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Confindustria Moda: contraffazione e sostenibilità i temi caldi

Scritto da Isabella Naef

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Contraffazione, economia circolare, formazione: sono questi alcuni dei temi caldi sul piatto di Confindustria Moda, associazione che oggi, a Milano, si è riunita nella sua prima assise dalla fondazione, avvenuta nel marzo del 2017.

Come ha spiegato Claudio Marenzi, presidente dell'Associazione che riunisce il gotha delle aziende italiane che operano nell'ambito del sistema moda, è fondamentale lavorare insieme. "Creatività a parte, è fondamentale che ciascun imprenditore, piccolo, medio o grande, metta a fattor comune le sue esperienze, le sue esigenze e conoscenze per mantenere forte tutta la filiera", ha detto Marenzi, davanti alla platea di imprenditori e stampa, riunita nell'aula magna dell'Università Bocconi.

A preoccupare il presidente di Confindustria Moda è soprattutto il fatto che le singole associazioni della moda non facciano sistema e non si presentino unite in consessi di rilievo come quello europeo.

Numeri alla mano, Confindustria Moda, la federazione che riunisce le imprese e le associazioni del settore tessile moda e dell'accessorio ha presentato oggi i dati consuntivi relativi all'anno 2018 e i dati del primo trimestre 2019.

L'export nel 2018 è stato pari a 63 miliardi di euro

I dati a consuntivo di fatturato delle aziende associate mostrano nel 2018 una crescita su base annua del +0,7 per cento, salendo a 95,5 miliardi di euro.

Anche nell'ultimo anno, si conferma la forte vocazione internazionale delle aziende associate, che hanno generato in complesso un export pari a 63,4 miliardi di euro, in crescita del 2,7 per cento rispetto all'anno precedente (ovvero 1,64 miliardi in più rispetto). Il 49,6 per cento di tali flussi è assicurato dal tessile-abbigliamento, seguito da calzature e pelletteria rispettivamente con un'incidenza del 15,1 per cento e del 12,9 per cento; l'oreficeria-gioielleria copre il 10,2 per cento, mentre occhialeria e concia risultano entrambe attorno al 6,0 per cento, le pellicce nell'ordine dell'1,0 per cento.

L'import segna un incremento su base annua pari al +3,6 per cento, più sostenuto quindi rispetto a quello sperimentato dalle vendite estere, e si avvicina ai 35,3 miliardi.

Entrando nel dettaglio della ripartizione geografica degli scambi nei settori esaminati, nel 2018 la Ue ha assorbito il 46,8 per cento dell'export in valore, mentre ha generato il 45,4 per cento delle importazioni. Le aree extra-Ue, invece, hanno coperto il 53,2 per cento delle vendite italiane, mentre hanno assicurato il 54,6 per cento delle importazioni.

Da gennaio a marzo 2019 l'export è cresciuto del +5,6 per cento, per un valore complessivo di 16,6 miliardi di euro; l'import è ammontato, invece, a 9,1 miliardi. Il saldo commerciale è stato pari a 7,4 miliardi, in virtù di un aumento del +9,9 per cento.

Foto: Confindustria moda press office

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claudio marenzi
Confindustria Moda