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Calzature: un 2019 complesso per il settore

Scritto da FashionUnited

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Trend positivo in valore, nel 2019, per export (trainato dalle griffe del lusso) e saldo commerciale, ma calano i volumi prodotti ed esportati per le calzature.

L’intero 2019 si è chiuso dunque nel complesso con risultati poco brillanti e una situazione estremamente disomogenea tra le imprese, con un numero non trascurabile di realtà che ancora stentano a uscire dalla fase recessiva. I dati medi evidenziano crescite in valore e flessioni non particolarmente penalizzanti in quantità: -0,9 per cento le esportazioni nei primi 10 mesi, secondo i dati ufficiali di Istat, e -3,1 per cento la stima della produzione nazionale annua, nelle elaborazioni condotte dal Centro Studi di Confindustria moda per Assocalzaturifici.

Andamento ancora una volta sfavorevole sul mercato interno

Andamento ancora una volta sfavorevole sul mercato interno (gli acquisti delle famiglie italiane sono scesi di un ulteriore -3,2 per cento in volume e del -2,3 per cento in spesa), che ha frenato l’import (-1 per cento in paia). L’analisi dei principali mercati di sbocco esteri evidenzia trend inferiori alle attese in Russia (-15,3 per cento in quantità nei primi 10 mesi) e negli altri paesi dell’ex blocco sovietico, con pesanti ripercussioni per i distretti tradizionalmente votati a quest’area; contrazioni non trascurabili per Germania (-9,3 per cento, condizionata dal rallentamento dell’economia), Medio Oriente (-9,2 per cento) e Giappone (-6,7 per cento, pur con un +6,8 per cento in valore). Andamenti favorevoli invece in Francia, +6,4 per cento in volume e +9,3 per cento in valore; aumenti attorno al 10 per cento in valore negli Usa e in Cina, e di quasi il 20 per cento in Sud Corea, che fa segnare l’ennesima crescita a doppia cifra.

Il settore calzaturiero nel complesso, sostenuto dalle esportazioni e trascinato dalle performance delle grandi griffe internazionali del lusso (come dimostra l’incremento ancora una volta non marginale, +26,8 per cento in valore, dei flussi diretti in Svizzera, tradizionale hub logistico distributivo delle stesse), ha raggiunto nel 2019 l’ennesimo record nelle vendite estero in termini di valore (l’export è atteso infatti superare, nelle proiezioni a 12 mesi, la soglia dei 10 miliardi di euro, con un aumento tendenziale nell’ordine del 7 per cento), confermando un fatturato totale di oltre 14,3 miliardi.

I dati relativi al saldo nel numero di aziende attive (-179, tra industria e artigianato, pari al -4 per cento) ed addetti (-790 unità) rispetto a fine 2018, che diventano ancor più negativi considerando i produttori di componentistica, confermano, assieme all’impennata nel ricorso agli strumenti di integrazione salariale nell’area pelle (+28 per cento), come il 2019 sia stato, per molti operatori, un anno non facile.

Inoltre, le aspettative a breve risultano dominate dall’incertezza: dalle tensioni nello scenario geopolitico internazionale (crisi in Libia ed escalation militare in Medio Oriente tra Stati Uniti e Iran), al permanere del rischio di venti protezionistici provenienti da oltreoceano sull’Unione Europea (oltre che sulla Cina) e ai possibili effetti della Brexit, arrivata alla fase finale, all'emergenza sanitaria legata al diffondersi in Cina, e fuori dai confini cinesi, del coronavirus.

Foto: Assocalzaturifici website

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