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Capasa (Cnmi): "I politici si vergognano a pronunciare la parola moda. Serve disegno industriale di lungo termine"

Scritto da Isabella Naef

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“L’artigianalità premia la sostenibilità, il lavoro fatto nei territori con mestieri che arrivano dalle nostre radici. Adesso questo concetto si è evoluto e, quindi, l’artigianalità si abbina con innovazione. Noi di Dolce&Gabbana abbiamo in azienda molte ‘botteghe di mestiere’, una contaminazione fra maestranza pura e innovazione. C’è unicità fra l’artigianato che crea in laboratorio e la sostenibilità del materiale, del prodotto usato a mano e lavorato per arrivare al modello finale", ha raccontato cosi il presente di una delle griffe più conosciute all'estero, Alfonso Dolce, amministratore delegato di Dolce & Gabbana, intervenendo, ieri, al Luxury Summit del Sole 24 Ore. Insomma, ha insistito il ceo, "oggi la ricetta vincente consiste nell'abbinare artigianalità con innovazione e sostenibilità.

Tra gli altri temi caldi affrontati durante il summit anche il digitale e la sostenibilità. "Abbiamo cercato di raggiungere l’obiettivo di far parlare la parte fisica con quella digitale", ha detto il ceo di Salvatore Ferragamo, Micaela Le Divelec Lemmi.

Cirillo Marcolin (Confindustria moda): "le Pmi chiedono l’estensione degli ammortizzatori sociali fino al termine del 2021"

L'industria del lusso, e in particolare della moda, in questo ultimo anno è stata costretta ad affrontare una crisi senza precedenti e ora più che mai ha bisogno di una spinta da parte del governo. Ne è convinto Carlo Capasa, presidente della Camera nazionale della moda Italiana. “Negli anni scorsi la moda italiana è stata trattata come un’industria non centrale, anche se siamo la seconda in Italia, siamo stati trattati come non necessari. I politici quasi si vergognano a pronunciare la parola moda. Ora però occorre un disegno industriale di medio e lungo termine. Per questo abbiamo presentato un nostro 'Pnrr della moda', per vedere nei prossimi 6 anni cosa fare per avere un settore competitivo", ha sottolineato Capasa.

Anche Confindustria moda, attraverso le parole del suo presidente Cirillo Coffen Marcolin, ha ribadito l'urgenza di un aiuto e di un sostegno dallo Stato alle Pmi. “La moda italiana ha visto un calo del 26 per cento nel 2020 con la pandemia. E soprattutto le piccole e medie imprese sono state costrette a chiedere aiuto al Governo. La Cassa integrazione è cresciuta del 900 per cento. Per uscire dall’emergenza e rilanciare il settore, la nostra Federazione, che raggruppa 60mila imprese, ha lavorato per presentare le nostre idee a Governo soprattutto dopo la pandemia. Di recente siamo stati chiamati al tavolo della moda per ripartenza dal ministro Giancarlo Giorgetti. Le piccole e medie imprese chiedono l’estensione degli ammortizzatori sociali fino al termine del 2021".

In questo scenario, digitalizzazione e sostenibilità sono i nuovi paradigmi del Lusso, da cui non si è più potuto prescindere già dal 2020, anno in cui “digitalizzarsi” è diventato di importanza vitale. Il tema inoltre della sostenibilità, tanto caro negli ultimi tempi al Sistema moda Italia, ora lo è diventato ancora di più, in un’ottica di green economy sempre più al centro delle politiche economiche europee.

“Abbiamo sempre considerato la sostenibilità come evoluzione della competitività del nostro prodotto. L’imprenditore per una parte del suo lavoro non può dimenticare la mission di restituire un po’ di quello che ha avuto a chi ha più bisogno. Sollecito gli amici imprenditori a mettersi a disposizione. Noi da parte nostra ci siamo fatti, uso un termine brutale, un ‘business plan’ della solidarietà per i nostri dipendenti, per i territori dove si trovano i nostri stabilimenti e abbiamo progetti anche in ambito nazionale con il Governo", ha spiegato Diego Della Valle, amministratore delegato e presidente di Tod’s Group.

Foto: Carlo Capasa, dall'ufficio stampa Camera della moda

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