Benetton Group prevede la chiusura di 500 negozi
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L'amministratore delegato di Benetton Group, Claudio Sforza, sta mettendo a punto il piano di riorganizzazione della società, a cui lavora da questa estate, quando si è insediato alla guida dell'azienda veneta. Dimezzare le perdite entro la fine del 2024, rispetto al 2023, passando da un rosso di 230 milioni di euro a circa 110 milioni. La riduzione delle perdite proseguirà anche nel 2025, quando il rosso, presumibilmente, arriverà a 50 milioni. Il pareggio dovrebbe essere in agenda per il 2026. Il raggiungimento di questo obiettivo passa anche per la chiusura di 500 negozi diretti e in franchising. Al momento non sono previsti licenziamenti collettivi.
Sono previsti incentivi per ulteriori uscite volontarie
Lo scorso luglio è stato siglato un accordo che prevede l’applicazione della solidarietà per 908 dipendenti, in pratica tutti gli impiegati delle sedi di Ponzano Veneto e di Castrette di Villorba (Treviso). La durata è di sei mesi, dal 23 agosto scorso al 28 febbraio 2025. Dall’ammortizzatore sociale restano esclusi i circa 300 lavoratori afferenti alla parte produttiva (operai e addetti a logistica, manutenzione, ecommerce e centro imballaggi).
L’intesa prevede anche un piano di esodi incentivati con una cifra fino a 50mila euro, sfruttabili anche da tutti i lavoratori esclusi dall’ammortizzatore sociale e da quelli prossimi al pensionamento. A luglio Benetton ha garantito che per i prossimi tre anni non procederà ad alcun licenziamento. Il 15 novembre, Gianni Boato, segretario generale della Femca Cisl Belluno Treviso, ricordava "al momento gli accordi con l’azienda sono chiari: contratti di solidarietà fino al 28 febbraio 2025 con il limite individuale di massimo due giorni per dipendente e nessun licenziamento.".
Ieri, Sforza, nella sede Benetton di Castrette di Villorba, ha incontrato i sindacati del settore tessile per fare il punto sul piano di ristrutturazione dell’azienda. Secondo il quotidiano Milano Finanza nel 2024 la flessione del fatturato sarà del 20 per cento, da 1,098 miliardi di euro del 2023 a circa 900 milioni, e sarà da imputare sia alla contrazione del mercato (-10 per cento), sia all'importante riduzione del network di punti vendita.
Tra le altre misure che saranno addottate dal ceo per ridurre il debito rientra anche la riduzione dei tempi per le collezioni che scenderanno da 12 a 6 mesi. Risale ad agosto, l'uscita del direttore creativo Andrea Incontri e l'annuncio che la creatività del marchio viene curata dal team interno. Sempre lato produzione, è prevista la chiusura dello stabilimento in Croazia. Quelli in Tunisia e Serbia compensaranno con la produzione per terzi. Saranno ridotte anche le linee di abbigliamento. L'azienda investirà su capi riconoscibili e competitivi.
Sul piano di ristrutturazione condiviso ieri con i sindacati, l'azienda, contattata da FashionUnited, non ha rilasciato alcuna dichiarazione ufficiale.
Risale a una decina di giorni fa, invece, l'invito, giunto attraverso un messaggio via mail, del ceo ai dipendenti dell'azienda veneta, "a remare tutti nella stessa direzione con la volontà di essere parte attiva di un processo di profondo cambiamento". "L'obiettivo è intraprendere un percorso pluriennale di rilancio e costruire una presenza sul mercato realmente competitiva, a seguito di una fase di necessario risanamento".
Con queste parole l'amministratore delegato di Benetton Group ha scritto ai dipendenti, per aggiornarli sul trasloco, già iniziato, da Villa Minelli, sede storica del gruppo fondato da Luciano Benetton, verso la vicina sede operativa di Castrette di Villorba. Villa Minelli non sarà abbandonata anche perchè rimane un asset di proprietà della famiglia Benetton, ma il trasferimento che "coinvolgerà gradualmente entro il 2025 tutte le colleghe e i colleghi che oggi vi lavorano", ha scritto Sforza, dovrebbe assicurare parte di quel contenimento dei costi e di quel efficientamento su cui il nuovo management sta lavorando.
- Benetton mira a dimezzare le perdite entro il 2024 e raggiungere il pareggio nel 2026, chiudendo 500 negozi.
- Sono previsti incentivi per uscite volontarie e un piano di solidarietà per alcuni dipendenti, senza licenziamenti collettivi previsti.
- Il piano di ristrutturazione include riduzione dei tempi di produzione, chiusura di uno stabilimento e riorganizzazione delle linee di abbigliamento.