Graziano Mazza, ceo di Premiata, parla del futuro del marchio e della sua espansione
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Quasi cento anni dopo la fondazione dell'azienda di pelletteria di famiglia, Graziano Mazza ha preso le redini dell'azienda del nonno. Nel 1991, sotto la sua gestione, fu creato il marchio Premiata e l'attività di pelletteria venne ristrutturata e modernizzata. Da allora, l'etichetta si è sviluppata a livello internazionale ed è oggi venduta nei negozi di Milano, Berlino, Corea del Sud, San Pietroburgo e Tokyo. FashionUnited ha parlato dello sviluppo dell'azienda con Graziano Mazza, amministratore delegato e direttore creativo del marchio.
Ci racconti dell'eredità del marchio e della sua origine
Premiata può vantare una lunga storia che risale al XIX secolo. L'azienda è stata fondata nel 1885 a Montegranaro, piccola città delle Marche. Questa regione è nota per la produzione di calzature di alta qualità. In quest'area la maggior parte della gente era in qualche modo coinvolta nel processo di produzione delle calzature; la pelle per calzature proveniva dal porto di Ancona. La regione ha anche dato i natali a grandi personaggi come Gioachino Rossini e Giacomo Leopardi: E le Marche sono una grande attrazione turistica per i suoi paesaggi mozzafiato.
Cosa ha cambiato quando ha fondato il marchio nel 1991?
Quando sono entrato nell'azienda di famiglia nel 1981, mi sono concentrato principalmente su due cose. In primo luogo, ho deciso di industrializzare l'azienda, all'epoca era troppo locale e troppo artigianale (come le realtà in tutta la zona, del resto), acquistando nuovi macchinari, nuove attrezzature e adottando nuove tecniche di produzione, il tutto senza perdere il know-how artigianale dell'azienda. Sono riuscito a creare delle sinergie tra i processi di modernizzazione e la tradizione dell'azienda. In secondo luogo, a livello stilistico e di design, ho portato una nuova libertà nel processo creativo, che si è aperta all'internazionalità ed è riuscita a entrare nel segmento della moda. In una parola ho portato "modernità" all'azienda e ho aperto la porta al futuro, che ha portato alla creazione del marchio Premiata nel 1991. All'epoca mi sono ispirato a stili e influenze diverse. Sono rimasto molto colpito dalla scuola belga e dal gruppo dei cosiddetti "Sei di Anversa", dal loro minimalismo leggermente scuro e contorto, e ho cercato di creare un ponte e una connessione tra lo stile classico delle scarpe fatte a mano e le forme e le proporzioni delle scarpe da lavoro.
Che cosa la ha fatta appassionare al marchio?
La prima cosa è stata la passione per la pelle. Ricordo che quando ero bambino, nel laboratorio di mio padre arrivavano grandi quantitativi di pelle e io rimanevo molto affascinato dall'odore e dalle potenzialità del materiale. In un certo senso, credo di essere stato predestinato a questo lavoro, era davvero nel mio Dna.
Come mai la tendenza delle sneaker è così duratura?
Le scarpe da ginnastica rappresentano la direzione che la società sta prendendo, una direzione verso l'informalità e il casual a tutti i livelli: forse le sneaker ne sono uno dei migliori esempi. È una tendenza che dura nel tempo, perché, proprio come l'avvicinamento della società verso l'informalità, una volta raggiunto questo cambiamento, non è possibile avere una svolta, è un processo che non può essere fermato. E c'è anche una ragione pratica: il comfort. Il comfort di indossare scarpe da ginnastica al posto delle scarpe formali crea rapidamente una sorta di dipendenza. Come sappiamo non è facile sbarazzarsi di queste cose una volta che sono nella nostra vita.
Questa tendenza sostituirà le scarpe eleganti nel lungo periodo o coesisterà con loro?
Le scarpe eleganti e gli occhiali più formali esisteranno sempre perché in situazioni più formali è sufficiente avere scarpe eleganti.
Cosa può aggiungere il design italiano alla sneaker?
Un certo modo di lavorare la pelle e una lunga tradizione di lavorazione di materiali diversi, ma anche un modo di "decontestualizzare" uno stile e un processo e applicarlo al "mondo delle sneakerwear". Basti pensare alla nostra linea di sneaker da donna, a cui abbiamo conferito un certo senso di stile che nasce dalle scarpe classiche femminili, una raffinatezza, un leggero tocco di decorazione barocco e credo che in questo siamo state sicuramente tra i pionieri. Pensate anche alla versione urbana e "sneakerish" delle scarpe da trekking, dove lo stile escursionistico si traduce in un nuovo contesto. Il design italiano ha un approccio urbano più formale rispetto al classico marchio di scarpe da ginnastica sportive.
Qual è la differenza principale tra il cliente italiano e quello tedesco?
Non credo ci sia una grande differenza, dato che non credo ci siano grandi differenze geografiche oggi. Penso che si tratti più di personalità diverse e anche di "cluster di stile" che sono transnazionali. Alcune di queste caratteristiche sono in sintonia con il messaggio della Premiata, indipendentemente dal fatto che siano italiane o tedesche. Forse si può ancora trovare una differenza tra un gusto "europeo" e un gusto non europeo, ma dipende anche dallo stile e dal modo in cui combini i tuoi abiti e il tuo stile.
Sei un minimalista o un massimalista?
A dire il vero non so se sono un massimalista con un tocco minimalista o piuttosto un minimalista con un'atmosfera massimalista. Non mi piacciono le etichette e l'etichetta in generale e dipende sempre dall'angolazione da cui mi avvicino a un progetto.
Cosa ha ispirato la campagna Sharky?
Vedo lo stile Sharky come evoluzione di un modello di scarpa del passato. La Sharky è il nostro punto di vista sul trend delle scarpe massicce della fine degli anni '80 e '90. La nostra interpretazione delle silhouette blocky e del color blocking retrò è meno estrema di quelle di altre marche, dato che puntiamo a trovare un equilibrio tra ciò che siamo e questo nuovo stile retrò. La campagna Sharky e le nostre campagne in generale vogliono celebrare la diversità e l'apertura ad altri stili e modi di vivere, e siamo sempre alla ricerca di nuove location, paesaggi e situazioni che siano in sintonia con la nostra natura eclettica e la Weltanschauung. Il progetto "sharky" sta andando molto bene finora, la linea è venduta in alcune delle più prestigiose vetrine del mondo, il fatturato ha raddoppiato le nostre aspettative di vendita e siamo stati costretti a fissare una quota per gli ordini.
Su cosa state lavorando attualmente?
Da un lato sto lavorando all'internazionalizzazione del marchio. Abbiamo già ottimi risultati, ma vogliamo aumentare la nostra presenza in Europa e portare Premiata nel maggior numero possibile dei Paesi. Abbiamo recentemente aperto un negozio a Tokyo e la nostra attività in Corea sta andando molto bene. Dall'altra parte stiamo sviluppando e perfezionando costantemente un prodotto che è in grado di acquisire uno status iconico, un prodotto che ha un Dna piuttosto definito e un'alta riconoscibilità ma che, allo stesso tempo, è in grado di adattarsi allo stile e ai cambiamenti storici, senza perdere il suo "carattere", un po' come una Volkswagen Golf direi.
traduzione e adattamento di Isabella Naef
Foto: Premiata (1) Skarky Kampagnenbild; (2) Graziano Mazza