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Confcommercio su dazi Usa e Ue: per l'Italia le prime stime segnalano un impatto tra 8/10 miliardi di euro

Scritto da Isabella Naef

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L’accordo commerciale tra Usa e Ue costituisce, come ha commentato la Presidente von der Leyen, un fattore di “certezza in tempi incerti" Credits: FashionUnited, immagine generata con l'ausilio dell'Intelligenza artificiale

Accordo sui dazi raggiunto ma non senza costi, anzi. Secondo Confcommercio, il “costo” dell’accordo è, comunque, rilevante. "Oltre ai dazi, si prevedono, infatti, impegni europei ad acquisti di energia dagli Usa per 750 miliardi di dollari, a investimenti aggiuntivi negli Stati Uniti per 600 miliardi di dollari e a importanti acquisti di sistemi di difesa. Mentre il compromesso in sede di G7 ha intanto esonerato le multinazionali con capogruppo negli Usa dalla global minimum tax", si legge in una nota di Confcommercio.

Per l'Italia le prime stime segnalano, per il 2025, un impatto diretto dei dazi al 15% a danno dell'export ricompreso nell’ordine di 8/10 miliardi di euro

"Quanto all’Italia, prime stime segnalano, per il 2025, un impatto diretto dei dazi al 15% a danno del nostro export ricompreso nell’ordine di 8/10 miliardi di euro: impatto cui bisogna aggiungere gli effetti della svalutazione del dollaro. Il tutto in uno scenario di incremento globale delle tariffe commerciali che rende ancora più complessa la ricerca di opportunità su altri mercati esteri, soprattutto per le piccole e medie imprese esportatrici. Dollaro debole e riduzione del reddito globale incideranno, inoltre, sul nostro turismo, la cui componente incoming (52 miliardi di euro nel 2023) costituisce una delle principali voci attive della bilancia italiana dei pagamenti", si legge in un comunicato di Confcommercio.

L’accordo commerciale tra Usa e Ue costituisce, come ha commentato la Presidente von der Leyen, un fattore di “certezza in tempi incerti”. Bene, dunque, avere scongiurato la prospettiva di guerre commerciali tra le due sponde dell’Atlantico e, come evidenziato nella nota a firma congiunta del presidente Meloni e dei vicepresidenti Salvini e Tajani, l’avere garantito stabilità a “due sistemi economici e imprenditoriali fortemente interconnessi tra loro”, aggiunge la Confederazione generale italiana delle imprese, delle attività professionali e del lavoro autonomo, è la più grande rappresentanza d'impresa in Italia, associando oltre 700.000 imprese.

Si tratta di un accordo complesso e che andrà valutato con attenzione, anzitutto per chiarire se la soglia dei dazi livellati al 15% sulle merci europee esportate negli Stati Uniti sia ricomprensiva dei dazi preesistenti.

Per Confcommercio, si tratta, ora, di reagire con determinazione, "facendo leva sulle peculiari caratteristiche di qualità di tanta parte del nostro export e sulla sua conseguente maggiore resilienza rispetto alle variazioni dei prezzi, anche attraverso misure di sostegno"

Rafforzamento della competitività e del mercato interno: in Europa, debito comune per il finanziamento di investimenti in beni pubblici europei (sicurezza, energia, reti infrastrutturali, intelligenza artificiale) e mobilitazione del risparmio anche attraverso l’Unione del mercato dei capitali; in Italia compiuta messa a terra del Pnrr, sostegno agli investimenti e avanzamento del processo di riforma del sistema fiscale, sono le strade da percorrere secondo l'associazione guidata da Carlo Sangalli.

Carlo Sangalli Credits: Confcommercio media centre
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