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Esportazioni mondiali di abbigliamento: l'Ue scalza la Cina dal primo posto

Scritto da Jan Schroder

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L'UE è stata nel 2024 al primo posto tra gli esportatori globali di abbigliamento Immagine: Pexels

Per la prima volta dal 2005, la Cina non è più al primo posto tra i principali esportatori di abbigliamento a livello mondiale. Questo è quanto emerge da un rapporto della rivista specializzata "The Spin Off", che fa riferimento ai dati aggiornati della World Trade Organization (Wto).

Secondo il rapporto, gli Stati dell'Unione Europea (Ue) hanno esportato nel 2024 capi di abbigliamento per un valore complessivo di 166 miliardi di dollari (142 miliardi di euro). La loro quota di mercato globale è stata pari al 29,7%.

Le attività di sourcing globale si distribuiscono maggiormente tra i diversi Paesi

La Cina si è posizionata subito dopo, con esportazioni di abbigliamento per un valore complessivo di 165 miliardi di dollari. La sua quota di mercato è stata quindi pari al 29,6%. A grande distanza seguono i Paesi produttori tradizionali come il Bangladesh (38 miliardi di dollari), il Vietnam (34 miliardi di dollari) e la Turchia (18 miliardi di dollari).

Il fatto che la Cina abbia dovuto cedere il suo tradizionale primato è dovuto, secondo il rapporto, a una crescente "frammentazione della mappa del sourcing globale". Questa evoluzione è riconducibile, tra l'altro, agli aumenti dei prezzi, agli effetti della pandemia di Covid-19 e ai conflitti commerciali tra Cina e Stati Uniti.

Questo articolo è stato pubblicato originariamente sulle altre edizioni di FashionUnited e tradotto in italiano usando un tool di intelligenza artificiale.

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