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Assocalzaturifici mette a punto un piano per ripartire

Scritto da Isabella Naef

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Resilienza, formazione, sostenibilità, ricerca e innovazione: sono queste le leve sui cui deve puntare il settore calzaturiero per risollevarsi. Si è tenuta nei giorni scorsi a Bologna, l’assemblea annuale di Assocalzaturifici (che riunisce 550 aziende) e, durante l'incontro il presidente Siro Badon ha ricordato l’impatto del Covid-19 sul settore calzaturiero, risultato, assieme alle altre componenti del tessile, moda e accessorio italiano, tra i comparti produttivi più duramente colpiti dalla crisi legata alla pandemia da Covid-19.

Il settore infatti ha perso nel 2020 circa 1/4 del fatturato complessivo (attestatosi a 10,72 miliardi di euro, -25,2 per cento sul 2019) e della produzione nazionale. Forti riduzioni si sono registrate sia nell’interscambio commerciale, sia nei consumi interni. Al crollo dei livelli di attività nella prima parte dell’anno, causato dal lockdown, ha fatto seguito, nei due trimestri successivi, solo un’attenuazione della caduta (rimasta peraltro a doppia cifra), anziché un rimbalzo, ha spiegato l'associazione attraverso una nota.

“La sostenibilità è sicuramente tra le nostre priorità. Abbiamo infatti ideato un progetto per supportare le aziende associate e non, nel processo di accreditamento e posizionamento commerciale delle rispettive realtà imprenditoriali, sui mercati nazionali ed esteri, quali aziende sostenibili e, pertanto, più competitive”, ha sottolineato Badon.

Assocalzaturifici ha registrato un marchio proprio di sostenibilità (Vcs – Verified & certified steps) che potrà essere concesso a quelle aziende capaci di raggiungere e ottenere uno standard qualitativo secondo determinati requisiti.

L’azienda che, invece, non supererà questa soglia avrà a disposizione il supporto professionale di Cimac, il laboratorio di Assocalzaturifici che da oltre 30 anni esegue test e certificazioni per assicurare ai prodotti del fashion qualità e sicurezza.

Restando in tema di ripartenza, un altro accordo è stato siglato con un acceleratore di startup: Startup Boot camp fashion tech. “Con loro l’associazione potrà contare su una organizzazione internazionale che ci aiuterà a trovare, incubare e infine accelerare 2 startup all’anno specifiche per il nostro settore che aiutino e agevolino il mondo della sostenibilità in chiave tecnologica ed aiutino Mivam nel lungo processo di digitalizzazione”, ha aggiunto Badon.

Foto: Pexels

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