo momento, la Francia è un mercato difficile e tuttavia la nostra rete retail funziona molto bene e aumenta del 20 percento ogni anno. Anche l’Inghilterra funziona molto bene nonostante la Brexit e da 3 anni andiamo fortissimo in Irlanda. Ci sviluppiamo molto nei Paesi Bassi, in Olanda, in Svezia e in Germania dove abbiamo preso degli agenti. È lì che aumentiamo il nostro fatturato che compensa le perdite che abbiamo in Francia e in Europa del Sud dove la crisi ha particolarmente colpito. Infine, siamo sempre più presenti in Cina dove cerchiamo nuovi partner. Dobbiamo iniziare a prospettare anche l’Estremo e il Medio Oriente dove il nostro prodotto si inserirebbe perfettamente.
Il retail Derhy annuncia un rinnovo?
Sì, tenuto conto che funziona molto bene, abbiamo in progetto di sviluppare una nuova rete con boutique più piccole (60-70 metri quadri contro i 120-150 metri quadri). Desideriamo associarci in partenariato con negozi che desidererebbero trasformarsi in monomarca Derhy. Il primissimo è stato appena stato ultimato a Mykonos, in Grecia. Oggi abbiamo una politica più riflessiva rispetto a 10 fa e desideriamo ora concentrarci maggiormente sulla vendita del marchio come un universo. Il futuro lo vediamo così.
Scritto da Céline Vautard
Foto: Derhy x Manish Arora